giovedì, dicembre 27, 2007

Smaltimenti



Vorrei far soffermare la vostra attenzione su un dettaglio, magari indifferente ai più, ma che presto ci seppellirà tutti.

Tralascio in questa sede il discorso sui giocattoli (non) prodotti a norma che si conclude in un nulla di fatto, almeno per quanto riguarda la grande distribuzione.

Quello che mi interessa è focalizzarmi sulla quantità di batterie utilizzate nei giocattoli per neonati e bambini. Senza le quali, spesso, il giocattolo non funziona correttamente e la sua presenza in casa si riduce all'utilità di un soprammobile. Dette batterie si trovano spesso nella pancia del giocattolo in numero di tre o più, che il genitore deve avere in casa o comprare alla bisogna. Quel che è più sconcertante è che ormai la quasi totalità delle bambole, addirittura, sono munite di pancia batterica. Perché esse piangono, fanno la cacca o la pipì, sbavicciano lacrime e saliva, ma questo solo se munite di batterie. Altrimenti questi poveri bimbi si ritrovano con una pupa panzona di difficile trasporto e somigliante sempre più ad un automa per tratti somatici inquietanti.

Ma questi banali discorsi sono nulla in confronto alla difficoltà oggettiva di smaltimento di detti giocattoli. Di per sé, con le pile interne sono un rifiuto urbano pericoloso. E spesso coloro che li gettano nei rifiuti nemmeno lo sospettano o comunque non pensano ad estrarre le pile. Per non parlare del costo di tutte queste batterie. Se ogni gioco a pile ne possiede in media tre, e mettiamo che in Italia almeno un bambino su due abbia ricevuto almeno un gioco a pile, il conto diventa disastroso in termini di pericolosità e di costi di smaltimento.

Se l'Unione Europea intende conformarsi ad un'idea - anche vaga - di sviluppo sostenibile, certo oltre che agire sulle modalità di smaltimento dei rifiuti pericolosi dovrebbe agire presso le case che fabbricano i giocattoli in maniera da ridurre la pericolosità degli stessi. Ma qui si apre un altro, lunghissimo, discorso.

mercoledì, dicembre 26, 2007

Sconcezze

Mia figlia rimarrà traumatizzata a vita.
Oppure diventerà la
casaling(u)a perfetta

Ha ricevuto nell'ordine:

una batteria di vere finte pentole lagostina
una vera finta macchina da cucire
un vero finto ferro da stiro

Ometto qui, deliberatamente, la caterva di regali paccottiglia da frullare illico presto dalla finestra.
E purtroppo dopo aver fatto lo sforzo di scartarli, reinserirli negli incarti e trasportarli anche per due piani a piedi.

Uno felice però c'è.
Pare che babbo natale abbia bevuto un goccetto di latte in cucina, prima di andarsene con molto fracasso.
Da dove era venuto.
E restarci.

giovedì, dicembre 20, 2007

Pensiero oltre

Avete presente l'odore che emana un posacenere con cento sigarette spente dentro?

Bene.
Casa mia era così ieri sera, dopo che il camino si era spento pian piano.

Chi l'avrebbe mai detto.

Ho fatto il collegamento da mille punti: quello è il pungente odore della cenere.

Chissà se anche la mia cremazione darà lo stesso risultato.

mercoledì, dicembre 19, 2007

Vorrei due ali d'aliante

Che emozione (nessun punto esclamativo).
Mia figlia farà i biscottini di natale a scuola.
Ci vuole l'autorizzazione dei genitori perché i figli possano avere a che fare con la farina e il burro e perché la maestra li possa cuocere. I biscotti. Non i bambini.

Mia figlia a casa fa già le torte insieme a me. Mamma papera.
Pesa la farina, lo zucchero, aggiunge il lievito e apre le uova.
Spero riesca ad annotarsi la ricetta dei biscottini che mi toccherà mangiare domani.
Così poi magari li rifacciamo insieme.
Potrà essere lei a proporli a me, invece del solito stantìo ciambellone senza latte.

Dovrei sentirmi emozionata che, invece della recita, mi toccano i biscotti.
La verità è che vorrei evitare di scambiare strette di mano con tutti i genitori e congratularmi con la maestra per la bravura dei bambini.
Vorrei dormire mezz'ora in più tutte le mattine e vorrei che la colazione arrivasse a letto su un tappeto volante.
E soprattutto vorrei tenere il riscaldamento acceso tutto il giorno invece delle micragnose quattro/cinque ore. Alle ortiche il risparmio energetico. Qui fa un freddo cane.

venerdì, dicembre 14, 2007

Coppie scoppiate

Io avevo una coppia di amici.
Lei la conoscevo dai banchi del liceo.
Era la mia compagna di banco.
La mia amica più cara.
Una delle persone con cui avevo la maggiore confidenza.
Mi confidò che era innamorata di quel ragazzo non bellissimo. Che però le voleva molto bene. Le dava sicurezza. E decise così. Decise di sposarsi con lui.
E lui mi presentò quello che sarebbe diventato il mio fidanzato storico. Il suo amico del cuore.
Ci conoscemmo in un lungo viaggio estivo. Classico giro Monaco-Budapest-Praga.
Lui era molto diverso dalla massa dei ragazzi che avevo frequentato fino a quel momento. Già aveva 7 anni più di me. Pranzava al ristorante, invece che col panino all'autogrill. Gli piaceva bere il tè negli ombreggiati giardini di Monaco. E a me piaceva farmelo offrire quel tè. Come fanno i gentiluomini, quelli che ti cedono il passo o ti aprono la portiera della macchina.
E poi mi prestava sempre le infradito per fare la doccia in campeggio. Me le portava direttamente fuori dalla tenda. Era un modo molto tenero per far capire ad una donna di essere interessato a lei. Uomo di poche parole. E dopo sette anni è finita perché di parole ne erano rimaste poche. Ma la vita va avanti. Almeno così è stato per me.

Ora - mi direte - che c'entra questo con la storia della mia amica?
C'entra. Perché la coppia dei miei amici ha vissuto molto male la mia separazione.
Cioè, ecco. Non è che io l'abbia vissuta bene se ci ho poi messo tre anni a farmi un'altra storia seria. Ma loro l'hanno presa proprio ad un livello personale. Come se io avessi fatto un torto a loro, lasciando il mio compagno.
Poi hanno avuto fortuna che io mi sono eclissata per diversi anni a Parigi. Ma quanto ci dispiace che sei così lontana, ma che peccato.

Il giorno che io ritorno a Roma, torno per sposarmi. Ma che bello che sei tornata, così finalmente ci potremo vedere quanto vogliamo, etc.
Qualche mese dopo, il marito della mia amica compie 40 anni.
Considerate che, eccetto per gli anni a Parigi, io avevo partecipato ai suoi ultimi venti compleanni.
Ebbene, il mio amico non mi invita alla sua festa.
E non mi invita perché ci sarebbe stato il mio ex fidanzato con cui la storia era finita da almeno 4 anni ed eravamo per altro entrambi già sposati.
E non mi invita perché non avrebbe avuto cuore di vederci entrambi nella stessa stanza.
E non mi invita e non me lo dice nemmeno che non mi invita solo perché non ha cuore di vederci entrambi nella stessa stanza. Quando lo chiamo per fargli gli auguri mi dice che passerà una tranquilla serata a casa. E la mia amica, la mia amica del cuore, non mi dice niente. Nemmeno lei.
E mi invitano a cena qualche sera dopo. E sempre niente.
E io però, lo vengo a sapere.
Ho troncato la nostra amicizia. Di netto. Non ho più voluto sapere nulla. Di nessuno di loro.
E che c'entra questo, direte voi, a distanza di 4 anni?
C'entra. Perché domani mio marito compie 40 anni.
Nel mirabolante mese di dicembre.
E mio marito ha invitato alla sua festa la coppia dei suoi migliori amici. Ormai ex coniugi.
Saranno loro a decidere, mi ha detto.
Io voglio bene a tutti e due.

Mi sono salite le lacrime agli occhi. Perché a me sarebbe piaciuto avere un amico come mio marito.

mercoledì, dicembre 12, 2007

Gratis

Odio le feste.

Quest'atmosfera patinata che ci propongono su tutti i fronti.

Questa cosa che si è degli sfigati se qualcuno non ti invita e se non porti un panettone (e di solito ce ne sono già altri cento) da mettere su un tavolo tutto cromato e dorato di stelle, lune e palle.

Questa cosa che è palese che a nessuno gliene frega niente ma tutti pensano che figura ci faccio se non porto un regalo ad ognuna delle 415 persone che ceneranno con me il 24 assera?

A me piacerebbe andarmene a letto presto, il 24 assera. Come non riesco a fare mai.

Vorrei anche non dover raccontare 'ste palle di babbo carnevale alle mie figlie. E soprattutto vorrei non doverlo fare perché se non lo faccio io lo farà sicuramente qualcun altro.

Vorrei non dover ricevere col sorriso sulle labbra dei regali fetecchia perché senza farsi regali non si può stare.

E soprattutto vorrei presentarmi a mani vuote, la sera del 24.

Per instaurare una nuova tradizione.

Il gusto di stare insieme. Che sia una volta all'anno. Che sia l'unica. Ma gratis.

martedì, dicembre 11, 2007

Me. And nobody else.

Io ieri sera ho passato una serata tra donne.

Ho riso come una matta, bevuto, scritto cose assurde, parlato come solo con le amiche si può fare.
E mi hanno fatto il più bel complimento che si possa fare ad una donna in preda a depressioni di vario genere: "Anna, ma tu sei uguale! Quand'è che ci siamo conosciute? Nel '91? Sei rimasta identica!"

Ragazzi, ragazze, vecchiacce e vecchiacci, udite udite: io sono uguale e sottolineo uguale a com'ero nel '91.
Sono successe un paio di cosette nel frattempo.
Ma io resto identica. Immarcescibilmente me stessa.

venerdì, dicembre 07, 2007

Five years


Cinque anni di cene preparate.
Cinque anni di panni stirati.
Cinque anni di non c'è mai tempo per.
Cinque anni di una casa incasinata.
Cinque anni di lotte per arrivare alla fine del mese.
Ma anche cinque anni di gioia, di sguardi d'intesa, di sorprese inattese, di figli che nascono, di nuove avventure, di risate a crepapelle di notte quando tutti dormono.
Lo chiamano amore, amore mio!

mercoledì, dicembre 05, 2007

Anche i ricchi.....


Vorrei parlare di clienti.
Quelli che oggi chiamano consumatori.
Di tutti, insomma.
Perché tutti siamo consumatori prima che persone.
E non provate a dire di no.
Se quando nascete per prima cosa vi mettono un pannolino sulle terga e vi danno in mano simpatici gadgets che vi indirizzano a comprarne di altri sempre più accessoriati, prima che persone siamo decisamente consumatori.

Io ho lavorato per anni nei servizi consumatori.
Ma non ha funzionato.
Perché io consideravo i consumatori prima di tutto persone e questo mi ha causato non pochi problemi. Un po' perché considerarle persone contravverrebbe al principio primo e sacro del commercio. Un po' perché, ormai, molte persone ci tengono proprio ad essere considerate come consumatori.

Cioè, mi spiego, se abbiamo clienti che corrono a frotte dopo la pubblicità di Nino Frassica che ci piglia pe'l culo a tutti, un po' se lo meritano. Si meritano che l'operatore dall'altra parte del filo riattacchi il telefono perché non gli va di rispondere visto che è pagato 6 euro lordi all'ora. Si meritano che il suo responsabile non voglia prendersi nessuna responsabilità, visto che è pagato 7. E si meritano pure una super moglie di un super calciatore vestita da biancaneve firmata.
Tanto per darci l'idea di globalizzazione.
Anche i ricchi raccontano le favole ai loro figli.
Solo un po' più patinate.

domenica, dicembre 02, 2007

Menu per pochi intimi



Paté di frutti rotondi, caduti dall'albero, messi sotto vetro su bruschettina di pane dantesco.

Fettine di melanzane sott'aceto con pezzetti d'aglio a decoro.

Quisquilie di latte vaccino rappreso.

Leguminacee ovali in salsa cipollosa.

Spezzatino fondente e la sua polenta.

Torta di radicchio e la sua provola.

Torta di funghi e le sue salsicce.

Gattone di patate e la sua teglia.

Trionfo di verdure al forno.

Gattone di crema pasticcera alla soja e la sua decorazione a forma di monociglione di elio e le storie tese.

giovedì, novembre 29, 2007

Chi lo vuole, lo vuole

Quante volte durante la vita capita un compleanno di sabato?
L'ultima volta era il 2001.
Quest'anno è quindi quello buono.
Tenetevelo per detto!

giovedì, novembre 22, 2007

E poi parlo

E poi parlo dei ricordi, no.
Quelli che non ti fanno vivere, quelli che ti fanno sognare, quelli che ti fanno vivere sperando e quelli che non ti so dire.

Quelli della nonna, che ha sofferto la fame, l'alluvione, la perdita di due figli e poi di nuovo la vita. Lei ha paura di stare sola. Vuole vivere per sempre ma mai potrà dimenticare.

Quelli del figlio, che non ha avuto niente ma ha dato tutto. Hai ragione tu. Fino a quando si resta figli? Fino a quando bisogna ripagare quello che abbiamo avuto? Ma tutto ha un prezzo, certo. E questo è il prezzo che si paga. Che paghiamo tutti per essere vivi.

Quelli tuoi, di quella volta che sei stato per dire, che hai quasi parlato, ma che qualcosa te l'ha impedito. Ricordi di te che raffiorano ritrovando per caso un lenzuolo della tua infanzia. Ricordi che credevi di non avere, che hai sempre pensato ti fossero stati negati. I sette nani sono lì, su quel lenzuolo. A testimoniare che un'infanzia ce l'hai avuta.

Quelli di tuo padre, che giocava a fare il sagrestano, che ha fatto la scuola dai preti e che per fortuna prete non è diventato. Se no dove saresti tu. Di lui che guida col padre. Si parte in terza e si frena in terza. E forse è per questo che non hai mai più voluto guidare una macchina. Poi quando me l'hai comprata hai detto questa ti serve per "scozzonarti". Che non ho mai capito cosa volesse dire ma penso qualcosa circa il fare esperienza. E la mitica Renault 5 ha fatto il suo dovere, di strada ne ha macinata e non so come avrei potuto fare senza.

Quelli di tua madre, che si ricorda tutto perché non perdona. Tutto resta marchiato nella sua memoria ché non voglio nemmeno pensare come sarebbe per lei la vita con una malattia come l'Alzheimer. Quelli delle file per il pane in tempo di guerra, quelli che bisogna spegnere la luce perché c'è il coprifuoco, quelli di mio nonno che resta impettito sulla terrazza del quinto piano perché tanto se devo morire come un topo nel rifugio è meglio morire vedendo il nemico in faccia. Quelli di tua madre che è rimasta sola. Che non ha più nessuno della sua famiglia d'origine che ad una ad una ha seppellito tutte le sorelle, quella buona, quella intelligente, quella bella. Che forse si sente in colpa di non esserci lei sottoterra epperò almeno tu i tuoi nipoti li dovevi vedere.

E quelli miei, perché no.
Quelli almeno io me li ricordo.
Qualcuno dice, non mi ricordo proprio chi, che non si può vivere se non si lasciano indietro i ricordi. Io penso invece che sono i ricordi che ti fanno vivere. Siamo noi che decidiamo che peso dare loro. Noi SIAMO i nostri ricordi e con essi viviamo. Per quello siamo belli o brutti, buoni o cattivi, acidi o dolci.
La vita che vale tanti ricordi è la vita che vale la pena di essere vissuta.

lunedì, novembre 19, 2007

La vita, quella reale


Bando alle ciance, siori e siore.

Questa è la vita reale.
Non quella fatta di pippe mentali che voi bloggers praticate tanto volentieri.
Una riunione alla scuola materna sulla pediculosi (i micidiali pidocchi, per chi non fosse sul pezzo) è la vita reale.
Un pannolino zeppo di cacca proprio durante la riunione sulla pediculosi è la vita reale.
Dove, ed anche questa è la sfigatissima vita reale, di tutta la scuola c'è un solo genitore.
Meringa unica rappresentante del variegato mondo genitoriale con poppante al seguito e dottoressa della ASL che proietta addirittura lucide slide scritte a mano per impressionare la platea urlante.

Comprenderete come ad urlare sia stata solo la poppante.
Io l'ho fatto quando sono tornata a casa. Conscia di avere sprecato la mattinata per leggere anche faticosamente, data la grafìa, parole che avrebbero potuto tranquillamente essere distribuite su un foglio ciclostilato.

martedì, novembre 13, 2007

Tutto contro


Avete presente quando il mondo intero congiura contro di voi che cercate invano di fare una cosa che farla ci vuole un secondo e che i prodigi della tecnologia la rendono anche fattibile in un decimo di secondo e che però se si rompe una rotelletta e poi un'altra e poi un'altra ancora i secondi si trasformano in minuti i minuti in ore le ore in giorni e nulla ha più importanza se non riuscire a mandare quello stramaledetto fax ché il fax e lo scanner non funzionano nemmeno a turno col cavetto intercambiabile e che quel genio informatico di tuo marito per non sborsare i soldi della licenza è costretto ad installare su quel cesso di computer persino open office che non so come funziona e mi ritrovo a dover anche rimettermi a studiare e tutto per mandare uno stupidissimo fax per l'assicurazione della macchina perché sì signori il mio post era per annunciare al mondo intero che habemus vettura bianca color taxi ma con 17 bei cavalloni che la trainano e che traineranno me e le mie pargole penso per tutto il resto della vita perché il pagamento della maternità se ne è andato per l'acquisto del bolide che mi farà fare la mia porca figura e farà rosicare non pochi perché la Martello se ne va in giro come una vera signora con la sua bella macchina tutta pulita che se ne prenderà cura le cambierà l'olio l'acqua e mai più nessuno le separerà.

La tecnologia è contro di me.

Ma io son di coccio e vincerò anche questa battaglia.

lunedì, novembre 12, 2007

Ho visto la luce

Ho goduto della mia mezza giornata di libertà.
La mia mezza giornata d'aria.
Chi mi segue da qualche tempo saprà come io sia tutt'ora in credito di tre serate passate lontano dalla famiglia in cambio del concerto di Peter Gabriel di cui ebbe visione mio marito.
Ebbene, credo che questa mezza giornata possa valere una serata.
Anzitutto ho conosciuto il parrucchiere più simpatico del mondo. Quello che capisce cosa vuoi, che non ti tratta come una pretenziosa demente in cerca della pietra filosofale (mi è anche successo, non ridete!), che non tenta di trasformarti in una scodella ambulante. Io lo adòro già.
E poi ho trovato i pantaloni della taglia giusta provandone solo un paio (cosa che - per chi se ne intende - non è assolutamente da sottovalutare), i bicchieri più belli del mondo impacchettati nella confezione più securizzata possibile da regalare al mio vecchio amico ciccio, la spesa più veloce del secolo rispettando rigorosamente la lista.

E sono tornata a casa e tutto era a posto. Le bambine dormivano e il topone danzava sul net come un libellulone impazzito. Contento del pranzo en amoureux con la figliuola più grande.

E tutto, ma proprio tutto, quando hai avuto del tempo da dedicare a te, è illuminato da una luce diversa.

venerdì, novembre 09, 2007

Suonate la musica che amate

Mio marito ha decretato che scriverà un nuovo post.

Sulla musica che più ci piace facendo all'amore.

Inviterà uomini e donne ad esprimersi sull'argomento.

Per uno che scrive un post ogni morte di papa è un bell'inizio.

Io taccio perplessa.

mercoledì, novembre 07, 2007

Eternit

Per principio sono abbastanza diffidente sulle catene fatte di link a post, perché non si conosce quasi mai la fonte e perché non mi interessa farmi conoscere per questo nel web.
Derogo questa volta perché Isabel Green è una ragazza il cui blog seguo da molto e scrive questo post col cuore di chi certe tragedie le ha vissute sulla propria pelle.
Leggete, se potete, la storia della sua città e della sua famiglia.
Ancora una volta un caso tutto italiano che, certo, si sarebbe potuto evitare.

martedì, novembre 06, 2007

il ritorno della famiglia Brambilla

Roma è una città grande, piena di parchi.
Provate ora ad immaginare un posto dove no, proprio non è concesso fare un pic nic, ma non tanto per improbabili divieti quanto per cause di forza maggiore.
La vostra immaginazione non arriva a tanto. Lo so.

Allora provate ad immaginare ad un telo anni '70, di quelli con le pallone blu e rosse, rigorosamente simmetriche, di quelli che se li vedete in una vetrina pensate oh ma quelli c'hanno proprio roba vecchia esposta!
E poi pensate alla classica famigliola in gita domenicale. Coi due bambini, i panini, i vestiti casual, la palla etc.
E poi guardate, sempre con la vostra immaginazione, Roma dall'alto.
Vi apparirà imponente la cresta delle mura. Costeggiatele con lo sguardo, fino a giungere a quell'incredibile polmone verde che è villa Borghese. Ma villa Borghese è grande. Allora prendete come punto di riferimento la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, monumentale matrona, nella parte più a nord della Villa, datele le spalle e invece di salire la scalinata entrate a sinistra nella villa, come per andare al giardino zoologico. Lì di fronte vi si apre una sterminata vallata. E la sua peculiarità è il nome nonché l'uso: la valle dei cani. Ora andate con gli occhi proprio al centro di detta vallata. E lì, proprio lì nel mezzo, avrete la fortuna di vedere il telo anni '70 della famiglia più pazzerella della capitale. Quella che ha pensato di picniccare proprio al centro della valle dei cani di villa Borghese, sita in Roma.

Tutto quello che state immaginando in questo momento è successo.
Coronato dal furto, da parte di un cane goloso, di mezzo panino di mia figlia, dalle sue stesse mani. Con una grazia indescrivibile. E con pianto dirotto della piccina.
Taccio dei vari padroni dei cani, prima fra tutte una matta che col caldo che faceva si aggirava in giaccone di piuma tutta truccata e col sudore che le gocciolava negli occhi e, a detta sua, glieli bruciava anche. Taccio sul pazzesco numero di fuffi sprizzi cicci biffi anna giorgio giacomino che hanno pascolato sul nostro splendido telo. E odorato le nostre pietanze.
Dirò, invece, che visto l'andazzo, abbiamo tolto le tende in non più di mezz'ora.
Sperando che mia figlia non pensi che il cibo preferito dei cani siano i suoi panini!

venerdì, novembre 02, 2007

Il trenino

Ora, io voglio dire, la parte di Roma dove è stata ammazzata la signora l'altro giorno all'uscita dalla stazione (io la conosco e chiamarla stazione è veramente come chiamare Buckingham Palace casa mia) è tangente al cuore dei Parioli. Ma è anche una zona piena di grandi spazi verdi.
Non è periferia, signore e signori. E' la parte nord del quartiere più lussuoso, caro e pieno di pariolini di Roma.
Cioè qui si tratta di civiltà, di soldi, di macchine, ristoranti e negozi di lusso. Non lontano da quel buco dimenticato da tutti c'è il ristorante dove vanno spesso a cena politici, dove le macchine si parcheggiano in quarta fila e il parcheggiatore fa aspettare la tua vistosa carcassa per parcheggiare quei gioiellini appena usciti di fabbrica, fors'anche assemblati a mano.
Ai Campi sportivi vanno a muovere le loro chiappette i figli dei figli dei figli, c'è anche chi fa il cavallerizzo, chi fa rugby perché è uno sport d'azione. Ci sono prestigiosi circoli sportivi. C'è la sede del CONI. L'attività ferve, insomma.
Quella Roma lì ospita altresì, senza danni né alla circolazione né all'ordine pubblico, la grandissima moschea.
C'è talmente tanto spazio che hanno persino costruito un teatro tenda specializzato in musical. Proprio di fronte alla caserma dei carabinieri. Col prato sempre rasato di fresco.
La cosa più storta che si possa vedere sono le simpatiche vecchie prostitute, lì da anni, che il teatro ha un po' scalzato, ma che son pervicaci e ritornano sempre con le loro seggioline.

Poi guardi bene e, all'altezza del cavalcavia, trovi sempre mucchi di uomini in attesa. Con borse tracolla, sai quelle da uomo, i borselli, insomma, o più classici zainetti, tutti rigorosamente no marca. Costoro aspettano un caporale. Che deve arrivare o che è andato già via. Giocano a carte, bevono. I più furbi son da soli, ché si spiccerebbero prima a darsela a gambe o a montare col caporale. Questo avviene da anni a duecento metri, forse trecento, dalla caserma Palidoro.

Poi prendi il trenino della Roma Nord. E tutto quel benessere che trovi percorrendo le strade in macchina svanisce a mano a mano che passano i chilometri. Il trenino viaggia più in basso della carreggiata stradale, almeno in quel tratto urbano, nascosto da alberi e vegetazione rigogliosamente occultatrice. E il trenino fende questa vita di sottobosco per mostrarla ai suoi passeggeri con la stessa crudeltà con cui nei film mostrano operazioni a cuore aperto. La vita è completamente diversa vista dal trenino. Si vede il letto del fiume. Si vedono baraccopoli. Ammassi di rifiuti. Vaghi segni di vita. Macchine scassate. Carrelli. Tende e capanne. Fangosi panni stesi. Ma non c'è elettricità. Non c'è acqua corrente.
Possibile che nessuno se ne sia mai accorto? Possibile che questo cancro nella bocca del leone non abbia dato mai fastidio?
Possibile che ora sia colpa di Prodi?
Questi sono classici problemi del sindaco di una città, che sono stati fatti sedimentare per anni, che il fiore all'occhiello della Moschea ha vistosamente appannato, così da non farli più vedere tranne che dal treno.
Regolamentare significa anche far vivere le persone con dignità.
Io penso che regolamentare i flussi dell'immigrazione significhi anche non permettere che qualcuno si riduca a vivere nel nostro paese peggio di come viveva nel suo.

mercoledì, ottobre 31, 2007

Dipendenze

Cioè una madre non ha più diritto di ammalarsi?
Con trentanove di febbre io non posso stare incollata all'interno delle mie coperte in un delirio che rivede ogni singolo evento drammatico della mia esistenza che sarà stato sempre meglio del mio attuale stato di salute?
No, io devo leggere la pimpa cambiare pannolini lavare culetti preparare gustose cenette allungare tette a poppanti preparare brodi contro la disidratazione pensare a bere litri d'acqua scongelare qualcosa per la cena e cucinare rifare i letti fare lavatrici passare l'aspirapolvere e lavare per terra e qualsiasi cosa aggiungiate alla lista non sarà mai anodina.
Il mio piccolo mondo dipende da me.
Da un lato è una bella soddisfazione.
Dall'altro darei non so che cosa per staccare la spina per 24 ore....

lunedì, ottobre 29, 2007

Cimurro ergo sum

In pratica è il riassunto dei giorni scorsi.
Io e l'aerosol siamo un tutt'uno.
Ho talmente tanto cimurro in capoccia che non so se sopravviverò al mese d'ottobre.
Ieri avevo talmente tanta febbre che non è bastato un termometro.
Gli umori del corpo umano sono inquietanti.
E ora non mi stupisco più del fatto che, sostanzialmente, siamo acqua.
E una volta evaporata....

martedì, ottobre 23, 2007

Il cardellino predatore

Ho appreso che gli animali predatori hanno le unghie e i predati hanno gli zoccoli.

Ai miei tempi, a scuola, certi argomenti si abbordavano molto più alla lontana.

Mi rimane, però, l'incertezza riguardo gli uccelli.
E le zoccole.

giovedì, ottobre 18, 2007

Come nasce un post

Sembra che la mia serata di ieri non fosse niente di eccezionale.
I punti di vista diversi sono l'anima della società.
Il mio amico gigio, secondo lui, non c'era niente da raccontare sul blog.

Allora non vi dirò dei preparativi dell'incontro, di mia figlia che non sta più nella pelle dalla gioia, che viene minacciata di non vedere l'amichetto se non fa tutto quello che dico io, e funziona!
Non descriverò l'uscita in bicicletta dei nostri figli, e lo sforzo di noi mamme a tentare di farli pedalare su una salita pendenza 45%, con annesse carrozzine di secondi pargoli.
Non vi dirò, ovviamente, della discesa.
E non c'era, poi, nulla di speciale nelle pennellate ad acqua su fogli F4 su cui si concentrano, applicatissimi, gli occhi dei bambini.
Il didò sparso in tutto il salotto metteva giusto una nota di colore, poco importa se i bambini adorano inficcarci le mani dentro.
Per tacere delle tre cene improvvisate per bambini di diverse età e adulti di diversi cervelli. E quattro con l'allattamento.
Per tacere della mia amica che non è stata seduta un attimo durante la cena.

Cosa c'è dietro una tavola apparecchiata, dietro un piatto pieno portato in tavola, e dirò anche dietro ad un frigorifero?

Nulla da raccontare di questa serata.

Se non fosse che c'è qualcuno che s'è fatto un culo così forse solo perché fosse una serata diversa mentre la vita scorre uguale.

Ma mia figlia stamattina era felice.
E solo guardare i suoi occhi mi ha detto che quella di ieri, almeno per lei, è stata una serata speciale.

martedì, ottobre 16, 2007

Armonia genetica

Il nuovo vestito, non lo vedrete mica più come un pugno in un occhio di quello color merdina secca, no?
Sarà che sto invecchiando, sarà che mio marito m'avrà attaccato un po' di daltonismo, sarà che il mio senso artistico si è sempre più sviluppato verso l'arte orale (e senza doppi sensi per cortesia), ma io proprio non riesco ad accoppiare i colori.
Palette su palette, confronti, prove su prove hanno dato - mi rendo conto - un risultato che una liceale alle prime armi con le tavole cromatiche avrebbe fatto il cerchio perfetto di giotto.
Questa smielata combinazione di colori per il momento incorre di più nel mio apprezzamento rispetto a quella merdina secca che ormai mi metteva anche più d'un filino d'ansia.
Bisogna dire che il mio avatar è sempre stupendo grazie al mio amico Popale
al quale, e spero che lui apprezzi la mia decenza, non ho nemmeno mai chiesto di rifarmi il look webico. Devo contare sulle mie risorse.
E poi penso che sta roba d'accoppiamenti di colori sia una questione d'armonia genetica.
C'è chi ce l'ha.
E poi ci sono io.

giovedì, ottobre 11, 2007

Tritacouilles

Tritacouilles: che puoi leggere indifferentemente Ratatouille o strappamutande o due palle infinite già prima di uscire nelle sale.

E se fosse un fiasco?

Nessuno se ne accorgerebbe perché hanno dato talmente tanti biglietti omaggio che le sale sarebbero comunque piene.

Ora, c'è un esempio nella storia della mercificazione dell'arte (va bè, della mercificazione tout court) in cui lo scopo stesso di tale esercizio risulti nullo?

Questa è l'era post moderna, siore e siori, attrezziamoci e partite.
Io vi raggiungo più tardi.
Tanto se rispondo a quante zampe ha una gallina, vinco pure la benzina!

mercoledì, ottobre 10, 2007

Maestr-anzi

Come profilai all'orizzonte nel lontano mese di Gennaio 2007, l'insegnamento della religione non è un optional, almeno nella scuola materna italiana.

Già, durante la prima riunione con la maestra, abbiamo assistito alla presentazione dell'insegnante di religione, che si premurava di chiarire a tutti i genitori come, vista la giovane età dei virgulti, avrebbe approcciato giusto giusto il discorso sulla creazione. E io già qui avrei avuto diverse cosette da dire. Diciamo che più o meno mi trattengo, salvo segnalare che non desidero che mia figlia frequenti l'ora di religione.
Ah ma io non ho ricevuto nessun esonero - mi fa la maestra.
Allora se lo tenga per detto a voce - avrei risposto io, se non fosse stato che non volevo già cominciare a distinguermi come più matta di tutte le madri già matte in classe di mia figlia.
Poi è intervenuta la mamma influenzabile - quella che già aveva cambiato parere diverse volte su istigazione della mamma stronza (che pare abbia pure la figlia stronza che già si nega ai compagnucci masculi, tre anni, dico io!) - , e ha osato dire che anche sua figlia era esonerata.
E poi ancora io: ma queste bambine dove le mettiamo durante quest'oretta?
E staranno con la maestra - mi risponde la simpatica insegnante di religione.

E questo, tutto sommato, mi avrebbe tranquillizzato, se non avessi scoperto per caso che durante l'ora di religione la maestra va a comprare il pane.

Ora in Italia io:

1) avrei diritto a non professare niuna religione e a non educare religiosamente la mia prole. Ma come spesso avviene i diritti acquisiti lo sono spesso solo sulla carta.
2) avrei diritto a non dovermi mettere a spiegare a mia figlia cosa non è dio, cosa che probabilmente invece dovrò fare, contrariamente a quelli che volevano essere i miei principi educativi.
3) avrei diritto a rilassarmi almeno durante le ore in cui la mia prole è custodita in un edificio scolastico.

Dico bene, avrei.
E ora mi tocca pure andare a baccajare, come si dice a Roma, per capire chi si occupa di mia figlia durante l'ora di religione.
E tenete conto che una disposizione del consiglio d'istituto impedisce a noi genitori di prendere i nostri figli all'interno della scuola. Dobbiamo aspettare fuori del cancello che la bidella (sì lo so che ormai chiamarli bidelli non fa fine) ce li passi ad uno ad uno. I più piccoli rigorosamente per ultimi.
Cioè alle 13, ora di pranzo, fanno uscire per ultimi i bimbi più piccoli.
E il tutto senza avere MAI la possibilità di interloquire con la maestra. Chessò se mia figlia ha mangiato la merenda, se qualcuno l'ha veramente spinta contro il muro come lei racconta, se va al bagno, se la maestra starà con lei durante l'ora di religione....insomma, cosette così, insignificanti per qualcuno, ma fondamentali per il genitore di una bambina di 3 anni.
E mi sa che siamo solo all'inizio.

venerdì, ottobre 05, 2007

Carta da cesso

Insomma, ecco, a me De Magistris m'è parso tanto un bell'uomo, distinto e molto sicuro di sé. Parlava anche bene l'italiano, soggetto predicato complemento. Non perdeva il filo del discorso, mentre il povero Ruotolo sembra sempre più andare nel pallone alle interruzioni di Santoro.
De Magistris ha nel suo cuore la Costituzione Italiana.
E questa mi pare una cosa del tutto originale nella
res publica.
E lo dice con una purezza d'animo che quasi commuove.
In Italia, signori, c'è ancora qualcuno che ha nel cuore la Costituzione.
E questo qualcuno non è un guitto qualsiasi, una casalinga disperata alle prese con i suoi cuccioloni, oppure uno squallido informatico col culo quadrato e la panza strabordante. Ché allora sarebbe di niuno interesse. No, signori, a dire che ha nel cuore la Costituzione Italiana è qualcuno che effettivamente può farla rispettare, può farla amare, può sbandierarla, restituendole un senso.
E che si fa con codesto soggetto? Codesto soggetto, da altri e pare più potenti rappresentanti della suddetta Costituzione, che dovrebbero averla nel cuore anch'essi e sbandierarla restituendole un senso, ma che forse l'hanno utilizzata come
papier-cul a suo tempo senza ricordarsi di farne una fotocopia, codesto soggetto da altri viene sbeffeggiato, indebolito, svilito e avvilito. Perché non si è attenuto al codicillo, perché c'ha ispettori che gli controllano anche il didietro quando va al cesso, perché non potrebbe nemmeno andare a lavorare visto che gli danno la macchina blindata, ma non la benzina, che lui paga di tasca sua. In pratica viene invitato a starsene a casa, bello mio. Ché in ufficio col tuo motorino, come Woodcock, non ci puoi andare, e la macchina blindata è a secco, chiticredidiessere?.
La sua semplice, quasi ingenua, risposta alla domanda "E lei che fa?", è stata: "Io vado lavorare".
Ma che cipiglio quell'uomo. Che statura morale, che dignità e cultura.
Io m'inchino. Di fronte a questo servitore della patria.

giovedì, ottobre 04, 2007

Eccola qui la soglia, manco a farlo apposta

Lo giuro che non sono redattrice di telegiornali, né veggente.
Ma proprio oggi è uscito il notizione della soglia.
Intendo la
soglia di povertà, nella cui versano più o meno sette milioni di italiani.
E questa soglia, per un nucleo di 4 persone (quale incidentalmente è il mio), si attesterebbe, secondo il fantomatico Istat, su una spesa mensile di all'incirca 1581 euri al mese.
Non è chiaro, come sempre, se in questi soldi siano compresi anche i mutui, altresì presumo che lo siano le bollette.
Facciamoci due conti:
tolgo 170 € al mese di elettricità-telefono-gas-acqua-immondizia e fanno 1411
tolgo 250 € al mese di benzina e assicurazione e fanno 1161.
Dividiamoli per 4 e fa 290€ a settimana.
Dove sono inclusi, suppongo, anche tutti gli extra tipo abbigliamento, medicine, pannolini, spese scolastiche, sigarette, e ovviamente cibo.

Ora, molto sinceramente, io credo di far mangiare la mia famiglia con molto meno di questo e senza farle mancare niente, ma ovviamente facendo attenzione, una rigorosa attenzione, ai prezzi.
Che vuol dire? Che sono scivolata oltre la soglia?

martedì, ottobre 02, 2007

Sei anche tu sulla soglia? clicca qui!

Lo so che ci sono persone che non riescono nemmeno a mangiare, e che non distinguono l'inizio dalla fine del mese.
Ma io faccio la raccolta differenziata, do' il pane duro al cavallo, quando mi lavo i denti non faccio scorrere l'acqua, uso il geberit piccolo per la pipì, spengo la luce (già a basso consumo) della stanza da cui esco, non faccio mai il bagno nella vasca. Tutto sommato una serie di accortezze che pare facciano risparmiare me ma anche il pianeta. E magari anche il mio vicino stronzo che lascia scorrazzare i cani senza museruola a tutte le ore del giorno e della notte.

Non sarà che la nuova soglia della povertà è poter stare ininterrottamente collegati ad internet sognando quello che si potrebbe comprare/fare avendo tanti soldi?
Una vita per procura.

lunedì, ottobre 01, 2007

giovedì, settembre 27, 2007

Crisi di coscienza


Mi ero dimenticare la cosa più assurda che io abbia sentito in un telefilm da dieci anni a questa parte. Quella, cioè, che ti fa dire ma in che mondo siamo, ma sogno o son desta, ma io adesso sono giustificata a prendere un mitra e sparare a tutti gli autori-produttori dello show:
Isy, la bionda chirurga di Grey's anatomy (e non entro nel merito di chi vede o non vede, ama o non ama questo telefilm, qui non ce ne importa punto - anatomia della materia grigia andrebbe tradotto!), ella - dicevo - imperciocché le deve essere caduto un tronco in testa quando era pargola, ella rifiuta di incassare un'eredità piovutale praticamente dal cielo. Ma non un'eredità di qualche migliaia di dollarucci dello zio sfigato morto a 95 anni. No qui parliamo della cifra stratosferica di ottomilionisettecentomiladollaronisonanti (che poi qualcuno mi spiegherà il valore numerologico dei settecentomila...non potevano fare cifra tonda?) che altresì scritto suona più o meno così: 8.700.000 $.
Cioè una roba mai vista nemmeno nel sogno erotico più spinto. Quella cosa che ci fa sognare a tutti di iscriverci anche al quiz più sfigato per racimolare quei bigliettoni atti a riportare nella nostra squallida vita un po' di benessere. Quella cosa lì a lei le si scaraventa sulla capoccia dal cielo. Il lascito proviene più esattamente da un tizio che conosce da non più di un mese a cui fa fare un trapianto di cuore, cuore rubato al padre di dieci figli per darlo a questo sfigato che muore illico presto subito dopo, e anche subito dopo aver chiesto alla maga chirurga di sposarlo ché lei non sa che lui è multimiliardario e lui si guarda bene dal dirglielo ché se lei dice sì sarà solo per la sfiga di aver come marito uno che non respira nemmeno tanto è il male che sta.
Insomma questo (finto!) poveraccio, che muore subito dopo la dichiarazione d'amore della sua vita e soprattutto dopo un malriuscito trapianto di cuore rubato, ha avuto la prontezza di spirito di chiamare un notaio e lasciare questo folle assegno (e firmarlo!) quando non riusciva nemmeno a pronunciare due parole in croce.
E la maga chirurga, dopo tutti 'sti sforzi e lo so che voi non crederete a quello che sto per scrivervi, la maga chirurga matta - e diciamolo! - decide di appendere l'assegno al frigorifero, con uno di quei magneti, quelli a forma di pesciolino smorto che noi comuni mortali siamo felicissimi di avere sui nostri patetici vuoti frighi. Cioè lei lo appende al frigo, l'assegno!
Ma se non lo vuoi, santa pazienza, ma dàllo in beneficienza, dàllo ai tuoi amici morti di fame che per cena mangiano pop corn tanto poco guadagnano! Dàllo a me!
Io proprio queste crisi di coscienza non riesco a capirle....

E sempre di sfiga andiamo a parlare

Ora, sembra che io sia sempre qui a parlare di sfiga.
Ma vogliamo dire dello sciopero dei mezzi pubblici a Roma domani, il giorno in cui io ho fissato due visite da pediatri diversi nonché il primo té tra amiche da cinque mesi a questa parte e ovviamente mio marito deve prendere la macchina per andare a lavorare, ché se no come lo pago il tè?
Ma vogliamo dire della torta rustica che si brucia nel forno due minuti due dopo che l'ho guardata?
Ma vogliamo pure dire di mia figlia che si addormenta para para sul pavimento perché mi sono imposta di non forzarla ad andare a letto il pomeriggio?
E vogliamo pure aggiungere la stessa pupa che sporca il famigerato grembiulino nell'istante esatto in cui io premo il tasto della lavatrice mezza vuota?
A mitigare il tutto, però, ci si mette lo svezzamento della nuova nata.
Che pare essere estremamente vorace almeno rispetto alla prima.
Ma non mi preoccupo.
C'è sempre tempo perché le cose vadano peggio!

mercoledì, settembre 26, 2007

Meringa smontata


C'è sempre un motivo per cui le cose succedono.
C'è sempre un motivo per cui si resta imbambolati alle 23h30 di fronte ad uno Jeremy Irons sfolgorante.
Lo ammetto.
Le mie fantasie erotiche comprendono senza dubbio una scampanellata fatta dal dito di Jeremy, vestito esattamente con la stessa martingala con cui si tromba (possiamo dire tromba?) la giovanissima Juliette Binoche, una volta entrato nel suo appartamento.
Ecco, peccato che da me non ci sia il citofono....


martedì, settembre 25, 2007

Prugne atomiche



Ieri al mercato ho comperato prugne rosse grosse come tette.

Ve lo giuro. Non credevo ai miei occhi.
Si presentavano proprio come tette. E giganti pure.
E io non ho saputo resistere alla fragranza. A quell'impercettibile tremolìo che mi solleticava.

E ancora una volta io, che in questo periodo ho un gran da fare con le tette, mi rendo sempre più conto di quanto sia perfetta la natura.
Dalle prugne, infatti, sebbene a forma di tette, non esce il latte!

La foto è di Deborah Brown Penrose

venerdì, settembre 21, 2007

A perenne MEMOria

MEMEnto mori!

Questo è il riassunto della mia vita.
E questo è il mio massimo sforzo.
E non passo il testimone perché sono sempre stata un'egoista.
Voglio tenere tutto per me.

mercoledì, settembre 19, 2007

Il terrore ha in mano uno strumentopolo

Immaginate una stanza buia.
Immaginate un orco con uno strumentopolo in mano animato da una flebile lucina.
Immaginate un caldo infernale.
Immaginate un'immagine di strani animali proiettata sul muro.
E poi, sinceramente però, immaginate di essere una tesorina di tre anni che si affaccia sul mondo, con una manciata di boccoli biondi, su un'adorabile faccetta, con in mano una gustosissima merendina.
Voi, se foste lei, con tutti gli sforzi di immedesimazione del caso, se foste lei appunto, vi fareste visitare dall'OCULISTA????????????????

Risposta esatta.

martedì, settembre 18, 2007

Siamo tutti ragionieri

Chi può dire, in buona fede, di non avere il suo angoletto da ragioniere?
Non me ne voglia la categoria e non vuole essere niunamente un'offesa.
E' solo una constatazione, e più precisamente di una configurazione caratteriale che rispecchia certa precisione d'atti e ancor più d'animo.
E son sicura, altresì, che ogni ragioniere ha il suo angoletto di follia.
Come Belluca. Di pirandelliana memoria. Che trascrive trascrive trascrive fino a che ad un certo punto corre via. Dove non si sa. Perché anche lui un sogno nel cassetto ce l'aveva.

lunedì, settembre 17, 2007

I fatti degli immigrati

Oggi riunione per il famoso quanto fantomatico doposcuola per pupi fornito dal comune in cui risiedo.
Abbiamo assistito alla solita mascherata riunione di condominio.
Ma quel che è più imbarazzante è che una povera mamma rumena è stata pubblicamente derisa dall'impiegato comunale perché non aveva dato l'indirizzo giusto alla scuola. La voleva obbligare a dirlo davanti a tutti con minaccia di denuncia perché sembrava irregolare in Italia secondo la legge stacippa.
Però, però. C'è da dire che dopo essersi resi conto di cosa stava succedendo, perché ci vuole un po' per rendersi conto che un tizio vestito da pubblico ufficiale sta sbarellando, molti genitori sono intervenuti in difesa di quella poveraccia, che magari avrà pensato che in Italia è normale che qualcuno racconti i fatti degli immigrati in pubblico. Perché, parliamoci chiaramente, se fosse stata una mamma italiana il tizio vestito da pubblico ufficiale non si sarebbe mai permesso.

Inquiete questioni

Mi domandavo se l'architetto d'interni ci capisse di pentole a pressione per cucinare alimenti così come l'architetto di costruzioni ci capisce di pannelli solari per cucinare umani.

Facciamoci del male

Io, seria: "Cugino, ti trovo dimagrito!"
La moglie di mio cugino, seria: "Non è dimagrito, è invecchiato!".

mercoledì, settembre 12, 2007

Minuti in libertà

Ora che mia figlia fa pipì e cacca nel posto giusto, ora che abbiamo comperato il grembiulino che la segnerà per sempre come parte del mucchio, ora che ho fatto un passo indietro enorme rispetto a che cosa non è dato saperlo (e forse nemmeno a me...), ora che con mia madre il rapporto è a dir poco idilliaco e che non vedo l'ora di sentirla a telefono per raccontarle con fervore un'altra delle mie mirabolanti giornate, ora che mio marito si è privato della sua macchina per attraversare l'immensa (rispetto a che?) metropoli e raggiungere il suo posto di lavoro, ora che stiamo per avere l'ultima finestra nuova che ci consentirà di passare l'inverno al calduccio senza diseurarci eccessivamente per le spese del gas, ora che tutto, ma proprio tutto sembra essere sotto controllo, sono riuscita ad andare finalmente dal parrucchiere.
Ed ovviamente sono uscita fuori che era meglio che non c'andavo.

E poi no, il confronto con le capellone insoddisfatte è troppo frustrante.
E con le strafighe capellone insoddisfatte, poi, è ancora peggio.
Io, nella mia prima ora di libertà da miliardi di minuti a questa parte, mi sono sentita la solita merda secca. Ed in più ho sacrificato pure la mia chioma per una bellezza che nessuno specchio mi ha rimandato.
Ma perché dicono sempre che quando le donne sono depresse vanno dal parrucchiere per sentirsi meglio?

Comunque, ci tenevo particolarmente a lasciarvi con la definizione di massa che da' il buon David Grossman in un articolo pubblicato da Repubblica il 5 settembre 2007.
E' troppo pregna di significato per passare inosservata, anche per la mia allergia alle citazioni:

"Ho l'impressione che ci trasformiamo in "massa" nel momento in cui rinunciamo a pensare, a elaborare le cose secondo un nostro lessico, e accettiamo automaticamente e senza critiche espressioni terminologiche e un linguaggio dettato da altri. Io mi trasformo in "massa" quando cesso di formulare con le mie parole compromessi e scelte morali che sono disposto a compiere".

Signori e signore, su questa frase c'è da meditare e anche parecchio. Cristallina nella sua lineare spiegazione.
E perché già dall'asilo i bambini devono portare i grembiulini tutti uguali?

martedì, settembre 11, 2007

Coordinazione

Devo fare un passo indietro così lungo che saranno oscurati tutti i gamberi del mondo!

lunedì, settembre 10, 2007

Uso privato di mezzo pubblico

Oggi era il gran giorno.
L'inizio della vita in società.
Quello sancito ufficialmente dall'entrata all'asilo per la mia figlia più grande.
Levataccia alle 6.30 per andare alla "scuola dei grandi".
C'è una buona notizia: la maestra mi ha fatto un'ottima impressione. Molto new age, fautrice di esperienze tattili e teatrali. Ma vi saprò dire più in là. Sui genitori stendiamo un velo pietoso. Un po' fac-simil riunione di condominio. Io ero quella trasparente.
Epperò in tutto questo frangente mi sono scordata di fare gli auguri a mia sorella, l'avvocato scassamaroni. Che da vera signora qual è non se n'è nemmeno lamentata.
Solo dopo che ci avevano sbattuto fuori dalla classe per lasciar piangere in pace i nostri figli, lei mi ha sussurrato: "tanti auguri, eh".
E anche lì ho impiegato diversi secondi per focalizzare....
Tanti auguri vecchia ragana! (dove "ragana" sta per ranocchia e non è "ragazza scritto male!).

venerdì, settembre 07, 2007

Senza parole

Il tg 1 ha deciso di commemorare insieme big luciano e big gigi.

Giorgino ha dedicato a loro un interessantissimo servizio: Gigi Sabani che faceva l'imitazione di Pavarotti.

La fantascienza non si è spinta mai così oltre.

giovedì, settembre 06, 2007

Considerazioni sbiadite

Ognuno è chiamato in un momento della sua esistenza a fare qualcosa di grande per sé e per gli altri.
Ognuno ha la sua parte di responsabilità.

Peccato che spesso quell'attimo svanisca in uno sbiadito ricordo e con la stessa rapidità con la quale digeriamo un piatto di carboidrati.

martedì, settembre 04, 2007

Caccia all'errore

Ecco, non è che io voglia in qualche surrettizio modo lamentarmi di non avere tempo perché comunque avere due figli è stata una scelta mia e non posso incolpare nessuno se mia figlia a tre anni non è ancora completamente indipendente se non si addormenta da sola se mangia solo quando lo ritiene fisiologicamente necessario se sveglia regolarmente la neonata non appena ella si addormenta così come non posso incolpare nessuno se non ho nemmeno il tempo di farmi la doccia e lo devo ritagliare tra un pannolino e una minestrina se ho una pila di panni da stirare che non accenna a muoversi se continuo a non avere un mezzo di locomozione alternativo alla defunta y 10 se la mia laurea giace in un cassetto impolverato e oggi ho anche scoperto che esiste la laurea breve in antropologia dopo che io mi sono fatta un culo così per cinque stramaledetti lunghi anni e infatti s'è visto il risultato ché tanto è finita in un cassetto però posso sempre dire che il mio titolo di studio è la laurea - uh che fortuna! - e infatti al centro per l'impiego mi hanno chiaramente detto che mi ci posso nettare le terga con quel pezzo di carta bisunto visto che non interessa niente a nessuno ma tutto sommato potrei anche mentire e dire che sono laureata in economia e commercio e andare a fare il broker alla ricerca della felicità procuratami dai verdi bigliettoni (perché, ditemi, chi non è felice con tanti soldi?) oppure in quell'altra stramaledetta scienza delle comunicazioni che fa tanto scic e andare a frequentare gli ambienti più fesciòn che ci siano mollando la poppante ad una bebisitter ben pagata e se possibile più di me per ritrovarmela svezzata a diciotto anni.

Non ho lo stramaledetto controllo del tempo. Ma questo tempo passa anche senza passaggio a livello. Ed io aspetto che passi.

Questa era la versione pessimistica.

Quella ottimistica è:

sono strafelice di fare la mamma a tempo pieno sono anche dimagrita sette chili adoro mangiare frutta e verdura antiossidanti cosicché la mia forma fisica si mantenga smagliante per quel figaccione di mio marito e per dare il buon esempio alle mie figlie ché crescano belle e di sani principi.

Caccia all'errore.

domenica, settembre 02, 2007

La bomba


E' scoppiata.
In cucina.
Ha distrutto tutto al suo passaggio.
E' arrivata dovunque.
Ha lasciato dietro di sé morti e feriti.
E anche incazzati.
E ora giace anche lei nella spazzatura.
E non avrà nemmeno un degno funerale.
La mia macchinetta del caffè.

venerdì, agosto 31, 2007

Lezioni di vita

Devo trovare un regalo da fare a mia figlia.
Il padre gliel'ha promesso se faceva la cacca nel water.

Ha fatto la cacca nel water.

Ogni promessa è debito.
Ai bambini si insegna così a non mentire.

giovedì, agosto 30, 2007

I'm coming back



Tutti abbiamo bisogno di essere al centro dell'attenzione di qualcuno.
E parimenti abbiamo bisogno dell'approvazione delle persone cui vogliamo bene.
Ognuno è star a suo modo.
A tutte le età.
Così va la vita.

Da questa riflessione si capisce come le mie vacanze siano andate benissimo.
Sfido chiunque a smentirmi.
Come fanno a non andare bene delle vacanze in cui c'è un cognato che sparecchia la tavola più veloce di nembo kid; una madre che fa la spesa, cucina e fa baby sitter alle pupe lasciando dietro di sé una scia di caramelle e zuccheri vari; una sorella che arriva alla lavatrice sempre quei trenta secondi prima di te; un nipotino adorabile che si sveglia alle 6h30 per la maggior parte dei giorni della settimana e teneramente sente il bisogno di comunicarlo al mondo intero; una figlia che compie per la prima volta tre anni e non ringrazia nessuno dei copiosi regali ricevuti distruggendoli poi sistematicamente; una poppante dolce e silenziosa nel suo cantuccio che non proferisce verbo se non per mangiare e dulcis in fundo un marito premuroso che rientra tutte le sere dal lavoro fresco come una rosa e non pago della leggera giornata alle spalle mi invita regolarmente a fare una passeggiata post prandiale di chilometri, visto che io non sono stanca per nulla.
Ma siccome tutti abbiamo bisogno dell'approvazione delle persone cui vogliamo bene - ed ovviamente anch'io -, e che queste persone in fondo sono poche rispetto ai miliardi di esseri umani là fuori, ci lasciamo trasportare dall'immenso affetto che ci circonda passando sopra a quisquilie che ci rivoltano lo stomaco in nome del quieto vivere e della conciliazione.

Non è una svolta buonista la mia.
Chi mi legge saprà cogliere le sfumature.
Chi non mi legge ciccia.

E sto anche meditando di cambiare il nome del mio blog.
Fa tanto star.

I love you all.

mercoledì, luglio 04, 2007

Invidia

A sentire gli amici di vecchia data, quelli che t'hanno vista crescere (anche troppo!), t'hanno sopportata per anni, che conoscono tutte le sfumature del tuo lunatico carattere, che ti seguono perché ti amano anche se non ti sopportano, che puoi chiamare alle 3 di notte perché alla peggio ti dicono che stavano dormendo, a sentire quegli amici, insomma, il mio blog ha due difetti fondamentali: parlo troppo bene di mio marito e parlo troppo delle mie figlie.

Bene.
Con questo post intendo sovvertire la loro impressione. Tanto qualsiasi cosa io dica so che a loro andrà bene. Perché sono peggio dei miei più affezionati lettori. Consenzienti a tutto. Ma io li fregherò!

Mio marito ieri è stato al concerto di Peter Gabriel.
Lo odio. Avrei voluto andarci io.
E che lui restasse a casa a sopportare una figlia isterica che chiedeva di lui e allattare un'altra che non si saziava mai.
Lo odio e con lui odio tutti i maschi che non hanno le tette (casomai ce ne fossero che le hanno).
E lo odio anche perché dopo il concerto si è fermato a farsi una birretta con gli amici. Quella birretta che avrei voluto farmi io. Per rinfrescarmi le meningi.
E lo odio anche perché lui ha un lavoro dopo il quale poter andare al concerto di Peter Gabriel.
E lo odio anche perché esistono i cellulari. E ha avuto anche il coraggio di farmi vedere le foto scattate con l'arnese durante il concerto. E come se non bastasse ha fatto anche il filmino: "E qui è l'inizio e qui c'è lui che salta di qua, e peccato che ormai c'ha una certa età e non attaversa più il palco a grandi falcate e certo che non si capisce perché si tenga quella Melanie come corista", senza dubbio è perché è sua figlia - ribatto io, che vorrei essere nata da una costola di Peter.

Parlo per invidia ovviamente. Ma che si capisca una volta per tutte che mio marito non è uno stinco di santo, che è un uomo come tanti altri, e che per il super mega concertone visto almeno altre quattro volte è capace di abbandonare la giovane (!) moglie al suo tristo destino.

E quanto alle mie figlie, argomento chiuso!

E in questo post è consentito l'insulto libero.

martedì, luglio 03, 2007

E' sempre una questione di tuorli


Si parlava dunque di sfiga.

Abbiamo i seguenti elementi:

- Casa al mare, dove si passeranno lunghissime vacanze gratis.

- Macchina regalata in arrivo per raggiungere la suddetta casa al mare e utilizzarla per gli spostamenti con le bambine.

- Mio marito che andrà al concerto di Peter Gabriel e in cambio mi regala tre serate libere (senza data di scadenza = non le sfrutterò mai. Ma questa è un'altra storia).

Come potrete notare, non corrispondono propriamente a sfiga. Anzi.
Schekerati a dovere potrebbero anche offrire ottimi momenti di svago.

Ma c'è un ma.
Lo schekeramento può produrre anche danni irreparabili.
Far venire a galla l'imponderabile.
Far andare a male la maionese.

E come volevasi dimostrare, è sempre una questione di tuorli.

Come lo chiamate voi un fermo amministrativo per la macchina regalata in questione, dovuto a multe mai pagate?

lunedì, luglio 02, 2007

Occhiali postmoderni


La sfiga sfighissima sta per abbattersi sul mio piccolo mondo.
La vedo e la prevedo.
Vi basti sapere questo.

giovedì, giugno 28, 2007

Mai husband foll in lave



Mai simpatic hiusband ieri sera facendo zapping da una catastrofe naturale ad una mostruosa betty, incappa accidentalmente su un numero di circonvoluzioni acrobatico-contorsionistiche di femmine simil-lesbo, che mi costringe a sbirciare.
Ora, io non conosco le fantasie erotiche di voialtri.
Certo so che lui sbava su queste contorsioniste slegacciate che strombazzano a tutti i venti che loro riescono a mordersi le unghie dei piedi col mento.
E' chiaro che io non sono nemmeno in concorso.
Con i miei prosciutti e la mia pancia indolenzita post partum.
E quelle roteano, si dimenano, non un filo di grasso fuori posto, con due stelline a coprire i minuscoli capezzoli....
E io, incapace anche di flettermi a gambe tese, con dei seni lattiginosi che invadono quasi l'atmosfera, come posso competere?
Ma lo chiedo a voi, maschi in calore estivo: che cosa hanno - di grazia! - loro più di me che già sono così tanta, così piena, così invadente?

martedì, giugno 26, 2007

Una bella giornata

Ogni tanto la fortuna gira bene.
Anche per chi, come me, è dotato di un inguaribile pessimismo.
Tutto si illumina di luce diversa.
Le cose difficili sembrano a portata di mano.

Avrò il coraggio di togliermi la palandrana sulla spiaggia.
In fondo quante quasi quarantenni con due figli hanno la mia prestanza fisica?

Forse la mitica y10 prenderà la strada per lo sfasciacarrozze.
Ho avuto un regalo.
Un'erede sta per entrare nella mia vita.
La coccolerò come se l'avessi fatta io.
E lei mi porterà lontano.

E non m'importa niente se ho zero sul conto, se non ho un lavoro, se mi hanno sospeso la disoccupazione per darmi la maternità che non arriva, se non avrò mai la pensione.
Tutto questo oggi non importa.
Perché oggi è una bella giornata.

giovedì, giugno 21, 2007

I bimbi sfigati

Oggi riunione con i genitori dei bimbi sfigati. Quelli che sono stati rifiutati alla materna a tempo pieno e saranno presi solo per mezza giornata.
La simpatica preside annuncia un rutilante pacchetto di attività formative per i pupi, che però il comune non può permettersi di pagare e ci annuncia che grossomodo la cifra per tenerli a scuola anche il pomeriggio si aggirerà intorno ai 130 euro mensili cadacranio. E già questo basta per metterci tutti ko.
Come se non bastasse, si attivano tutte - e dico tutte nessuna esclusa-, le dinamiche della ben nota assemblea di condominio, dove nessuno ha un'opinione su niente, ma tutti vogliono avere ragione su tutto. Stendiamo un velo pietoso sui prossimi quindici anni di riunioni con i genitori.....

mercoledì, giugno 20, 2007

Vorrei avere un trespolo anch'io


Adesso Fassino candida Veltroni alla segreteria del PD.
Rutelli non si candida ancora. Ma prevedo che lo farà. Tanto per incasinare la situazione.
D'alema monopolizza Ballarò dicendo che non c'è niente da dire sulle sue intercettazioni. E zittisce Belpietro, detto scucchionibus per via del suo antipatico cavo orale. Che però lo zittisce a sua volta. Quello non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, con quel velenoso sorrisetto.
E dulcis in fundo, la simpatica casa delle libertà decide di "salire al colle". E perché, di grazia?
Qualcuno di loro conosce la costituzione italiana?
Pensano di essere in una repubblica presidenziale?
Qui mica siamo in Francia. Il presidente della repubblica non può mica sciogliere il parlamento a suo piacimento!
E chi c'è nella delegazione?
Rotondi (ma chi diavolo è costui che sta dovunque come il prezzemolo e che i giornalisti sono costretti intervistare inutilmente ogni volta per rispettare le regole di par condicio).
Berlusconi, che doveva salire al colle (come gli piace dire) già una settimana fa e che non l'ha fatto perché i giornalisti della rai erano in sciopero e non avrebbero potuto presenziare in massa al suo sciò.
Maroni, che sicuramente si aggiunge al novero degli scucchionibus e che per l'occasione ha fatto una visitina al suo ottico di fiducia.
E forse, ma ancora solo forse, Fini. Dipenderà se Berlusca gli offre o no il pranzo.

Quest'Italia sembra sempre più un circo a due piste, dove gli spettatori non sanno dove guardare il miglior equilibrista. A turno tutti osano qualcosa di sconvolgente oppure si tengono stretti stretti al trespolo.

lunedì, giugno 18, 2007

Lotta per la sopravvivenza

Ho notato in voi lettori una certa predilezione per letture che sfruttano le disgrazie ma anche le grazie di personaggi vip, più che le mie sfighe personali.
E allora continuerò con un altro capitolo della saga della famigliola felice. Tanto per deliziarvi.

Esterno giorno assolato. Mare.
Siamo partiti per un week end al mare, dopo diverse ore di preparativi, nelle quali la mia figlia maggiore ci ha dilettato con il primo, lunghissimo, capitolo del capriccio libero.
Come si argina il capriccio?
Come si reagisce in maniera costruttiva senza per questo cedere?
Non c'è nessun maledetto manuale che spieghi decentemente qualcosa in proposito. Nessuna tassonomica casistica raccolta da qualche diligente psicologo.
Dobbiamo inventarci tutto noi poveri genitori.
E soprattutto non dobbiamo piangere e disperarci, come invece spesso ci andrebbe di fare.
Molti dicono che non bisogna cedere.
Ma, se la controparte è più testarda di te, succede il diavolo a quattro.
Se io non cedo, decido allora di mettere mia figlia in punizione. Che si risolve con un "In punizione e pensa a quello che hai fatto" (ho sentito dire così all'asilo e sembra che funzioni...almeno lì).
Il problema è che lei comincia a piangere così forte che stacca le orecchie a chiunque si trovi a meno di venti metri da lei. E se questa medesima scena avviene, chessò, in una pizzeria o sulla spiaggia, ti attiri immediatamente gli sguardi di rimprovero degli astanti. E soprattutto il pianto isterico rompe loro pesantemente le scatole.

Cioè voglio dire, io non posso mica imporre il mio metodo educativo a venti persone in vacanza che vanno al ristorante per rilassarsi, come del resto ho fatto mille volte io in tempi non sospetti e odiando i ragazzini urlanti. Pare che si debba lascirli urlare fino a che si stufano e obbediscono...o fino a che si sfiatano e muoiono - dico io.

Che cosa posso fare io se mia figlia, dalla mattina alla sera, mangia una tazza di latte e cinque ciliegie? A chiunque si stringerebbe il cuore se anche la sera a cena non mangia niente.
E' giusto punirla per questo? Urla "pizza pizza" e poi quando la pizza arriva ne mangia un pezzettino e poi basta. E non c'è verso o moina per farla mangiare. Credo anche che lei abbia capito che questo è il punto debole di noi genitori e lo faccia anche apposta. Ma poi mi dico: ma non avrà fame? Come fa a resistere senza mangiare niente?
Di una cosa sola resto sicura, e cioè che non bisogna passare da un'offerta all'altra. Se c'è la pizza si mangia la pizza e non il prosciutto o la pasta o il latte.
E' così complicato, però, decidere cosa è meglio fare....

venerdì, giugno 15, 2007

giovedì, giugno 14, 2007

Sconti per voraci lettori



Se avete voglia di leggere, se vi mancano quattro o cinque volumi per terminare l'opera omnia di Dosto o quella di Welsh, se vi mancano quei quattro soldi per raggiungere il totale e soprattutto se abitate a Roma e dintorni:

15, 16 e 17 giugno
Le librerie Arion fanno uno sconto del 25% (avete letto bene!) cioè di un quarto del prezzo di copertina!
'O miracolo!
Qui trovate tutti gli indirizzi

Buona lettura!

mercoledì, giugno 13, 2007

Questione di punti di vista



Ieri c'era Ballarò.
Mentre io stiravo caterve di panni, con una certa soddisfazione solo quando trattavasi di teneri pannetti per infante, il mio occhio tremulo di stanchezza viene irrimediabilmente carpito, per non dire turbato, per non dire annichilito, per non dire orrificato, dal faccino del nostro ex-ministro leghista Maroni.
Ma onorevole Maroni: tutti quei discorsetti di plastiche agli zigomi ai doppi menti alle borse sotto gli occhi o depilazione definitiva che a tutte l'ore siamo obbligati a sorbirci in televisione, lei, così, in un momento di rinsavimento mattutino davanti al suo specchio personale o a quello di uno dei 365 alberghi che lei frequenterà annualmente, non potrebbe farli anche lei?
O almeno cambiare ottico, perché quell'occhiale così trasgressivo proprio non le dona.
Se lo lasci dire.

martedì, giugno 12, 2007

Diventare grandi

Ecco un'altra delle fantastiche storie che diventeranno leggende metropolitane di casa mia.
Allora noi si abita in campagna. Quella campagna che anche solo per comprare il latte devi prendere la macchina.
E spesso il pomeriggio noi si fa una bella passeggiata.
Attualmente io e mia sorella siamo munite ciascuna di un pargolo che l'anno prossimo dovrà affrontare la prima importantissima e formativa esperienza di vita: la scuola materna.
E per ciò fare, è strettamente necessario togliere il pannolino.
Cioè apprendere a servirsi di un aggeggio chiamato water (lo giuro è così che lo chiama mia figlia).
Pare che le femminucce siano più "pulite", nel senso che imparano prima a capire quando devono andare al bagno.
Ma mia figlia è speedy gonzales.
Allora ieri, durante la nostra passeggiatina, dopo che avevamo detto ai bambini di andare a fare pipì prima di uscire di casa e nessuno dei due aveva voluto farla, nel vialetto vicino casa si sente l'urlo di speedy gonzales: "pipìììììììììììììììì". Allora io, in salita e col passeggino dell'altra pupa, ho l'idea geniale di chiedere a mia sorella di tirare giù le mutandine di mia figlia e fargliela fare in strada. Mia sorella, che i suoi neuroni li usa solo per discettare sulla legalità o meno di pubblicare la faccia di Taor.... sul mio blog, mette mia figlia controvento, cioè mia figlia fa pipì esattamente sulle sue proprie scarpe e dulcis in fundo lascia anche il sigillo finale con la velocità della luce, che non sto qui a spiegarvi in cosa consistesse....
E sempre perché le disgrazie non vengono mai sole, il figlio suo anche decide che è ora di fare pipì, e anche il luogo ovviamente. E lei ripete esattamente la stessa cosa, cioè fa fare pipì al figlio controvento. Il tutto condito da grasse risate per l'assurdità della situazione.
E poi, santa innocenza, tutti e due i bimbi cominciano a ridere come pazzi e a urlare "pipì, cacca" all'impazzata. E questo è solo l'inizio....

venerdì, giugno 08, 2007

Questione di eleganza



Ho visto Vespa con una giacca color merdina secca.
Esattamente identica allo sfondo del mio blog.
Dovrò cambiare sarto?


Utilizzo l'immagine di Taormina in guisa di sineddoche, trovandosi che quest'ultimo agisce come il braccio armato del dio vespa. E ora mi troverò pure i linguisti alle calcagna. Ma mi sembrava gustoso.

martedì, giugno 05, 2007

Questione di stile

Lei, bionda platino, capelli a spazzola, aria da tossica e sigaretta in mano, al volante della sua utiitaria, apre l'orifizio superiore detto altresì bocca, con classe che sembrerebbe innata:"Aò, ma che cazzo fai, nun ce lo sai che ce so' due corsie? M'hai fatto scatta' tre semafori! Te voi toglie dalle palle. Ao' ma quanto sei stronzo?"

Io e mio marito, con le pupe dietro, posizionati in religiosa fila da traffico festivo, forzati a mirabolanti gimcane per raggiungere la nostra destinazione, rimaniamo muti oggetti di tanta finezza.
Il mutismo deve averla poi fatta desistere dal rincarare la dose.
A me, per farla secca, sarebbe bastato estroflettere il mio gancio destro dal finestrino.
Non l'ho fatto.
E, lo ammetto, mi sono sentita migliore di lei.

lunedì, giugno 04, 2007

Mezz'ora d'aria

Diciamo che ieri ho avuto la mia mezz'ora d'aria.

Dopo che mi è stato brutalmente impedito di vedere il maggiolino tutto matto così come gli sproloqui di Troisi, in cambio di simpatiche annichilenti chiacchierate in famiglia; dopo che Pino Scaccia aveva postato risposte al mio insulso post, oh me ignara; dopo che entrambe le mie figlie avevano scagazzato a destra e a manca rendendo, con il loro afrore, sempre più festante il nostro pomeriggio; solo dopo tutta questa sfilza di domenicali avvenimenti, io ho avuto diritto alla mia mezz'ora d'aria.

Evviva, evviva! - direte voi.

Ma non quando saprete che la mia mezz'ora lontana da tutto e da tutti, senza sbrodolamenti lattici, svomitazzi e cacche, senza capricci e canzoncine da inventare, senza principi educativi da impartire IO L'HO PASSATA AL MEGA SUPERMERCATO PANORAMA.

Eh! Bel colpo!

Soprattutto quando 7 minuti sono dedicati a rintracciare un carrello, senza successo. Altri cinque a cercare pannolini in promozione, senza successo. Altri cinque a litigarsi un cestino per riporre le quaranta buste di frutta e verdura che ti stanno spaccando l'avambraccio. E fanno 17. Poi, siccome ogni altro reparto di beni edibili è inesorabilmente vuoto la domenica pomeriggio, i restanti 13 minuti li passo in fila alla cassa. Contenta di avere speso meno di trenta euro.

Cazzarola - penso - chissà che mestiere avrei dovuto fare per beccarmi 60 leuri all'ora!

venerdì, giugno 01, 2007

Sonno profondo

E' possibile che io mi sia addormentata con la testa sulla tavola durante il documentario sui preti pedofili trasmesso da Annozero?
Ma proprio addormentata che non mi sono nemmeno accorta quando mio marito mi ha tolto la tovaglia da sotto la tempia!
Devo ricordarmi di chiedergli come è finito.

Storie di nidi

Questa ve la devo raccontare.
Mentre andavo ad un controllo della mia nuova piccina, arriva la super strappona di turno. Infagottata in vestitucci griffati alla moda, abbronzatissima, capello fatto fresco di parrucchiere. Io, in confronto, ero un ciaffo brutto piazzato lì. E soprattutto perché i miei capelli non vedono parrucchiere da mesi e le griffe le guardo piucchealtro in foto. Anche se ero dignitosamente vestita e con la mia altezza faccio comunque la mia porca figura, lei era comunque il ritratto della florida felicità di mamma, e andrò a spiegarvi come mai.
C'è da chiarire che ci si trovava tutte nel nido dell'ospedale dove partorimmo, io un mese fa, lei presumo molto meno, tipo una settimana fa.
Si presenta con il passeggino, cui in genere è fatto divieto d'ingresso, trovandosi il nido allo stesso piano della sala parto e comunque per una questione d'igiene. Lei è riuscita sicuramente a sgattaiolare senza farsi vedere dal portiere.
Oltre al suddetto passeggino, aveva con sé - udite udite - una filippina. Che agiva come fosse la sua ombra. Quasi puliva gli schizzetti di sputo della sua bocca. Cade uno straccetto e la filippina raccoglie. C'è da spostare il passeggino, e la filippina sposta.
"Devo assolutamente sapere se è normale che questo bambino (il suo!) abbia già le colichette".
"Signora, deve parlarne con il pediatra".
"No, perché sa, io mangio tante verdure, si ricorda?"
Si ricorda??? Passeranno centinaia di persone al mese e secondo lei la puericultrice poteva ricordarsi che lei mangiava tante verdure? E poi chissene sbatte una benemerita se lei mangia le verdure, visto che la puericultrice si occupa notoriamente dei pargoli.
"No, perché sa, io non vorrei smettere di mangiare verdure (comprate, pulite e cotte dalla mia filippina)".
La signora ha probabilmente un grosso problema di stitichezza. Incoffessabile ad una puericultrice, e per giunta davanti alla filippina.
Passa poi casualmente il primario pediatra e lei lo assale con le sue assurde pretese del si ricorda che mangio tante verdure. Mentre la filippina sembra un tasto di pianoforte, su e giù, cade, raccoglie, agli ordini.
Il pediatra la guarda - voglio credere io - attonito e le risponde che la verdura non c'entra assolutamente niente e che semmai deve togliere latticini e derivati, anche il cappuccino che sicuramente lei prende ogni mattina fatto dalla filippina. La signora tace perplessa, o forse semplicemente tace. Anche se non credo che la semplicità sia una sua virtù.
E' così che va il mondo.
C'è chi c'ha la filippina per farsi pulire un culo che non funziona, e chi c'ha un culo troppo grande perché possa bastargli una sola filippina, quindi è meglio niente!

Non vivere su questa terra come un inquilino

Quel giorno cercavamo tra le tue cose.
Cercavamo qualcosa di te.
Dove si erano posati i tuoi occhi prima di chiudersi per sempre.
Dove aveva vagato il tuo pensiero, prima di spegnersi.
Era imbarazzante frugare, ma non eri più lì per impedircelo.
Una poesia tra tutte ci si è stagliata sul cuore, a perenne ricordo della tua presenza.
Te la voglio dedicare ancora, come quel giorno al tuo funerale. Papà.

Non vivere su questa terra come un inquilino di Nazim Hikmet

Ragazzo mio,
io non ho paura di morire.
Tuttavia, ogni tanto
mentre lavoro
nella solitudine della notte,
ho un sussulto nel cuore,
saziarsi della vita vita, figlio mio,
è impossibile.
Non vivere su questa terra come un inquilino,
o come un villeggiante stagionale.
Ricorda:
in questo mondo devi vivere saldo,
vivere
come nella casa paterna.
Credi al grano,
alla terra,
al mare
ma prima di tutto
all'uomo.
Ama la nuvola,
il libro
la macchina,
ma prima di tutto
l'uomo.
Senti in fondo al tuo cuore
il dolore del ramo che secca,
della stella che si spegne,
della bestia ferita,
ma prima di tutto
il dolore dell'uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole,
della pioggia
e della neve,
dell'inverno e dell'estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto
godi dell'uomo.

martedì, maggio 29, 2007

TG1 vergogna


Perché Pino Scaccia, uno dei più autorevoli e impegnati inviati di guerra, è costretto a fare corrispondenze di cronaca nera per il TG1?

lunedì, maggio 28, 2007

Poteva anche succedere a me


Mia sorella [l'avvocato scassamaroni] entra in un noto negozio di biancheria intima petecchia [a poco prezzo] per cercare la classica mutanda che non segna il sedere, invece di fare una drastica dieta che le consentirebbe di non dover sottostare alla gogna di cui racconterò.
MS [sta per Mia Sorella]: "Ehm, buongiorno, cercavo un paio di mutandine da portare sotto pantaloni aderenti..."
CS [sta per Commessa Stronza alta un cazzo e un barattolo]: " Ma chi? Pe' lei? [ pe' = "per"]"
MS [che di solito ha la risposta pronta o comunque si inventa cose del tipo che il capo d'abbigliamento non è per lei, ma è per una alta come lei e grossa come lei - tanto per non incassare direttamente le offese, aggiungo io] rimane di stucco e risponde:"Si, per me", con sottotitolo "non è che avete taglie XXL?".
Poi lo sguardo di MS cade su una mutandina proprio ok, di quelle tutte pizzo senza cuciture che qualcuno deve aver anche tessuto con un solo filo dall'inizio alla fine, proprio modello "se tiro via il filo viene via tutto".
Le indica alla CS, la quale, sempre con fare sorpreso, ripete: "Ma chi? pe' lei?"
MS a questo punto se ne fa una questione di principio e dice: "Si, sono sicura che queste andranno benissimo" - figurandosi già i suoi salsicciotti uscire da quel filo unico.
Però, e questo è il bello di MS, ha poi raccontato la storia a mezzo mondo, il giorno che indossava il prezioso filo unico!

P.S. Sorella, non me ne volere, ma era imperdibile!

venerdì, maggio 25, 2007

giovedì, maggio 24, 2007

Banali incidenti di percorso

La patata bisunta di olio mi cade sulla tovaglia pulita.
Gli schizzi di olio di pollo hanno inondato la cucina, pavimento compreso e le tracce delle mie pantofole hanno riempito il pavimento di tutta casa.
Il filtro della camomilla, precedentemente scolato nel fondo tazza del caffè e di esso ben impregnato, mi insozza il vestito appena messo mentre lo getto nella spazzatura.
Ho un dito completamente maciullato dalla dermatite e tutte le cose vengono a sbattere contro il mio indice destro, facendomi regolarmente urlare di dolore.
Mia figlia rifà regolarmente la cacca appena dopo che l'ho cambiata.
Mi sono data alla folle spesa di una crema per il corpo e quando ho provato a mettermela mi sono accorta che era impazzita come la crema pasticcera. Andata a male, insomma.
Ho dimenticato a casa i documenti dell'INPS e me ne sono accorta quando ero già in macchina con la neonata inserita nell'apposito contenitore.
Mia figlia più grande si è addormentata con la forchetta a mezz'aria mentre facevo il bagnetto alla neonata.

Ho chiuso gli occhi appena ho poggiato la testa sul cuscino, ieri sera.

mercoledì, maggio 23, 2007

Questione di culi


Nell'animo mio c'è un coacervo di acari urlanti che mi fomentano allergie mondiali all'aria che respiro.
S'anche imparassi a soffiare nel cestino del caffè invece che sbatterlo, darebbe lo stesso risultato di una canna al vento in tempo di tempesta.
Peraltro mia figlia si fa le domande e ad esse si risponde.
Che culo - direte voi! - ha superato indenne la fase dei perché, questa mamma!
Eh sì, c'ho un culo enorme fatto di perché.

martedì, maggio 22, 2007

Polvere di caffè

La nostra caffettiera non filtra più il caffè.
Lascia passare la polvere e quindi il caffè fa schifo.
Vi dico solo che mio marito incolpa me.
Dice che non bisognerebbe sbattere il cestino del caffè per togliere il caffè vecchio quando si rifà.
Cioè secondo lui non è colpa - chessò - del filtro troppo piccolo o del gommino consumato.
Ma è colpa di come io pulisco la caffettiera.

domenica, maggio 20, 2007

Misteri della rete

Bene.
Eccomi qui.
Nulla è più come prima.
E tutto lo sarà per sempre.
Questo è il mistero della rete.
Cioè io potrei non essere più io.
Mentre tutto va avanti lo stesso.
E quindi passiamo oltre.
Potrei dirvi che ho passato la settimana a piangere, a strapparmi la mia folta chioma, a mordermi le pellicine delle unghie.
E invece no.
Il tempo è volato.
Il computer è recuperato.
E, insomma, siam sempre tutti qui a cantare braccobaldosciò.
E sempre con lo stesso sfondo color merdina secca.
Tenetevelo per detto.

mercoledì, maggio 16, 2007

Requiem

Signore, signori
è con estremo rammarico che porto alla vostra attenzione un ormai ineludibile problema tecnico del PC in bella mostra nel mio salone.
Preparatevi a giorni di silenzio, di cecità e solitudine.
Tornerò più nuova, più bella e senza quei fastidiosi inestetismi degli anni.
Mio marito ha molti capelli bianchi e farà Seamus l'intenditore in un negozio di informatica.
Mi domando: ma non sarà vietato vendere pezzi di computer a canuti vecchi quarantenni? Ora che il parco pischelli intenditori di computer è estremamente più vasto di venti anni fa?

lunedì, maggio 14, 2007

Libertà e perline colorate

Ecco quello che io ti darò
E la sensualità delle vite disperate
ecco il dono che io ti farò.

Questa la dedico tutta all'amica D.
Che non se ne rende sicuramente conto, ma ha la fortuna di passare la domenica pomeriggio ad infilare perline colorate.
Cosa per cui tra l'altro lei ha un grande talento.
Mentre io ho passato la domenica pomeriggio a lamentarmi di fastidiose placche in gola che hanno fatto tutto il giro del collo fino a provocare un dolorosissimo mal di testa, a pulire un seggiolone pieno di svomitazzamenti stantii, ad allattare e cambiare pannolini.
Certo, direte tutti in coro, te lo sei voluto.
Oh, sì, non c'è dubbio.
Ma la leggerezza di una canzone di Paolo Conte vale sempre la candela.
E non vi dirò dell'appostamento che feci una ventina d'anni fa sotto al suo studio ad Asti per vedere se per caso scendeva. Insieme ad un mio amico che per l'occasione era basito a vedere con quanto accanimento mi dedicassi a tale impresa.
Allora, come ora, nessuna traccia di Paolo Conte.
Solo perline colorate dovunque.

sabato, maggio 12, 2007

IF

If I were a swan, I'd be gone.
If I were a train, I'd be late.
And if I were a good man,
I'd talk to you
More often than I do.

If I were to sleep, I could dream.
If I were afraid, I could hide.
If I go insane, please don't put
Your wires in my brain.

If I were the moon, I'd be cool.
If I were to rule, I would bend.
If I were a good man, I'd understand
The spaces between friends.

If I were alone, I would cry.
And if I were with you, I'd be home and dry.
And if I go insane,
Will you still let me join in the game?

If I were a swan, I'd be gone.
If I were a train, I'd be late again.
If I were a good man,
I'd talk with you
More often than I do.

Pink Floyd - If

Mi hanno suggerito di pubblicare un testo dei Pink Floyd.
Fa stagionato. E anche figo.
In questo mondo di ignoranti.
Pare che un quasi quarantenne non possa esimersi dall'evangelizzare il mondo con l'epopea Floydiana.
E allora scelgo questo.
Che mi ricorda un amore lontano.
Così mio marito avrà modo di ingelosirsi per non avermi ispirato lui.
I più esperti diranno che questo non è certo il testo che rappresenta la summa del pensiero del nostro gruppo.
Io dico che rappresenta la summa di quello che volevo dire in questo momento, e non ho trovato altre parole per farlo.