sabato, ottobre 28, 2006

Dei ravioloni o delle scelte avventate = avere fame subito dopo

Ogni promessa è debito. Mi sa che il mio amico L. ha sbagliato scelta. Quella di ieri sera si è rivelata fatale. Ha influenzato e colpito tre maschi e una femmina. E' significativo che i maschi ci siano cascati in più alta percentuale. Soprattutto se maschi e informatici. Ma tant'è: essi 4 si sono trovati con 3 ravioloni 3 nel piatto. Saranno stati belli, saranno stati buoni, saranno stati ben guarniti, ma erano pur sempre e solo 3! Ah, io lo so che al ristorante sono due le cose che NON si devono assolutamente fare:
1) Mangiare ravioli = averne tre o massimo cinque nel piatto = avere fame subito dopo
2) Scegliere lo stesso piatto di un altro commensale = porzione nettamente ridotta = avere fame subito dopo

Ora, i miei 4 commensali hanno addirittura unito questi due gravi errori: scelto lo stesso piatto e scelto ravioli!!!!! Magari chiamati ravioloni, ma pur sempre pochi!
Io e la mia amica D., che ha la (s)ventura di essere la compagna di vita di L., e che indi per cui conosce le di lui avventatezze, e che - sia detto per inciso - frequenta la mia stessa dietologa, abbiamo provveduto ad altra ordinazione ed siamo state soddisfatte nella vista e nel palato = andare dalla dietologa aiuta a fare scelte meno avventate oltreché a mangiare di più e meglio!

venerdì, ottobre 27, 2006

Strafoghesciòn

Già il fatto di aver beccato Ivano Fossati da Morandi ieri sera solo alla fine dell' esibizione mi ha dato sui nervi. C'era Morandi in ginocchio che implorava: "Scrivimi una canzone d'amore!" Che non si capiva se d'amore per lui o per cantarla lui. Ivanone è andato via tra gli applausi con una faccia del tipo: "Sì, certo, come no!". Della serie contaci. Avevo passato la serata perlopiù dormiente davanti al tanto decantato film "Signs". Mi devo anche essere persa qualche scena clou, perché alla fine non ho capito niente. Ma daai! Ma come si fa ancora co' sta storia degli extraterrestri! Però, certo che in questi casi una cantina ex scarico di miniera serve sempre! Ecco, tutto questo non mi fa passare il desiderio di strafogamento che mi prende in tutti i momenti della giornata. L'unica cosa sarebbe che qualcuno mi regalasse l'ultimo libro di Faletti, così mi concentrerei su qualcosa che non sia cibo.
Stamane ho fatto colazione al bar con mia sorella, consentita dalla dietologa una volta a settimana (la colazione al bar - ovviamente. Nella dieta non è obbligatoria né tantomeno contemplata la presenza di mia sorella). Ha detto che offriva lei. Stavo per prendere un secondo cornetto perché il primo mi aveva proprio soddisfatto. Poi ho pensato a quando facevo ZEN a Parigi, seduta con la faccia contro il muro, in una stanza piena di estranei, e che no, non avrei voluto per nulla al mondo provare di nuovo quel dolore alle gambe dovuto alla posizione del loto quando mi alzavo dopo un'esatta mezz'ora. E che quindi non avrei mangiato un secondo cornetto, anche se pagava lei. Per una questione di coerenza. Però so che a pranzo mi farò una bella piadina. Me la sono comprata al Todis, l'altro giorno. Bella piena di grassi idrogenati! Ed ho in progetto di riempirla di tanti di quei piccoli wurstellini che ho nel frigo e poi di carciofini sott'olio e se mi gira apro anche le melanzane sott'olio che ha fatto mia suocera e sicuramente spalmerò il fondo di tanto buono stracchino. E poi penso che possa bastare. Magari poi mi faccio un'insalata. Se mi vengono i sensi di colpa. E sennò mi mangio una fetta della crostata che ha fatto mia suocera.

martedì, ottobre 24, 2006

Mai iusband lovs mi.

E' proprio così. Stamane mio marito ha voluto fare sega in ufficio. Epperò non me l'ha comunicato, come è sua abitudine, alla fine della giornata, ma ha voluto rendermi partecipe di questa scorretta azione addirittura passando con me tutto il tempo. L'abbigliamento era quello tipico del vacanziero: camicia arancione, pantalone bianco, giacca coi tasconi. Impossibile non essere affascinati dal suo desiderio ufficifugo. E allora io, per non fargli torto, gli ho proposto di accompagnarmi nella mirabolante impresa di fare delle analisi nell'ambulatorio prelievi dell'ospedale. Mi lavo, mi vesto, prepariamo la piccina, l'accompagnamo all'asilo e via, liberi e felici verso questo nuovo orizzonte!
Prima di tutto, abbiamo poco più di 100 (cento!) numeri avanti a noi. Ovviamente nessuna precedenza a donne gravide prima della 32a settimana. Il che vuol dire che devono sbattere la panza sullo sportello e far scalciare il pupo per essere prese in considerazione. In compenso una quantità di umarelli da far invidia alla razza bolognese tutta: con cappello, senza cappello, con giacca a tasconi, con giacca nuova appena acquistata, con l'immancabile "Messaggero", senza l'immancabile "Messaggero", ma tutti inequivocabilmente alla ricerca di uno sguardo, di un dettaglio, di un numero perso per terra di cui potersi appropriare magari lottando e soprattutto tutti che tentano di passare avanti a qualcun altro non tenendo minimamente conto dei duecento numeri che li separano dal loro turno. Abbiamo visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare: panze urlanti d'impazienza, donne esonerate per invalidità (secondo me mentale) pretendere di passare avanti a tutti senza mostrare il tesserino e usando a pretesto la lezione di ginnastica che avrebbero perso, cassiere stranamente pazienti scusarsi di non avere la palla di vetro. Insomma varia umanità. E diciamo che ce la siamo sbrigata in tre orette. Tempo record se si pensa che c'erano solo due casse e nessun usciere.... No perché lo vogliamo dedicare un post al dramma sociale che è diventata la mancanza di uscieri negli uffici pubblici? C'è un dirigente ogni due impiegati, ma nessun usciere che dirima le più semplici questioni di sopravvivenza.....

venerdì, ottobre 20, 2006

Riposizioniamo l'ego

Tre son sempre troppi. Il numeretto adesso ci vuole, per il medico di base! E io ne ho tre davanti. Peggio che andare a prendere il posto all'università. Ne approfitto per mettermi al corrente degli ultimi pettegolezzi: avariati perché le riviste datano di fine agosto. E che mi frega di sapere che Ceccherini vestito da gabibbo andrà all'isola, quando l'hanno già espulso? Oppure che Vieri si tromba una, quando nel frattempo se ne sarà trombate altre venti? Diciamo che l'attesa di due ore (cioè ma ci rendiamo conto? due ore per tre persone? Intervallate da cinque simpatici informatori - quelli che vanno in giro con enormi borse piene di gadget per la nostra salute, per intenderci) mi infiacchisce e innervosisce non poco. Inoltre vedo passare il mio futuro medico di base più volte, vestita in tuta, nonostante ci sia una statua di Ippocrate con tanto di pèplo in sala d'attesa. E questo mi rende perplessa. Ma entrando finalmente nella stanza mi prendo l'agognata rivincita quando la dottoressa mi apostrofa con un: "E' un piacere conoscere una così bella ragazza!". Il mio ego, sebbene in stato di avanzata decomposizione, ha subito un sussulto, e si posiziona ulteriormente sulla scala alta dell'autostima quando, scoperta la mia parentela con mia sorella (tautologico, ma è proprio così) mi dice: "Certo lei (MIA SORELLA) è più bassa e PIU' GRASSA!!!!!!!!!!!!!". Io ho cercato di minimizzare la mia soddisfazione e di nascondere il pavone che si impadroniva del mio essere tutto, ma certo quella donna mi era sempre più simpatica. In un istante ho cancellato quasi quarant'anni di fiducia nel mio storico medico di base, per proiettarla tutta, carica di belle speranze, su quell'adorabile vecchietta in tuta! E speriamo che non mi deluda!

giovedì, ottobre 19, 2006

Pregnancy

Vado per farmi delle analisi alla ASL di un paesino qua vicino. Avevo la prescrizione del mio medico di base, quello storico, quello dal quale non mi ero separata neppure durante i cinque anni vissuti a Parigi. Ora però, si dà il caso che cambiando comune di residenza, sia obbligatorio anche cambiare il medico di base (a meno che non hai il culo che il tuo medico lavori nei due comuni, ma ovviamente non è il caso mio). Ma come molte cose in Italia, se nessuno controlla si può andare avanti all'infinito. E come molte volte nel caso mio, sono io a comunicare che forse c'è un'incongruenza. Insomma, devo per forza cambiare il medico di base. Per tutta una serie di ragioni che vi andrò a dire, ho assoluta necessità di avere un medico valido che mi possa fare delle ricette, perché, udite udite, sono di nuovo in attesa di un bimbo !!!(perchè sarà sicuramente di sesso maschile - questo me lo sento!). E saprete tutti che in gravidanza occorre farsi analizzare, auscultare, pigiare ed esplorare talmente tante volte che se non hai le ricette vai in fallimento.
Intanto io stamane ho fatto molte analisi con la prescrizione del vecchio medico. Tiè. E con l'occasione ho scoperto che una donna incinta deve obbligatoriamente procurarsi un libretto di esenzione. Come se non bastasse la pancia ad esentarti! Per questa volta signora la esento, ma la prossima volta deve portarmi il libretto - così mi ha detto l'aitante cassiera della ASL!
Allora, siccome manco fossimo a Roma, nel paesello di cui sopra la ASL ha due sedi diverse, mi decido a trotterellare da un edificio all'altro per espletare le mie pratiche amministrative. Prima mi faccio bucare il braccio, poi con tanto di piroetta mi scapicollo ad esaminare una listona di medici di base per decidere, ovviamente alla cieca, quale sarà il mio. Scegliere alla cieca non è certo facile. Vai a simpatia per il nome o per i numeri del telefono. Che altro se no? Perché ovviamente la signora che mi compila la pratica non mi può (non mi vuole?) dare nessuna informazione in merito. Oggi pomeriggio la vado ad incontrare, la mia nuova dottoressa. E incrociamo le dita.
Per il resto, ieri ho fatto la prima ecografia e ho visto l'esserino che nuota con delle mani enormi. Assomiglia sicuramente a me! E poi sono ancora solo piccoli numeri, millimetri che faranno centimetri se sai contare e macchie bianche che faranno arti se sai vedere. Io, di per mio, mangio liquirizia. E aspetto.

mercoledì, ottobre 18, 2006

Disturbi culinari

E tu? Quante personalità hai? - le avrei voluto chiedere senza avere il coraggio di guardarla dritto in faccia.
Non so a voi, ma a me una domanda simile incuterebbe immediatamente un timore assoluto, anche a porla. Ci pensavo ieri per strada, mentre mi affannavo su per la salita, dopo essermi fatta pesare dalla dietologa.
"Ma tu, ci vai al ristorante?" - le ho anche chiesto con non-chalance.
"Oddio, ma certo che ci vado" - ha risposto lei.
"No, perché, sai, mi chiedevo, se una persona fissata... ehm attenta al cibo come puoi essere tu, possa ritrovarsi lo stomaco in subbuglio a causa degli olii stramaledettamente vegetali in eccesso abusati nei ristoranti!"
"Oh, certo, io ne riconosco perfino l'odore, di questo genere di olii nocivi".
Pensa che esperienza, che capacità gustativa, che papille!
E me miserrima, che per la prima volta da dicembre sono ingrassata ben 500 gr. e che al ristorante a mangiare olii vegetali non ci vado (non tanto perché non mi piacciono gli olii vegetali, perché se dicessi questo direi probabilmente una bugia visto che essi sono contenuti nei cibi più buoni e peccaminosi del panorama culinario mondiale nonché del mio piccolo e ristretto mondo, ma piuttosto perché mi manca la grana) e mi accontento delle paste sfoglie da supermercato che grondano grassi idrogenati come se piovesse! E dove sono le mie papille, ché a malapena mi accorgo della differenza tra un ovetto kinder e un gelato cucciolone quando sono in calo di zuccheri?
Ecco, il cucciolone! Non ho avuto coraggio di dirglielo alla dietologa della confezione di cuccioloni che ho comprato l'altro giorno all'alimentari (ché per poco non mi beccava in flagrante anche quella spia onnipresente di mia sorella arrivata all'alimentari mentre cercavo di sgattaiolare non osservata). Non ho avuto coraggio di dirlo nemmeno a mio marito. Che però mi ha visto ingurgitarne tre di seguito. E perché il quarto se l'è mangiato mia figlia, altrimenti... Mi sono limitata a dirle dell'ovetto kinder, che in realtà era un pezzo di ovone kinder pasquale ancora gelosamente conservato nel domopak in fondo alla credenza. Grazie a questi sfracelli alimentari il giro cosce è aumentato, così come quello fianchi e quello glutei. Sì, perché ella tutto mi misura e nulla le sfugge, nemmeno se provo a distrarla con discorsi finto culinari: "Beh, sì ormai mi so regolare, non faccio più stravizi, e se li faccio, il giorno dopo: penitenza."
Eh, no, tutto questo svago ad arte non serve perché quel maledetto centimetro da sarta-dietologa funziona benissimo.
E tanto per fare penitenza questi sono gli ingredienti dei tre cuccioloni che mi sono spazzolata:
Farina di grano tenero (e fin qui, normale per un gelato contenere la farina, quasi quasi sperimento la ricetta: gelato di farina con panna!),
latte scremato fresco pastorizzato,
latte scremato reidratato,
zucchero,
sciroppo di glucosio-fruttosio (che vorrà dire?),
olio vegetale (tanto per non farcelo mancare),
pasta di cacao,
lattosio e proteine del latte,
agenti lievitanti,
burro di cacao,
uova,
sciroppo di glucosio (ancora?),
emulsionanti (farò la schiuma dopo averne mangiati tre?),
addensanti,
fibra di frumento,
sale,
zucchero caramellato,
aromi,
maltodestrina,
burro concentrato (che sarà mai il burro concentrato?),
cacao in polvere,
acidificanti.

Penso che forse a mettermi due dita in gola non farei un soldo di danno.....

lunedì, ottobre 16, 2006

Il telefono, la tua voce.

Sono Sempronia, di Telecom. Pausa.
Ah piacere, Meringa, cosa desidera? Suprema concessione, invece di sbatterle il telefono in faccia - razza d'incompetente! - ché non si lascia mai un buco così lungo quando inizi una telefonata!
Chiamavo per l'ADSL.
Ah, e in che senso? - faccio io, melliflua.
Beh per sapere se aveva già questo servizio.
Sì, e con un altro operatore. Taglio corto ogni speranza.
Ah, con un altro gestore. E su questa linea? Tendenziosa la tipa!
Non vedo perché io debba darle questa informazione, tanto più che se lei è Telecom potrà facilmente stabilirlo da sola! Avete intercettato mezzo mondo, che problema c'è a conoscere anche i miei movimenti bancari?
Ah, va bene. Allora buona giornata.
Buona giornata a lei, cara. Klik.

giovedì, ottobre 12, 2006

C'è aria di crisi

Mio marito ha simulato su repubblica.it. Pare che con la nuova finanziaria sarà un po' più ricco (laddove "po'" = infinitesimamente).
Io sono in credito di 200 € con l'ufficio delle entrate. Non ho bisogno di simulare.
L'altro ieri mi sono comprata due libri.
Ma controllo sempre attentamente il prezzo dell'olio al supermercato.
Ieri la norcina mi ha fregato e invece di 2 etti di prosciutto me ne ha messi tre. E li ho dovuti pagare (perché, certo, lei dove se lo mette il prosciutto tagliato in più? Eh, ce l'avrei io un paio di posti...)
Mio cognato mi ha proposto di fare le olive con lui, per avere olio a gratis. Così il sogno di mia sorella di vedermi fare la contadina si avvererà presto.
Presto arriverà anche il primo del mese. La retta dell'asilo di mia figlia è nettamente superiore al mio credito imposte, ma ho la fortuna che mi accreditino lo stipendio il 15 del mese. Posso mettere i soldi da parte. E godermi la vita.
Mio marito ha ricevuto una cartella esattoriale di 16.000 euro. Roba da suicidio. E non ha fatto una piega. E' una roccia, mio marito. Come si fa ad essere sicuri di aver pagato di fronte ad un documento autorevole che ti dice che non l'hai fatto? Dobbiamo festeggiare il non dover pagare tasse che abbiamo già pagato. Mi pare un'ottima notizia.
Possiamo forse dire di essere un favoloso ceto medio?

mercoledì, ottobre 11, 2006

Limitiamo i danni da sovraesposizione

Hai presente quel cicaleccio continuo degli adolescenti che cercano insistentemente di comunicare in classe, ma anche fuori? A volte i vecchi possono fare altrettanto. Ma soprattutto i vecchi borghesi pariolini. Non è disprezzo classista il mio. Io vengo da quel noto quartiere di Roma. Vi sono cresciuta. Ho respirato quell'aria pesante di giudizi espressi con gli sguardi, di sovraesposizione di marche e modelli, di sovrabbondanza di monili e gioielli. Conosco quella finta cortesia dovuta all'eccessiva formalità. Conosco quegli sguardi di commiserazione verso l'esterno, verso tutto ciò che è diverso, salvo servirsene biecamente quando fa comodo. Conosco quel talento smisurato al risparmio - la spesa si fa al mercatino e tiriamo pure sul prezzo - per potersi permettere il rolex o il superaccessoriato ultimo modello di smart (a me mi ci andrebbe forse solo una gamba nella smart, vista la mia mole, oltre che non potermela permettere nonostante quanto io risparmi sul mangiare!). Ho conosciuto gente che mangiava spinacini lessi per tutta la settimana. Questo gusto stitico nel mangiare - nel senso che dà poca soddisfazione non nel senso che non fa defecare, anzi, per carità nulla contro lo spinacio lesso, così salutare! - corrisponde ad una stitichezza dei sentimenti, delle passioni, mascherata da ostentazione di beni e brillocchi.
Per tornare al cicaleccio iniziale, mi trovavo ieri pomeriggio in una fornitissima (peraltro forse l'unica! alla faccia della cultura) libreria del quartiere, e nella ventina di minuti che ho spostato il mio culone desideroso di conoscenza da uno scaffale all'altro, avranno squillato almeno venti cellulari, sì, proprio uno al minuto. E il copione era sempre lo stesso, perché forse volevano farmi sapere dov'erano, tutte quelle persone: "SONO NELLA LIBRERIA PINCO PALLO!" sottinteso: "VIENI ANCHE TU QUI A FAR SQUILLARE IL TUO CELLULARE E A CANTARE MAPIM MAPOM AL TUO AMICO DEL CUORE!". Tralascio le suonerie improbabili e l'interminabile elenco di "ah, ah", "mh, mh", "sì sì", "no, no", che potremmo ormai definire come il linguaggio medio del fruitore della libreria pariolina. Ma come diceva il mio (carissimo, così capisce che è lui) amico L. - che notoriamente non sopporta tanto i pariolini, figuriamoci i vecchi finti colti pariolini - la prossima volta noi pochi veri colti pariolini dovremmo rispondere in coro "e chissene frega" a mo' di pubblico sfottò, come hanno fatto nella metro londinese per evitare i danni da sovraesposizione cellularica. Ci sono riusciti i londinesi. Lavoriamo anche noi per limitare i danni da sovraesposizione pariolinica!
Ad una prossima puntata l'approfondimento della figura dell'umarello pariolino, che si vede poco, eppur'esiste!

lunedì, ottobre 09, 2006

Domenica all'IKEA

Ogni volta che entro all'IKEA ho come un conato di vomito.
L'unico servizio che potrei utilizzare è il parco giochi per i bambini, che però è inaccessibile ai minori di tre anni. Per cui niet.
Vorrei comprare tutto, immagino la mia casa piena di inutili ammennicoli e ciaffi vari. Oppure di armadi ultimo modello, atti a contenere il mio voluminoso guardaroba. Poi ripiombo nella mia triste realtà, e cioè cercare di acquistare un comò per la mia stanza da letto che non mi porti via tutto lo stipendio. E persino all'IKEA è difficile (sarà che il mio stipendio è persino troppo basso per l'IKEA...). E puntualmente esco avendo comprato cose che non cercavo, che saranno mollate in un angolo e mai usate, tipo le candele. E quando le uso le candele per serate romantiche? Faccio finta di accenderle quando ho gente a cena, salvo bruciarmi la manica della camicia e decidere di sprofondarle in un cassetto....
Per non parlare del reparto bambini, dove c'è un casino eguagliato solo da quello della stanza di mia figlia...
Ma perché mi ostino ad entrare in quel luogo? Quando la pupa non può neanche scorrazzare liberamente poiché rischierebbe di sfrangersi contro imbranati guidatori di carrelli, spunzoni, aste, ante di armadi quando non di essere rapita, rasata e vestita di stracci (ebbene sì, questa l'ho sentita e mi ha fatto rabbrividire). Non so, sarà la speranza di risparmiare, per poi aver in casa un mobile che comincia a cascare a pezzi dopo un sei mesi, anche se le istruzioni di montaggio (a dire di mio marito) sono le migliori del mondo. Mah, io sono solo sempre riuscita a montare le cose al contrario. Ma i percorsi logici della mente della mia dolce metà sono imperscrutabili, così come la forza centripeta che mi attira e mi respinge dal quel luogo.
Un giorno vi dirò anche del colloquio di lavoro che ho avuto con lo staff risorse umane dell'IKEA. Colloquio di gruppo, dove ognuno era disposto a fare qualsiasi cosa per essere notato, soprattutto aprire bocca e dargli fiato. Vediamo chi è il più bravo a mettere d'accordo il gruppo, chi è il leader. Ecco, leader all'IKEA. Per far star meglio le famiglie di tutto il mondo.

domenica, ottobre 08, 2006

Schfogo con la ch!


Ho passato la notte in gran parte in bianco.
Chi vince tra me e lei? Lei, senza dubbio. Lei ha potere. Ha ascendenza. Ha il coltello dalla parte del manico. Ha il pianto facile e ricattatorio. Ha bisogno di essere accudita. Curata. Ha potere di rifiutare tutto. Di accettare. Lei ha la capacità di diventare una punta acuminata o un gomitolo di lana. E' l'unica che riesca a farmi alzare dal letto alle tre di notte. Se penso che quando sono tornata da Parigi avevo gli incubi: ero ossessionata da qualcuno che entrava nella nostra stanza e voleva farmi del mare (niente sesso, spiritosoni!). Ora non ho paura di nulla. Faccio da scudo ai pericoli del mondo. Cerco di ritardarli il più possibile. Quando gli ospiti del vicino di sotto se ne vanno alle quattro di notte sbattendo il portone, sono fortemente tentata di presentarmi di sotto e decimarli. La piccina si sveglia ed il suo pianto diventa incontenibile. Non riesco però a prendermela con lei, ma solo con questi giovani d'oggi che non sanno far altro che divertirsi, mentre noi quasi quarantenni, che abbiamo il torto di essercela già goduta la vita (ah, che goduria!), stiamo a casa ad accudire i nostri pargoli. Senza nemmeno sky o l'antenna parabolica ad evitarci qualche reality.

giovedì, ottobre 05, 2006

Dialogo tra sordi (che però si vogliono tanto bene)

Mio marito: "Ecco, non ti funziona la terza. Questa macchina diventa pericolosa".
Io: "Ma io, veramente, pensavo che al limite la quarta avesse dei problemi ad entrare, ma la terza, quella, proprio no!" Tutto questo mentre con il macchinone di mio marito cerco maldestramente di entrare nel garage. Noi abbiamo due macchine. Forse apparteniamo al ceto medio, come Bersani si ostinava a proclamare l'altra sera a Ballarò. Abbiamo però due macchine per modo di dire. Perché la mia, come sosteneva con poco modo mio marito, è effettivamente ridotta parecchio male. Ma qui in campagna ci si accontenta anche di una carretta per muoversi. Avete presente la y10, quella vecchio modello, tre porte, ma che all'epoca faceva tanto single in carriera e adesso fa poveraccio classe media anche un tantinello sfigato? Ecco! Io mi becco i resti di questa trenditudine e ne faccio ricchezza, visto che probabilmente la classe media oggigiorno riesce veramente a fatica a mantenere due macchine decenti, ma può riuscire ottimamente con una delle due che è un cesso.
Parla bene lui, che - come molti di voi sapranno - si è giocato la sua bellissima Rover in un qualche migliaio di euro sfumati in una testata di motore bruciata più e più volte. Cosa avrà da ridire sul mio cambio? Io ho la delicatezza di una donna quando guido la mia macchina. Essa non mi delude mai. E' una macchina che non deve chiedere mai. Altro che storie di cambi. Basta con le macchine ciucciasoldi. Devono inventare le macchine usa e getta, oppure riciclare le vecchie carampane come la mia. Ché son soddisfazioni!

mercoledì, ottobre 04, 2006

Basta poco

Ieri ho riempito mia figlia di baci e bacetti. L'ho abbracciata, coccolata, strizzata e abbrancicata.
Forse aveva solo bisogno di più presenza, di più affetto. Di quello tangibile, intendo. Quello che io non sono tanto capace a manifestare. Quello che ho sempre giudicato come ostentazione. Ma è proprio quello di cui sembra avere bisogno. Perché si è rilassata. Si è tranquillizzata. Non ha fatto il diavolo a quattro e ha dormito tutta la notte. Forse basta poco per avvicinarsi!

martedì, ottobre 03, 2006

Cani come se piovesse

Dunque, io con i cani non ho mai avuto un buon rapporto. Ma diciamo pure con gli animali in genere. Credo sia un po' colpa dell'educazione ricevuta. Mia madre non ha mai dato confidenza agli animali (cani, gatti o criceti che fossero) e così io non li ho mai avvicinati. Stai comunque sicuro che se c'è un cane nel giro di un miglio, è da me che verrà a passare la sua serata. Accoccolandosi ai miei piedi e cercando quelle carezze che non gli arriveranno mai. Per questo motivo cerco di sforzarmi con mia figlia, a non trasmetterle le stesse paure che ho io. Vivendo in campagna, il contatto con gli animali è comunque frequente. Allora ci sono i cavalli, un sacco di gatti e inevitabilmente anche una bella manciata di cani. Ecco, peccato che i cani se ne vadano gironzolando in branco, da cinque o sei cani lupo. Anche se cresciuti in mezzo ai cani, voi che fareste quando un branco di cani sfonda il cancello di casa sua per venire a scorrazzare nel VOSTRO giardino (in questo caso nel MIO)?
La prima volta ho agguantato mia figlia e ci siamo chiuse nella macchina, fino a che i lupi non sono andati via. Mi è capitato di essere inseguita fino al portone e che fossero mandati via dal vicino che urlava. Ma ieri è stato il colmo dei colmi. Due dei cani erano fuggiti. Mio cognato, più esperto di me, li inseguiva con un bel bastone, mentre io tenevo mia figlia e il cuginetto. E i cani ci giravano intorno, come la festa prima del banchetto! Non vi dico nemmeno la strizza! E in quel frangente non c'era nemmeno un umarello a darmi una mano! O anche solo a guardarmi, ché mi avrebbe infuso coraggio! Che dovrei fare? Denunciare il proprietario dei cani? Cioè non è che io sono obbligata a morire di paura ogni volta che esco di casa, no?