domenica, giugno 26, 2011

Delle mie ultime due settimane

E così mi sono guadagnata la pagnotta, queste ultime due settimane, il tour de force si avvia alla fine, le vacanze si avvicinano, il caldo ormai si è impadronito delle mie ghiandole sudorifere, nemmeno il fantastico olio per il corpo a forma di saponetta al cioccolato bianco che mi sono comprata riesce a palliare alle conseguenze, è inutile dire che il mio corpicione sente come non mai il richiamo della vacanza, ho superato indenne la conferenza organizzata dal mio ufficio la settimana scorsa, oltre che la due giorni unplugged con i colleghi in una ridente località tiberina, con i quali abbiamo fatto un po' di autoanalisi di gruppo e con l'occasione ho scoperto di avere almeno due psicoterapeuti nel mucchio, peccato che io sia una personcina di suo alquanto equilibrata perché altrimenti mi sarei fiondata a chiedere qualche seduta a gratis, ho subìto le intemperante di uomini ormai al di fuori di ogni ragionevole età lavorativa che necessitano ancora essere al centro dell'attenzione ma mi domando perché qualcuno che ha avuto già dalla sua professione le più alte soddisfazioni non si decida a lasciare le scene con dignità invece di pensare di essere sempre al centro del mondo - largo ai giovani di grazia! -, ora che a quarant'anni siamo tutti in ottima forma giovani nel corpo e supergiovani nell'anima, visto che dovremo arrivare a 70 ed essere ancora sulla cresta dell'onda in fondo abbiamo appena superato la metà, un po' come quando inizi il terzo liceo, tutto sommato anche l'anno più bello dello scientifico, pieno di challenge e di nuove scoperte, tutto questo per dire che questo week end ho avuto la consapevolezza di essere una persona sana, anche dopo una sonora ubriacatura, e questo perché io racconto i fatti miei per informare, per rendere noto e non per farmi compiangere e questo - penso -, mi fa vedere gli eventi serenamente e vorrei anche aggiungere in maniera equilibrata se non temessi che qualcuno, tipo una familiare stretta sangue del mio sangue, potrebbe eventualmente smentirmi, ma insomma almeno posso assicurare senza tema di smentita che il fatto di aver superato i settanta non attribuisce d'ufficio quel giudizio che tutti ci aspetteremmo e poi, per concludere, io non ho mai sopportato chi sbraita cercando di commuovere persone sulla propria sorte infelice.
Io sono una donna d'azione, tutto sommato le parole mi piacciono, ma preferisco i fatti.

lunedì, giugno 06, 2011

La vera verità sulla me più me.

Si parlava d'amore. Di quello che ti fa dire e che ti trattiene.
La testa è sempre troppo lontano dal cuore e il cuore sembra sempre troppo piccolo.
E il risultato, quello che esce fuori dalla bocca, sempre inadeguato, sempre troppo opaco rispetto alla lucentezza del pensiero.
Ecco, il senso è un po' questo: il pensiero è vivido, la mia testa vede chiaro, limpido, lineare.
Quello che esce dalla bocca, però è sempre sfasato, sempre in controtempo, sempre ruvido e ottuso.
La mia professoressa delle medie me lo diceva: pensa sempre almeno tre volte prima di parlare!
Io invece penso una sola unica volta ed ho sempre una necessità impellente di comunicarlo al mondo.
E allora non sempre la comunicazione passa nel modo giusto. Anzi a volte non passa per niente
. Nonostante questa discrasia, però, io mi comporto come un libro aperto. Me lo diceva anche il titolare della sala giochi dove andavo a rimorchiare al liceo: "Tu sei come un libro aperto"! Chi mi conosce sa che dico sempre quello che penso anche se penso spesso male. Chi mi conosce sa anche che - a dispetto di una corazza presuntuosa e saccente - ho un cuore puro, che sono buona e generosa, generalmente animata da buone e oneste intenzioni. E poi c'è qualcuno che pensa che io sia insensibile, solitaria, triste e anche un po' stronza.
Ecco, io vorrei dire a questa persona, che peraltro è collocata tra coloro che dovrebbero conoscermi bene, che è vero. Io sono ANCHE tutto questo. E' questo che fa la me più me. E' così o ciccia. Prendere o lasciare. O mangi sta minestra o salti dalla finestra. Però ti conviene sperare che ci sia un materasso sotto.

domenica, giugno 05, 2011

Casse di vino

Il discorso è che ci si dimentica sempre perché si sta così bene in compagnia. Non so, dev'essere un meccanismo di autodifesa per non aver scelto di vivere in una comune. Passiamo del tempo in famiglia, e quando poi ci troviamo a passare del tempo in famiglia con gli amici ci rendiamo conto che è molto più figo, molto più utile, molto più arricchente e siccome però non può essere così tutti i giorni, facciamo si che sia di rado per non soffrire troppo spesso del distacco. E io ho incontrato dopo tanto tempo due persone che ho visto l'ultima volta in un momento felicissimo della loro vita e ritrovo dopo un momento molto difficile. La volontà è sempre incredibile insieme ad una formidabile voglia di fare progetti. Ci siamo commossi abbracciati lacrimati e questo ci ha resi ancora più vicini. Se ritrovarsi dopo tanto tempo fa passare momenti così intensamente felici, appuntamento tra dieci anni!
Ma io vi voglio rivedere presto e mi accontento anche di una cosetta media. Obbligatorie ovviamente tre casse di vino e tutto sommato anche la presenza del panzone sardo mentre metterei ai voti quella del corista megalomane. Sempre simpaticamente eh!

giovedì, giugno 02, 2011

Quando sarà tempo di raccolto, io sarò lì.

Rifletto. Quante cose succedono in dieci anni. Quante volte ci svegliamo, ci scopriamo di nuovo o per la prima volta, quanta fatica portare due figli per nove mesi e soprattutto per il resto, quanto lavoro per mandare avanti una casa una famiglia una coppia ogni giorno ogni notte ogni istante della vita che passa quanta fatica a dimenticare e poi basta un attimo che ti riporta alla mente tutto e quel tutto è più di tanto e ti riempie il cuore e ti fa piangere senza ritegno.
E allora capisci che il raccolto dipende da come uno ha seminato.