mercoledì, giugno 04, 2014

Il peso specifico dei desideri

Pensavo che si arriva ad un punto in cui si fanno bilanci, anche se la bilancia ci dice che dovremmo pensare ad altro, ad estrofletterci dal cervello che tanto spazio occupa del nostro tempo, mi piacerebbe assai non pensare, astrarmi dai miei neuroni ma pare che ciò non sia possibile in quanto l'assenza di attività cerebrale denoterebbe morte in atto e in realtà io non desidero morire vorrei assentarmi, fisicamente e mentalmente da questo mondo presente per buttarmi a quattro di bastoni in un senza tempo sbilanciato in cui la mia ciccia i miei occhi ipovedenti, i miei capelli indomabili  i miei iperattivi neuroni non avessero più alcun peso e valessero come il due di bastoni quando regna coppe e non è nemmeno una questione di stanchezza fisica perché a quella c'è sempre rimedio si tratta piuttosto di un'iperattività mentale del tutto inconcludente che comincia a diventare un peso e la bilancia misura proprio questo ma non ho ancora capito cosa ci dovrei mettere sopra se la mia capoccia, il mio culone oppure una bustina con i miei desideri rischiando che perdano miseramente di consistenza rispetto a materia di cotanto peso ma mi balena alla mente una reminiscenza liceale, il calcolo del peso specifico, inversamente proporzionale al volume, cioè più un oggetto è grande - a parità di peso - e minore è il suo peso specifico quindi c'è la speranza che una cosa piccoletta abbia un alto peso specifico e mi interessa proseguire per questo ragionamento nella direzione che analizza la questione del peso dei miei desideri che sulla bilancia virtuale potrebbe essere magicamente enorme per un volume piccolo piccolo che li contiene, lo spazio del minuscolo cervello che ho in testa o volendo quello dell'organo pulsante che ho nel petto e mi sa che la bilancia virtuale dei miei desideri sta tentando di dirmi che il loro peso specifico potrebbe superare di gran lunga quello del mio cervello o del mio cuore. Forse dovrei ascoltarla.