martedì, maggio 29, 2007

TG1 vergogna


Perché Pino Scaccia, uno dei più autorevoli e impegnati inviati di guerra, è costretto a fare corrispondenze di cronaca nera per il TG1?

lunedì, maggio 28, 2007

Poteva anche succedere a me


Mia sorella [l'avvocato scassamaroni] entra in un noto negozio di biancheria intima petecchia [a poco prezzo] per cercare la classica mutanda che non segna il sedere, invece di fare una drastica dieta che le consentirebbe di non dover sottostare alla gogna di cui racconterò.
MS [sta per Mia Sorella]: "Ehm, buongiorno, cercavo un paio di mutandine da portare sotto pantaloni aderenti..."
CS [sta per Commessa Stronza alta un cazzo e un barattolo]: " Ma chi? Pe' lei? [ pe' = "per"]"
MS [che di solito ha la risposta pronta o comunque si inventa cose del tipo che il capo d'abbigliamento non è per lei, ma è per una alta come lei e grossa come lei - tanto per non incassare direttamente le offese, aggiungo io] rimane di stucco e risponde:"Si, per me", con sottotitolo "non è che avete taglie XXL?".
Poi lo sguardo di MS cade su una mutandina proprio ok, di quelle tutte pizzo senza cuciture che qualcuno deve aver anche tessuto con un solo filo dall'inizio alla fine, proprio modello "se tiro via il filo viene via tutto".
Le indica alla CS, la quale, sempre con fare sorpreso, ripete: "Ma chi? pe' lei?"
MS a questo punto se ne fa una questione di principio e dice: "Si, sono sicura che queste andranno benissimo" - figurandosi già i suoi salsicciotti uscire da quel filo unico.
Però, e questo è il bello di MS, ha poi raccontato la storia a mezzo mondo, il giorno che indossava il prezioso filo unico!

P.S. Sorella, non me ne volere, ma era imperdibile!

venerdì, maggio 25, 2007

giovedì, maggio 24, 2007

Banali incidenti di percorso

La patata bisunta di olio mi cade sulla tovaglia pulita.
Gli schizzi di olio di pollo hanno inondato la cucina, pavimento compreso e le tracce delle mie pantofole hanno riempito il pavimento di tutta casa.
Il filtro della camomilla, precedentemente scolato nel fondo tazza del caffè e di esso ben impregnato, mi insozza il vestito appena messo mentre lo getto nella spazzatura.
Ho un dito completamente maciullato dalla dermatite e tutte le cose vengono a sbattere contro il mio indice destro, facendomi regolarmente urlare di dolore.
Mia figlia rifà regolarmente la cacca appena dopo che l'ho cambiata.
Mi sono data alla folle spesa di una crema per il corpo e quando ho provato a mettermela mi sono accorta che era impazzita come la crema pasticcera. Andata a male, insomma.
Ho dimenticato a casa i documenti dell'INPS e me ne sono accorta quando ero già in macchina con la neonata inserita nell'apposito contenitore.
Mia figlia più grande si è addormentata con la forchetta a mezz'aria mentre facevo il bagnetto alla neonata.

Ho chiuso gli occhi appena ho poggiato la testa sul cuscino, ieri sera.

mercoledì, maggio 23, 2007

Questione di culi


Nell'animo mio c'è un coacervo di acari urlanti che mi fomentano allergie mondiali all'aria che respiro.
S'anche imparassi a soffiare nel cestino del caffè invece che sbatterlo, darebbe lo stesso risultato di una canna al vento in tempo di tempesta.
Peraltro mia figlia si fa le domande e ad esse si risponde.
Che culo - direte voi! - ha superato indenne la fase dei perché, questa mamma!
Eh sì, c'ho un culo enorme fatto di perché.

martedì, maggio 22, 2007

Polvere di caffè

La nostra caffettiera non filtra più il caffè.
Lascia passare la polvere e quindi il caffè fa schifo.
Vi dico solo che mio marito incolpa me.
Dice che non bisognerebbe sbattere il cestino del caffè per togliere il caffè vecchio quando si rifà.
Cioè secondo lui non è colpa - chessò - del filtro troppo piccolo o del gommino consumato.
Ma è colpa di come io pulisco la caffettiera.

domenica, maggio 20, 2007

Misteri della rete

Bene.
Eccomi qui.
Nulla è più come prima.
E tutto lo sarà per sempre.
Questo è il mistero della rete.
Cioè io potrei non essere più io.
Mentre tutto va avanti lo stesso.
E quindi passiamo oltre.
Potrei dirvi che ho passato la settimana a piangere, a strapparmi la mia folta chioma, a mordermi le pellicine delle unghie.
E invece no.
Il tempo è volato.
Il computer è recuperato.
E, insomma, siam sempre tutti qui a cantare braccobaldosciò.
E sempre con lo stesso sfondo color merdina secca.
Tenetevelo per detto.

mercoledì, maggio 16, 2007

Requiem

Signore, signori
è con estremo rammarico che porto alla vostra attenzione un ormai ineludibile problema tecnico del PC in bella mostra nel mio salone.
Preparatevi a giorni di silenzio, di cecità e solitudine.
Tornerò più nuova, più bella e senza quei fastidiosi inestetismi degli anni.
Mio marito ha molti capelli bianchi e farà Seamus l'intenditore in un negozio di informatica.
Mi domando: ma non sarà vietato vendere pezzi di computer a canuti vecchi quarantenni? Ora che il parco pischelli intenditori di computer è estremamente più vasto di venti anni fa?

lunedì, maggio 14, 2007

Libertà e perline colorate

Ecco quello che io ti darò
E la sensualità delle vite disperate
ecco il dono che io ti farò.

Questa la dedico tutta all'amica D.
Che non se ne rende sicuramente conto, ma ha la fortuna di passare la domenica pomeriggio ad infilare perline colorate.
Cosa per cui tra l'altro lei ha un grande talento.
Mentre io ho passato la domenica pomeriggio a lamentarmi di fastidiose placche in gola che hanno fatto tutto il giro del collo fino a provocare un dolorosissimo mal di testa, a pulire un seggiolone pieno di svomitazzamenti stantii, ad allattare e cambiare pannolini.
Certo, direte tutti in coro, te lo sei voluto.
Oh, sì, non c'è dubbio.
Ma la leggerezza di una canzone di Paolo Conte vale sempre la candela.
E non vi dirò dell'appostamento che feci una ventina d'anni fa sotto al suo studio ad Asti per vedere se per caso scendeva. Insieme ad un mio amico che per l'occasione era basito a vedere con quanto accanimento mi dedicassi a tale impresa.
Allora, come ora, nessuna traccia di Paolo Conte.
Solo perline colorate dovunque.

sabato, maggio 12, 2007

IF

If I were a swan, I'd be gone.
If I were a train, I'd be late.
And if I were a good man,
I'd talk to you
More often than I do.

If I were to sleep, I could dream.
If I were afraid, I could hide.
If I go insane, please don't put
Your wires in my brain.

If I were the moon, I'd be cool.
If I were to rule, I would bend.
If I were a good man, I'd understand
The spaces between friends.

If I were alone, I would cry.
And if I were with you, I'd be home and dry.
And if I go insane,
Will you still let me join in the game?

If I were a swan, I'd be gone.
If I were a train, I'd be late again.
If I were a good man,
I'd talk with you
More often than I do.

Pink Floyd - If

Mi hanno suggerito di pubblicare un testo dei Pink Floyd.
Fa stagionato. E anche figo.
In questo mondo di ignoranti.
Pare che un quasi quarantenne non possa esimersi dall'evangelizzare il mondo con l'epopea Floydiana.
E allora scelgo questo.
Che mi ricorda un amore lontano.
Così mio marito avrà modo di ingelosirsi per non avermi ispirato lui.
I più esperti diranno che questo non è certo il testo che rappresenta la summa del pensiero del nostro gruppo.
Io dico che rappresenta la summa di quello che volevo dire in questo momento, e non ho trovato altre parole per farlo.


venerdì, maggio 11, 2007

Torte per tutti

Ieri ho fatto un ciambellone.

Mio marito mi ha detto: "Ti sei rimessa in pista!".

Cosa mi dirà quando mi rimetterò sul mercato???


mercoledì, maggio 09, 2007

L'entropia a casa mia

Perché io pulisco e il giorno dopo, se non quello stesso, è tutto com'era prima?

Sarà perché l'entropia dell'universo è costante?
Cioè il costante disordine è ingovernabile?

Oppure siamo sempre alla superattinenteaqualsiasieventodellavitaquotidiana legge di Murphy, secondo la quale se hai appena passato lo straccio in cucina, ci sarà qualcuno che con le sue scarpette belle piene di fanga entrerà per farsi un panino? O ancora, nostra figlia, ormai creduta autonoma nel lavaggio delle mani, inonderà l'immacolato bagno con i suoi scherzetti acquatici.....

A Palermo dicono: "Arisù Santa Rosa" (o qualcosa di simile).
E allora anch'io ricomincio.
In un costante moto perpetuo che, in confronto, non solo i tre princìpi della dinamica, ma persino le tre leggi della termodinamica, sono una pallida dimostrazione del caos ingovernabile in cui versa il genere umano!

domenica, maggio 06, 2007

Domande epocali

Perché non posso affittare una puericultrice perfetta per tre anni a domicilio?

mercoledì, maggio 02, 2007

27/04/07

Il mio corpicione è squartato in due sotto una lampada operatoria.
"Ma tu, quanto porti di piede?" - dice il chirurgo, dopo aver osservato il mio arto per alcuni secondi.

Io l'avevo già vista la mia nuova figlia. Grigia come un topolino.
Anche lei con due piedi enormi.

Allora mi sono rilassata.
I freni sono caduti.
Simpatico luogo, la sala operatoria.
Ci potrebbe essere qualsiasi volto dietro quelle mascherine.
Dotati di mani e di occhi. Solidamente attaccati al cervello, sono questi medici.
Dietro quelle mascherine potrebbero esserci svolazzanti capelli brizzolati, eleganti tratti animati dal sacro fuoco del taglia e cuci, giovani professioniste maternamente protettive con quegli ameni copricapi in foggia di bandana.

E scopro che l'anestesia mi lascia ancora la logorrea. Mi escono parole su parole. L'assemblea è basita, forse a tratti infastidita.
Di sicuro alcuni ridono di cuore.
Mi minacciano anche per non farmi rivelare sul blog di segrete abitudini bulbo-capillari.

Ma siete voi che detenete il comando!
Siete voi che avete in mano il mio corpicione e la vita ulteriore in esso contenuta!
Siete voi che mi frugate le interiora strappandomi di dentro questo nuovo esserino!
Siete voi che mi ricucite ordinando di nuovo i pezzi al giusto posto!

Il mio è un punto di vista del tutto nuovo.
Sono fuori partita.
Ma sono anche l'oggetto del contendere.
Sento tutto.
Anche se non dovrei sentire niente.
Mi proteggono la vista dietro un telo.
Buttano le mie gambe a destra e a manca, dopo averle accuratamente indormite.
E fanno polpette delle mie budella.

Come se bastassero un telo e un'anestesia per non sentire.
Ora, l'udito non me lo tappa nessuno.
Quindi non vedo, non sento, ma sento tutto.
Sento che un paio di mani si affaccendano a tagliare il mio utero.
Prima fuori e poi dentro.
Sento la mano della mitica ostetrica che carezza la mia testa e mi descrive gli accadimenti per filo e per segno.
Sento lo stock che fa mia figlia quando la estraggono da me.
Allora la mano mi alza la testa.
Mi dice "puoi guardarla".
Vedo un piede enorme.
Color grigio topo.
Cerco di capire com'è il resto.
E' tutto grigio topo. Lucido.
E vedo in primissimo piano il cordone rosa.
Sembra una roba da signore degli anelli.
Abbasso la testa.
Mi fa un po' impressione.
La mia prima figlia l'avevo vista già lavata e vestita.
Ora tocca al novello papà. Lavarla e vestirla.

Poi le si aprirà tutto un mondo nuovo.
Il mondo della tetta.

Tutta tetta a te, allora, piccola mia!