mercoledì, ottobre 19, 2011

La perfetta madre

La giornata di oggi è una giornata strana di donne urlanti cattiverie contro donne urlate.
Sto leggendo l'ultimo libro di Elisabeth Badinter, filosofa e femminista francese, di quelle degli anni '70-'80-'90-'00. Quella che le ha viste tutte le tappe della liberazione della donna. E scrive un interessante saggio-studio sulla percezione della maternità nella nostra contemporanea società di donne in carriera o madri casalinghe frustrate. Codesto libro si chiama, tanto per dare a tutte noi una sana botta di autostima, Mamme cattivissime? con tanto di punto interrogativo incorporato a significare tempesta di dubbi. Ma non voglio parlare del libro oggi, se non come di lettura interessante da segnalare a mamme che si mettono in discussione, ma anche a donne che non sono e non vorranno essere mai mamme. Per le mamme talebane, come le chiama la mia amica Panzallaria, non c'è trippa per gatti. Voglio parlare invece della tristezza di insultarsi tra donne, quando basterebbe un po' di attenzione, quell'attenzione che noi donne dedichiamo ad un sacco di dettagli della vita quotidiana, ma che a volte sembra perdiamo in momenti pubblici in cui invece sarebbe auspicabile. Per riassumere brevemente: le maestre della scuola materna di mia figlia hanno detto alla rappresentante di classe che non avrebbe dovuto fare più la rappresentante perché loro volevano una persona sempre presente. E non una che, con tre figli un marito e un lavoro (e questo argomento è rimasto uno strisciante sottotitolo) non aveva molto tempo da dedicare a questa importante missione umanitaria. Ora sappiamo tutti come sia difficile trovare un'anima santa che voglia fare la rappresentante di classe, che non è certo un divertimento o un ruolo privilegiato in una classe, ma più una rottura di palle. E le maestre praticamente la supplicano di non fare più la rappresentante, tacciandola di incapacità a raccogliere i soldi e poca presenza (ovviamente sono tutte paranoie, non c'è nessun ritardo nei pagamenti delle attività extracurriculari, nè ammanchi nella cassa). Ma solo quest'assurda fissazione per cui la rappresentante di classe deve essere a disposizione delle maestre per tutto il tempo che vogliono. E perché associo questa scena surreale e veramente poco edificante per il genere femminile adulto ad un libro della Badinter? Per quello che la filosofa dice a proposito della rappresentazione della maternità ancora esclusiva nella società italiana. Una madre deve fare solo la madre e quindi la perfetta madre e nel nostro caso perfetta rappresentante di classe. Troppi impegni non le faranno assolvere correttamente al suo compito e quindi fuori. E la cosa più triste è che spesso sono le stesse donne a perpetrare questo modello così poco attuale, perché - parliamoci chiaro -, conciliare tutto è molto difficile, un maschio arriva a fare un decimo si e no delle cose che facciamo noi in una giornata tipo. Però avere troppe cose da fare è visto come togliere tempo ai figli e quindi NO BUONO. Abbiamo ancora tanta strada davanti a noi....ma non bisogna mai mollare la presa, mai dare nulla per scontato, difendere quello che abbiamo conquistato con le unghie e con i denti, perché nessuno ha diritto di esprimere giudizi sul modo in cui abbiamo deciso di vivere la nostra vita, la nostra maternità, il nostro amore, il nostro lavoro, il nostro tempo libero. Nessuno.

E la madre perfetta non esiste.
Per fortuna.

mercoledì, ottobre 12, 2011

Massaggi e muscoli

Oggi voglio essere leggera, e parlerò quindi del massaggio prostatico.
Una pratica che pare favorisca una notevole intensità nell'orgasmo maschile, oltreché servire ad individuare tipiche malattie maschili. Allora sono andata a farmi un giretto su google per capire di cosa si tratta esattamente. Su google sono presenti tutorial per spiegare come si fa. Con estrema proprietà di linguaggio e discrezione si parla di manipolazione, drenaggio, di ampolla, di valvole e condotti. E' tutto molto impersonale e dà l'idea di grossa professionalità ed esperienza. Poi, se guardi bene, incappi anche in CHI realmente lo pratica, senza descrizioni auliche, anzi proprio detto in soldoni. E che soldoni: sedicenti massaggiatrici che tra i loro servizi offrono anche il massaggio prostatico e, per 100 euro, in mezz'ora avrete soddisfatto le vostre fantasie più spinte. Per 200 servizio completo. Ragazzi, per 100 euro avrete chi vi manipola nelle retrovie senza se e senza ma. Ritengo sia una tariffa più che adeguata per cotale impegno. E molti testi di riferimento assicurano che non dovete sentirvi lesi nella vostra virilità, ma anzi è proprio la zona erogena maschile per eccellenza. E poi, e questa è secondo me la vera scoperta, c'è chi dice che basta la contrazione del muscolo pubococcigeo per ottenere lo stesso effetto. Senza bisogno di ulteriori interventi. Io che sono sempre stata una sostenitrice dell'importanza vitale del muscolo pubococcigeo nella sessualità umana, ne trovo qui insindacabile conferma. E, come diceva Guccini nella sua Avvelenata, a culo tutto il resto!

lunedì, ottobre 10, 2011

L'etica della meringa spappolata

Oggi è il giorno in cui l'etica della meringa riciccia fuori come un uovo marcio sulla giacca di un padrone della fabbrichetta, il giorno in cui sguscio giù come un giallo d'uovo smembrato dalla sua chiara, il giorno in cui mi accorgo che la Soddisfazione è un'illusione, che fare troppo equivale ad ammanettarsi e fare poco ad andare in galera, io, eroina della mia storia, indifesa dall'inesistenza dell'etica. Quest'etica della meringa che si sgretola ad ogni parola di troppo. Ad ogni boccone si scioglie di più, anche se quando la vedi sembra dura. La meringa è brava, la meringa riceve un sacco di complimenti. Proprio oggi, beffa delle beffe, ricevo non una, non due ma ben tre mail di ringraziamento per il mio lavoro. Il giorno in cui scopro che devo fare solo il mio lavoro. Ma la meringa non può. La meringa è fatta di chiara e la chiara è viscida, finisce dovunque anche dove meno te lo aspetti. La chiara si appiccica alle dita, sul bordo del piatto prima di essere montata, la chiara si trasforma in qualcosa di spumeggiante, e poi diventa dura, soda, tutta tonda. Per sciogliersi in un sol boccone. Una sòla, come dicono a Roma. Oggi la meringa è una sòla. E anche molto sola, senza accento. Senza parole, soprattutto.
Una prece.

giovedì, ottobre 06, 2011

Question time

Bene. Vediamo di utilizzare del materiale caldo, che interessa tutti, senz'altro e senza meno.
Si parlerà oggi di varie tipologie d'ammmòre.
Lo faremo in maniera estremamente succinta e il tutto prenderà la forma di un questionario:

a) preferisci (masochista che non sei altro) amare senza essere ricambiato o l'inverso, essere amato senza ricambiare (sadico che non sei altro). [e le due questioni non si possono scorporare in due punti come qualcuno di voi potrebbe astutamente osservare, e questo semplicemente perché il questionario lo decido io insindacabilmente.]

b) preferisci amare ed essere ricambiato (pusillanime).

c) In ogni caso ti tocchi (onanista).

P.S. La parte positiva non c'è. La sto ancora cercando.

lunedì, ottobre 03, 2011

Ultimo in ogni senso

L'ultimo regalo che mi ha fatto mio padre è stato "La disciplina della terra". Un album di un'intensità che fa male al cuore. Un album che ho consumato in ogni suo solco. Un album che ha segnato alcuni momenti fondamentali della mia vita e che ancora, quando lo riascolto oggi, mi fa serrare lo stomaco, di un sentimento struggente, tenero e potente al tempo stesso. Aspetto domani, quando uscirà l'ultimo album di Ivano Fossati. Ultimo in ogni senso. E soprattutto nel senso più chiaro e cioè che non ne farà altri. Così desidera il poeta contadino. Chiude baracca e burattini. E mi lascia nella solita merda, con le solite quotidianità a chiedermi quanto ha segnato la mia vita, quanto mi ha accompagnato con la sua poesia, con le sue parole preziose, pesate e imprescindibili. Come se fosse il fidanzato che mi ha tenuto sempre per mano senza deludermi mai. Con quella parola giusta per ognuna delle occasioni dei sentimenti.
Le parole della poesia, le parole dell'arte. Quelle che per fortuna travalicano le umane miserie e vivono per sempre a raccontare "il motore del sentimento umano".

"E quali parole servono oggi
a chi non sa scrivere che lettere d'amore
quali passi di poeti e loro piogge e solitudini
piegherebbero il tuo sguardo e il tuo tempo ancora
verso me. "