martedì, gennaio 26, 2010

Throw it away

La mia questione di oggi è questa: come fa un medico (che si presume persona competente in materia delle cure di prossimità ad un neonato, e se non lui, chi?) a consigliare ad una puerpera, che ha partorito da quattro giorni - solo perché ha la febbre, i capezzoli doloranti, il seno gonfio ed è sotto antibiotici (dati da lui, ovviamente) - di tirarsi il latte e buttarlo? Oltre, ovviamente, a cominciare a dare alla figlia latte artificiale.
Il latte materno è preziosissimo! Con quale coscienza e fedeltà al giuramento d'Ippocrate si può scientemente invitare una donna a buttarlo?
E comincio a pensare che sia un complotto che inizia dall'ospedale. Nessuno ti insegna ad allattare o a cambiare un pannolino o a non far scambiare al bimbo il giorno con la notte (e ci sono le puericultrici all'uopo in ogni ospedale, in grado di dare consigli che spesso per pigrizia, per mancanza di tempo o di strutture adatte, non vengono dati). E allora, finché sei in ospedale, se hai la fortuna di aver scelto il rooming in, puoi sperare che tuo/a figlio/a si attacchi al seno come meglio crede e nella maniera giusta, prendendoti tutto il tempo per sperimentare, senza che il neonato sia nutrito nella nursery a glucosio o latte in polvere. Poi, quando torni a casa e vai dal pediatra, spesso, alla prima difficoltà (e di difficoltà ce ne sono, questo è certo: perdita di peso, inappetenza soprattutto) ti viene suggerita l'aggiunta di latte in polvere. E poi, dopo l'aggiunta di latte, ti viene consigliato di smettere e cominciare lo svezzamento a tre mesi. E se una madre si oppone, è durissimo andare avanti. Allora devi avere delle certezze incrollabili. Una grossa fiducia in te stessa e nella tua missione in quel momento. Perché - poche storie! - allattare un figlio è una missione, spesso accidentata. Diventa una cosa piacevole dopo che tutto è rientrato nella norma, si sono creati dei ritmi e fisicamente ci si è riprese dal parto. Ma per i ritmi c'è bisogno di tempo e pazienza. Tantissime sono le cose da imparare quando nasce un figlio. Ma poche sono le persone disposte ad insegnare, pur avendone tutte le qualifiche. E allora, in questo limbo che è il primo periodo di vita di un bimbo, le scelte di una madre e dell'ambiente circostante che la supporta sono importantissime per il benessere del bambino. Non dimentichiamolo. Uno scatto di palle si può avere di fronte ad un medico che ci chiede di smettere di allattare perché prendiamo antibiotici. E soprattutto ci consiglia di buttarlo, quel latte.

venerdì, gennaio 22, 2010

Sbriciolamenti

L'implosione della mia casa ha rimestato nel torbido delle mie pulsioni omicide.
In questo periodo le mie figlie fanno lo sciopero della colazione. Cioè possono stare anche un'ora e mezza con la tazza di latte davanti, traccheggiare (come dicono a Roma) non bevendo nemmeno un goccino e quando sono fortunata non rovesciandola, ma sbriciolando sistematicamente qualsiasi cosa edibile alla portata delle loro dolci manine: corn flakes, fette biscottate, pane, biscotti.
Quando tutti e tre, la grande, la piccola e il loro papà, escono da quella porta io mi ritrovo sola con un tappeto di briciole.
Ecco, questa storia delle briciole proprio non si riesce a risolvere. Non si riesce a sensibilizzare la prole su questo punto. A loro scivola (appunto!) addosso. A me invece la briciola mi rimesta il sangue. Farà parte di quella stupida fobia che avevo da piccola, riguardo le cose piccolissime simili ad insettini (che magari erano solo acari giganti oppure io ero già cecata ed era semplicemente il mondo intorno a me), ma queste briciole dovunque mi stressano assai.
Ma il peggio sapete qual è? E' che mia madre, l'altro giorno, osservando col suo occhio critico la situazione, lei che non si ricorda nulla di quando eravamo piccole per una sorta di rimozione cosmica, proprio lei sentenziava: "Anche tu eri così. E c'hai beccato un sacco di botte!".

martedì, gennaio 19, 2010

Inibitorio

Sono una donna fortunata.
Ieri sono stata la prima ad entrare in sala operatoria, il che ha i suoi vantaggi.
Primo: i medici sono freschi e non hanno mani tremolanti, sono simpatici, hanno appena fatto colazione e rimane loro dentro quel cucchiaino di zucchero di cui noi pazienti affidati alle loro cure abbiamo tanto bisogno.
Secondo: il personale paramedico ha appena attaccato il turno, tutti hanno delle cuffiette che rischiano di farli passare per medici e ciò li riempie di felicità e dà un senso più alto al loro lavoro. Essere scambiati per anestesista è comunque lusinghiero. Foss'anche da una mezza cecata come me che senza occhiali non vede (ovviamente!) ma non capisce neanche nulla degli eventi che si dipanano intorno a lei.
Terzo: devi essere operata tu perché abbiano inizio le danze. E questa, signori miei resta una verità incontrovertibile.
Però può anche capitare che l'anestesista sia malato e che tutto l'ospedale si attivi a cercarne uno disponibile. Può anche capitare che il chirurgo debba aspettare l'anestesista e per non saper che fare ti legga tutte le clausole della privacy discutendole amabilmente, così, tanto per passare il tempo.
E poi, dopo tutto ciò, è chiaro che tu ti risvegli dall'anestesia urlando che il medico è bellissimo e cantando tutto il repertorio di Baglioni tipo: "E' domenica mattiiina si è svegliaaato già il mercatooo!".
Se rinasco faccio l'anestesista.
La questione della caduta dei freni inibitori mi attira un sacco.

giovedì, gennaio 14, 2010

Hospital in a winter day.

Allora oggi, per non saper che fare, mi sono recata in ospedale a fare tutta una serie di esami propedeutici per un'operazioncina da nulla che lunedì la mia gamba sinistra sosterrà in "day surgery" come chiamano adesso gli interventi ambulatoriali. Allora rispetto all'anno scorso che avevo fatto la gamba destra la location è cambiata non poco poiché l'ospedalozzo si è rinfrescato i connotati i dirigenti hanno voluto fare manifestamente gli sboroni costruendo un C.U.P. nuovo di zecca che funziona che non bisogna più aspettare ore per pagare (cioè ma vi rendete conto della distorsione? aspettare ore per pagare soldi ad un ente pubblico?) che c'ha dei posaceneri nel cortile grossi come il leone di pelouche di mia figlia o che comunque ne occupano sicuramente la stessa cubatura che c'ha luci sgargianti e che anche il nome del reparto di day hospital hanno cambiato che assona molto col "sor pampurio" d'infantile mia memoria e che sembra bello e divertente poi però ti rendi conto che il sor pampurio ti lascia aspettare ore di fronte alla porta d'uscita sul freddo gelido che si apre ogni 5 secondi e che non è una di quelle porte scorrevoli che si aprono a peso ed ho scoperto che vanno a peso perché una volta la mia povera figliola è rimasta chiusa nello spazio tra le due porte scorrevoli dell'uscita perché era troppo leggera per fare aprire la seconda e io non sapevo cosa fare per attirare l'attenzione di qualche addetto del negozio perché incidentalmente l'avevo preceduta e mi trovavo fuori del negozio peraltro sotto un diluvio universale senza ombrello e senza tettoia sbracciandomi all'indirizzo della cassiera tutta intenta al suo lavoro e non potevo nemmeno entrare nel negozio con la paura che poi qualcuno uscisse e mi portasse via la mia figlioletta insomma una situazione da incubo che mi ha fatto scoprire che le porte scorrevoli funzionano a peso (e non è bene accetta la battuta che coi miei chili si apre per forza) dicevo insomma che al sor pampurio la porta è quella dell'uscita di emergenza con maniglione antipanico utilizzata come accesso principale al C.U.P. con un viavai di gente incredibile e peraltro ho visto in quattro ore una varietà di umanità indescrivibile brutti bellissimi vecchi stravecchi mamme con neonati e padri isterici con in testa un cappello con la piuma e un bambino in una carrozzina imbacuccato che peggio di un eschimese fuori dalla porta del suo igloo zoppi ingessati bambini con arti rotti e stampelle fare quattro volte lo stesso percorso gente che usciva a fumare utilizzando il posacenere grande come l'orso di mia figlia che poi mi sono sempre chiesta come fanno a svuotarli quei posaceneri con tutta la sabbia dentro ci sta forse una paletta speciale? e poi oggi l'ho scoperto: fanno il vaso profondissimo e portano via sabbia e sigarette poco per volta svuotando e poi riempiendo di nuovo senza soluzione di continuità e oggi era al livello più basso per cui mi sono dovuta abbassare praticamente a 135 gradi per riuscire a spegnere la sigaretta ho poi parlato con un'infinità di persone ho riempito moduli con le malattie pregresse ad almeno quattro vecchi perché il day hospital è un po' come il fai da te ti danno dei moduli da riempire e se non hai penna e occhiali e magari hai qualche annetto di troppo come è il caso della maggior parte delle persone a chirurgia vascolare allora sei proprio fregato e come fai se non c'è la martello che ti riempie il modulo tipo ce l'ha mai avuta la gotta? l'ipertensione? l'arteriosclerosi? dorme bene? tachicardia? si sveglia con l'affanno? quanti cuscini usa per dormire? usa i preservativi oppure ogino? (quest'ultima era una battuta ma il livello era veramente personalissimo e imbarazzante a trattare con emeriti estranei) tanto che un tizio dopo la mezz'ora che ci abbiamo impiegato a riempire la sua cartella mi voleva pure offrire un caffè, nella fattispecie lui (presumo ultrasessantenne) mi aveva appena risposto a delle domande riguardanti l'intimità di suo fratello ottantenne insomma praticamente il delirio ma io ho vissuto anche il mio momento di gloria durante il colloquio con l'anestesista che mi ha accolto stringendomi la mano (cosa assolutamente singolare) e dicendomi che la mia personale cartella era stata da me riempita superbene, in maniera assolutamente accurata e che forse potevasi dare il caso che ero una collega medico no mi spiace caro sono solo una con un'intelligenza media anche per certi versi sotto la media che ha risposto accuratamente a tutte le domande e che si trova a ricordare il nome esatto dei tre interventi da lei subiti (tra cui 2 cesarei) sicché voglio dire non è che sia proprio un merito straordinario....ma tant'è, mi becco i complimenti e per lunedì mi devo presentare con le pudenda depilate, integralmente mi raccomando! - mi ha detto l'infermiera. Topa al vento, come si suol dire.

lunedì, gennaio 11, 2010

NotiziONE

Oggi al TG dell'ora di pranzo Mister B. snocciolava barzellette su statuette in faccia. Il succo era che se le prendono cani e porci (oh, l'ha detto lui!). E giù a ridere (sempre lui).
Poi veniva data così, en passant, la notizia che Englaro era stato prosciolto da tutte le accuse di omicidio colposo. E non un giornalista (o un politico, perché no?) che abbia sentito il bisogno di fare una dichiarazione di scuse per il massacro mediatico cui quest'uomo e la sua famiglia sono stati sottoposti.
Gli stessi giornalisti che ci vogliono far credere che a qualcuno importi che i braccianti africani siano andati via da Rosarno. E poi, tutte quelle arance a marcire sugli alberi. E nessuno dice che i coltivatori guadagnano di più a tenerle a marcire che a raccoglierle e rivenderle.
E intanto noi, al mercato, possiamo comprare "arance non trattate" rigorosamente provenienti dalla Calabria oppure "arance" che non si sa cosa abbiano sopra.
Poi ieri è morto Mano Solo e oggi Eric Rohmer.
Ma in compenso su Raidue stasera Craxi è un eroe.
A rischio di sembrare oscena, datemi una lametta che mi taglio una vena.

sabato, gennaio 09, 2010

Qualcuno abbia pietà del pianeta Italia

Adesso mettiamo anche un tetto alla presenza degli stranieri nelle classi italiane, ma non per razzismo, no, per favorire l'integrazione.
S'è rivoltato lo munno.
Veramente.
Così si evitano le classi ghetto.
Che razza di concetto è codesto?
Classi ghetto per gli italiani invasi da stranieri, o per gli stranieri emarginati dagli italiani?
Non si capisce ghetto per chi.
E come diceva una preside al Tg, chi sono gli stranieri?
Anche gli adottati?
O solo quelli col colore della pelle diverso o che provengono da paesi europei desinenti in -IA?

giovedì, gennaio 07, 2010

Couples

Lei è bella, perfetta in tutto e per tutto, adorabile e adorata dai suoi figli, cucina divinamente, si veste ancora meglio; lui è belloccio, sempre superimpegnato sul lavoro, dedica alla moglie e i figli i giorni comandati.
Lei è una donna burrosa, capelli rossi, lineamenti antichi, restauratrice, spiritosa e autoironica quanto basta per non soccombere a lui, uomo maturo, navigato, onniscente ed anche un po' sfuggente, con un non so che di solitario che non guasta.
Lei è atletica ma non eccessivamente magra, simpatica, ironica, presa dai suoi tre figli il giusto e non troppo, vagamente ossessionata dai soldi nel senso che cerca in tutti i modi di risparmiare ma sempre con l'idea positiva del riciclo; lui è un compositore, svagato quel tanto che basta per mantenere un'aria chic-trasandata, ma più perché si è veramente dimenticato di pettinarsi che non per questione di look.
Lei è simpatica, iperattiva, ha sempre una soluzione per tutto, lei è la problem solving per eccellenza, autorevole donna in carriera ma con un solido interesse per la famiglia che segue e comanda a bacchetta, anche a distanza; lui è schivo, orso, ascolta molto la radio, meglio se parlano gli altri, ma quando apre bocca son cavoli, pregno di senso, una parola è poca due son troppe, ha le mani d'oro, è il bricoleur per eccellenza, il re mida del fai da te, trasforma in gioiello anche la merda di vacca, e con estrema modestia.
Lei è ironica, a volte troppo, mantiene sempre una sorta di distacco super partes, adora però essere al centro dell'attenzione, avere l'ultima parola su tutto, manifesta spesso e volentieri desiderio di evasione; lui adora la musica, più psichedelica è meglio è, è molto preso dal suo lavoro ma è anche molto coinvolto dalla vita familiare, adorato dai bambini piace molto anche alle mamme.
Lei è intraprendente, solare, salutista e salutare, fa sempre molti progetti; lui è il classico uomo affidabile, spalle grosse, idee produttive, porta sempre a termine ciò che inizia.

Queste sono le coppie che mi circondano.
Ci sono anch'io là in mezzo
. Questa varietà mi piace. Mi solletica l'immaginazione.

martedì, gennaio 05, 2010

Regalatevi a natale

Secondo voi, quando vi regalano il vero ciaffo, quel regalo orrendo che giacerà inevitabilmente nel fondo dei vostri armadi perché la persona che ve l'ha regalato è troppo vicina per avere il coraggio di gettarlo direttamente nella spazzatura, nella fattispecie un vaso di materiale non meglio identificato (mio marito sostiene di legno, e bisogna dargli credito perché nel sangue ha grossomodo gli stessi geni del donatore), vaso enorme, in forma ovoidale schiacciata, nero dorato marrone, secondo voi - dicevo - si è obbligati a tirarlo fuori nel caso il donatore si presenti a casa vostra con un mazzo di fiori?
Non è forse legittimo questo interrogativo?
Cosa vince?
Educazione o disgusto?
Gentilezza o raccapriccio?

domenica, gennaio 03, 2010

Scordarella

Non faccio propositi per il 2010.
Tanto quando è dicembre me li sono dimenticati.