sabato, settembre 28, 2013

Tra le dita

Una vita mi è passata tra le dita ed è scivolata via per sempre. Di per sé non sarebbe grave. Di per sé è anche normale che due dita non riescano a sorreggere una vita. Perché una vita è fatta di tante cose, di tante altre vite che si incrociano si sovrappongono si intruppano scontrandosi si baciano si amano si prendono il sangue e altra vita che se ne va. Una vita è fatta di lacrime, di risate, di scritti conservati in un cassetto che non leggeremo mai più, di statuine ficcate sul soppalco a prendere polvere perché gli sguardi non le sopporterebbero, di cose tenute perché buttarle ci si spezzerebbe il cuore anche se non servono più a niente. Una vita è fatta di foto belle foto brutte a volte foto in posa perché è un'occasione speciale e abbiamo indosso il nostro vestito più bello che anche se non lo metteremo mai più - perché si sa che si ingrassa dal giorno dopo -quella foto è lì a testimoniare che siamo stati così almeno per un giorno. Una vita fatta di bottiglie di alcol conservate perché erano troppo care per berle e poi sono andate a male ma scopri che per qualcuno valgono ancora tantissimo. Una vita fatta di amore vero quello che mette le persone care davanti a tutto, quello che ti fa avere tanti amici quelli che si confidano appena ti conoscono perché sai ascoltare e non l'hanno fatto prima con nessuno mai così bene così profondamente, e continueranno a farlo per sempre. Una vita fatta di prese di posizione profonde di principi creduti e sostenuti davvero di gesti di generosità incredibile ma anche di incazzature senza fine di quelle che ti prendono le viscere di quelle che ti fanno il sangue amaro talmente amaro che se ne sente l'odore. Una vita fatta di viaggi di feste di serate con gli amici di spese folli di concerti di panorami di belle cose. Le mie dita non sono riuscite a trattenerla questa vita speciale. Ma non me ne cruccio. So che passerà il dolore e resterà quella preziosa sensazione di averla avuta tutta per me.

lunedì, settembre 23, 2013

Presto tornerà

Poi ci avrei un sacco di cose da dire
Volevo scrivere dei cinquantenni che si trombano le venticinquenni prive di grinze di esperienza e forse anche di fascino
Dei bambini che crescono e si allontanano pur avendo sempre più bisogno di qualcuno che vegli su di loro
Della musica che mi accompagna in questi momenti difficili, traslucida e a volte opaca, come il mio cuore oggi
Degli amici che soffrono e che ti rovesciano secchiate di acqua gelida addosso quando tu sei già fradicia come un pulcino
Delle vite che passano e se ne vanno lasciando dietro di esse fiori pesanti come macigni
Soprattutto di questo volevo scrivere
Ma ancora non mi vengono le parole
Ma le parole sono il mio pane
E presto tornerà la fame.