giovedì, febbraio 24, 2011

M'è cascato l'occhio

M'è cascato l'occhio sul calendario.
Domani sono 5 anni che ho iniziato a scrivere il mio blog.
Un lustro.
E non mi viene niente di originale da dire, se non che, rileggendo i primi post, in cinque anni non sono cambiata di una virgola. Caratterialmente. Sul resto stendiamo un velo pietoso. E poi non è nemmeno del tutto vero.
Stamattina un camionista mi ha strombazzato per la strada.

mercoledì, febbraio 23, 2011

Migliore

Ma che mondo è quello in cui, invece di deplorare la violenza, si inneggia al nuovo vento di libertà, invece di interrogarsi sull'enorme carico di esseri umani martoriati dalla dittatura di cui l'occidente dovrà occuparsi e che presto invaderanno i nostri mari, si grida al pericolo del fondamentalismo; ma che mondo è quello in cui il TG1, invece di scandalizzarsi dell'amicizia tra il premier italiano e il dittatore libico, manda in onda una vecchia intervista di Minoli a Gheddafi, in cui si racconta della sua amicizia con Prodi e poi, già che c'è, manda in onda il leader della Lega - con tanto di sigaro tra i denti - che batte il cinque ad un giornalista biascicando parole incomprensibili; che diavolo di mondo è questo che finirà quando il Medioriente non consegnerà più il suo petrolio all'Occidente, quel mondo in cui gli Stati Uniti hanno perso controllo e potere causando il reflusso di questa ribellione - incontrollata e incontrollabile - alle dittature, invece di agire in maniera diplomatica; quel mondo che non ha energie alternative da offrire ai suoi abitanti; quel mondo che si prepara alla dittatura del danaro ribellandosi a quella del potere; quel mondo che potrebbe ucciderci come uno stillicidio, togliendoci a poco a poco tutte le sue deperibili risorse; quel mondo che non ci prepara un futuro migliore, ma prospetta solo violenza e povertà per miliardi dei suoi abitanti.
Che mondo è questo in cui io vorrei con tutte le mie forze continuare a vivere e a far vivere i miei figli?

martedì, febbraio 15, 2011

Io me lo riprendo

In questa giornata che lascia presagire che la parola libertà tornerà presto a riprendersi il suo senso, in cui prendiamo coscienza che se la rivoluzione si fa strada - e IN strada - in Iran forse il suo vento può spirare fino a qui, in questa giornata in cui raccogliamo i frutti di una domenica in piazza, in cui noi donne italiane - e i nostri uomini - siamo scese in piazza per riprenderci quello che ci hanno tolto, qualcosa che non si compra che non si paga che non si vende ma che solo si ruba, in questa giornata in cui tre donne giudicheranno il rappresentante della decandenza dei costumi italiani, il detentore della pompetta più potente del mondo, per reati legati allo sfruttamento del genere femminile (chiamatelo come volete, ma questo è), spettacolare nemesi, contrappasso sadico e rigenerante, in questa giornata che segna il passo ad un domani incerto ma sicuramente nuovo, ecco, io mi addormento felice. Felice di essere donna, felice di essere qui e ora, insieme a tutte/i voi, pronta a tutto per riprendermi il senso.

venerdì, febbraio 11, 2011

Uomini che amano le donne

Oggi che parliamo di donne, io vorrei parlare di uomini.
Vorrei parlare di quegli uomini, come mio marito, che amano le donne.
Quegli uomini che mettono al primo posto la donna, il suo piacere, il suo sguardo, i suoi desideri, le sue aspirazioni.
Quegli uomini che tornano a casa la sera col sorriso.
Quegli uomini che si dispiacciono di lasciarci sole, anche solo raramente.
Quegli uomini che amano i loro figli, che li considerano, li stimano, li spronano, li appoggiano.
Quegli uomini che dividono e condividono, che patiscono e compatiscono.
Quegli uomini che non mentono, che ti guardano negli occhi, che capiscono la stanchezza.
Quegli uomini che amano le donne.
Che le amano davvero.
La manifestazione di domenica 13 febbraio è anche per voi.