venerdì, giugno 01, 2007

Non vivere su questa terra come un inquilino

Quel giorno cercavamo tra le tue cose.
Cercavamo qualcosa di te.
Dove si erano posati i tuoi occhi prima di chiudersi per sempre.
Dove aveva vagato il tuo pensiero, prima di spegnersi.
Era imbarazzante frugare, ma non eri più lì per impedircelo.
Una poesia tra tutte ci si è stagliata sul cuore, a perenne ricordo della tua presenza.
Te la voglio dedicare ancora, come quel giorno al tuo funerale. Papà.

Non vivere su questa terra come un inquilino di Nazim Hikmet

Ragazzo mio,
io non ho paura di morire.
Tuttavia, ogni tanto
mentre lavoro
nella solitudine della notte,
ho un sussulto nel cuore,
saziarsi della vita vita, figlio mio,
è impossibile.
Non vivere su questa terra come un inquilino,
o come un villeggiante stagionale.
Ricorda:
in questo mondo devi vivere saldo,
vivere
come nella casa paterna.
Credi al grano,
alla terra,
al mare
ma prima di tutto
all'uomo.
Ama la nuvola,
il libro
la macchina,
ma prima di tutto
l'uomo.
Senti in fondo al tuo cuore
il dolore del ramo che secca,
della stella che si spegne,
della bestia ferita,
ma prima di tutto
il dolore dell'uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole,
della pioggia
e della neve,
dell'inverno e dell'estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto
godi dell'uomo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

questa poesia è molto significativa però bisogna capirla