mercoledì, dicembre 29, 2010

Sull'orlo del 2010

E' che questo mestiere di genitori ti prosciuga l'anima. Per me che già ne ho poca è proprio una rarefazione dell'io profondo.
Vacanze scolastiche fino al 10 gennaio non si può.
Capisco che gli insegnanti abbiano bisogno di riposo, ma noi genitori non abbiamo mai il diritto di staccare un po'? Vabbè che a noi nessuno ci paga, però...
Ma poi uno cosa dovrebbe fare per tenere i figli se lavora? Spendere un patrimonio in baby sitter? Chi non ha i nonni a disposizione e figli sufficientemente poco grandi da necessitare di un occhio vigile costante che fa???
E le separazioni, i matrimoni sfasciati grazie a queste prove della vita che sono venti giorni a casa con i propri figli???
Li ho voluti, certo, ma questo non significa soccombere.
Cioè, io penso di essere una donna normale, a parte i miei deliri da wonder woman, il mio raffreddore, il mio ciclo, la mia sessualità, la mia fame atavica e le mie fisime sulla pulizia. Certo fisicamente sono possente, ma questo mica mi toglie i piaceri della vita. I figli, invece, certe volte mi tolgono il lume dagli occhi, come si suol dire. Sono esasperata, esausta, ho voglia di scappare, andare ad ubriacarmi fino al mattino, perdere la cognizione del tempo e dello spazio, non ricordare più cosa sono le lancette di un orologio, anzi proprio l'orologio, diventare sorda a qualsiasi vocabolo-sillaba-verso provenga da bocca di terrestre minore di anni 18, anzi visto che ci siamo minore di anni 30, pigiare l'acceleratore a tavoletta e trovarmi in terra straniera circondata da mare da cui incidentalmente non si può più tornare indietro.
Ecco, questo sono io oggi.
Alla fine di questo bizzarro 2010, che si conclude in sordina, mentre poi alcune cose belle sono addirittura successe, mi sento come una sardina oleosa e maleodorante che cerca disperatamente qualcuno che richiuda il bordo della scatoletta.
Giusto per non farsi inglobare da stomaco altrui.

mercoledì, dicembre 22, 2010

Wonder Woman

La faccia allibita di mio marito non ha prezzo (vorrei dire di merda, ma poi dopo sembra che parlo sempre male di lui, quando, poverino, in fondo non ha fatto nulla di male, non è mica colpa sua se è sposato con una wonder woman!).
Insomma - dicevo - mi tiro dietro la porta di casa senza togliere le chiavi all'interno e soprattutto senza nessuno all'interno.
Che deficiente! potrebbe dire qualcuno di poco accorto.
Ma non mi perdo d'animo.
Vado a recuperare lastre per scassinare la porta, come quella volta che vennero i vigili del fuoco dopo sole tre ore di attesa e con un "flap" di lastra al torace aprirono la serratura di casa nostra.
Stamattina ero preparata.
Allora poi lascio fare mio marito perché non bisogna mai contraddire un maschio in azione, che punta i piedi sul tappetino, si toglie gli occhiali perché non vede le fessure da vicino, sbuffa, sniffa, sgrinfia con tutte le sue forze. Potremmo usare la carta bancomat - gli dico - per scassinare la porta, visto che questa lastra non va ne avanti né indietro. E lui ah ma che cavolo dici, la lastra può fare il giro (secondo lui la lastra doveva fare a zigo zago c'era un mago) mentre il bancomat è semplicemente troppo corto. E continua con la lastra, con gli occhiali, con gli sbuffi. Fino a che con vocina angelica gli dico: Mi fai provare?
Agile come una pantera, mi appropinquo alla porta e con nonchalance tiro fuori una carta dal portafoglio. Con la padronanza tipica del ladro navigato, la ficco nella fessura e con gesto deciso faccio "stock" e apro la porta.
La faccia (da rosicone!) di mio marito in quel momento non ha prezzo.
Per tutto il resto, ovviamente, c'è il bancomat!

mercoledì, dicembre 15, 2010

To the big

Ho ritrovato l'ispirazione.

Giornata di merda.

Poi sono pure stata un mostro con mio marito che oggi era anche il suo compleanno.

E poi gli occhiali mi si sono spaccati proprio nel mezzo, mentre uscivo grondante dalla doccia

oggi che avevo una formazione

e ci ho messo due ore per arrivare

ed ho pure imboccato un chilometro di strada a piedi in direzione ostinatamente contraria alla meta

carico a spalla di PC e borsa da Eta Beta e le mani mi sanguinano ancora dal freddo

quasi finita con un'ora e mezza di traffico a passo d'uomo

e una cena in pizzeria dove quei mostri delle mie figlie non hanno mangiato niente e il cameriere non distingueva un fiore di zucca da un supplì.

Ora spero di avere almeno diritto ad una trombata.

Vado, altrimenti - come ciliegina sulla torta - perdo anche il momento buono.