sabato, settembre 24, 2011

Que viva Espana

Ieri serata tra donne in very exclusive circolo romano, con tanto di vista sull'immensità, prosecchino d'ordinanza, aperitivo come si deve, insomma, per passare con la nonchalance di cinque matrone taglia XL (tranne una effettivamente troppo magra) in annessa pizzeria dove, tra le vecchie - in senso di PARECCHIO IN LA' CON GLI ANNI - clienti tutte rifatte del molto esclusivo circolo (e non mi sento di escludere che noi cinque ci siamo anche solo per un attimo, ognuna nel cantuccio dei suoi più intimi pensieri, paragonate a costoro) -, incede bello come un dio pagano, con un grembiule rigorosamente nero che gli fascia fianchi da atleta, con basettoni scolpiti sul viso perfettamente sbarbato, due mani splendide e passo felino, incede - dicevo - EL CAMMERERO ESPANOLO (non so se si scrive così, ma il modo in cui LUI pronuncia Espagna con tutta la "S" da serpente sibilante ci mette TUTTE subito in una disposizione estremamente MODE ON). Beh, rispetto alle babbione habituées che aveva come clienti di solito, cinque splendide quarantenni VERY ORIGINALS TUTTE TONDE fanno di certo la differenza. E soprattutto non c'è prezzo a vedere labbrone e zigomoni delle babbione NOT MORE ORIGINALS che si sollevano dal fiero pasto e fissano basite l'incedere di svariati metri e ottanta che attraversano spensierate (oddio spensierate è un modo di dire, dopo aver passato almeno un'ora a decidere cosa mettersi, a guardarsi nello specchio e decidere che no, il vestito attillato oggi non è il caso con tutta la panza che straborda fuori, ma insomma spensierate senza pensieri di esplosioni moleste di silicone) la sala per andare a prendere posto in un tavolo purtroppo stranamente minuscolo rispetto al loro numero e alla loro mole, ma chissene frega l'importante è stare insieme vicine vicine anche se il ristorante intorno a noi è semi vuoto di silicone.
E in questo stato di super eccitazione da CAMMERERO ESPANOLO abbiamo affrontato un pasto ricco di sguardi, doppi sensi, battutine, perché il cammerero si divertiva almeno quanto noi. Purtuttavia il top della serata è stata la descrizione di come dormiva il marito di ognuna di noi. E abbiamo scoperto che ognuna delle nostre dolci metà aveva la stessa posizione standard, dovuta sicuramente alla genetica - perché non saprei spiegarla in altro modo - e cioè immobile supino e con mani incrociate sul petto (tipo morto, insomma). Tranne il marito di mia sorella che sembra dorma supino cosparso di vicsinex e con due cuscini sulla faccia. Voi capite tutti adesso l'interesse per il CAMMERERO ESPANOLO anche solo per fantasticare su una pennichella con lui, rigorosamente a pancia sotto!

martedì, settembre 20, 2011

E sempre di fuffa si tratta

Sono fuori di me dall'indignazione. A me questi surrettizi articoli su repubblica.it, mascherati da studi scientifici, per asserire concetti che ribadiscono il disprezzo e la pretesa inferiorità del genere femminile mi fanno venire il sangue al cervello. La donna diventa madre e questo non glielo può togliere nessuno. E siccome, per quanti sforzi vengano fatti per sminuire l'importanza fondamentale dell'atto "maternità", per svilirlo, per svuotarlo di senso, questo atto continua e continuerà a ripetersi in maniera assolutamente identica ed immutabile nei secoli dei secoli, allora tiriamo fuori il corpo dei papà che si modifica dopo il parto (il parto della madre, no ma il solo pensiero di questo concetto aberrante è assurdo) perché l'istinto di paternità è diventato innato. E questo perché qualsiasi ricerca, anche assolutamente priva di credenziali, assurge a referenza sull'argomento. Siamo al punto che bestialità tipo che l'orgasmo della donna sarebbe di per sé "un fenomeno"inutile", un sottoprodotto accidentale dell'evoluzione maschile", si possono trovare in un articolo piazzato in bella vista nella categoria "Scienze" di Repubblica. Perché chiunque blatera di qualsiasi cosa su un media assurge a guru sull'argomento. E quel che fa più effetto è che questo meccanismo si mette in moto dovunque, su qualsiasi mezzo, di destra di sinistra, illuminato o meno. Allora io mi chiedo: ma la colpa è del giornalista che enfatizza la di per sé insignificante questione creando un caso pruriginoso; è del ricercatore che perde il suo tempo su minchiate colossali a causa di finanziamenti impazziti che vanno in direzioni assurde; oppure la colpa è della società/opinione pubblica/politica che innesca questi meccanismi per rassicurare il genere maschile che ha ancora una qualche utilità, ancora un qualche senso oltre a quello spermatozoo pur (e forse non per sempre) indispensabile? Siamo in un paese che discute tutto il santo giorno di fuffa, inteso come organo sessuale femminile. Mascherata dietro elucubrazioni moralistiche sulla condotta di un presidio governativo che semplicemente rispecchia l'andamento e la decadenza sociale e culturale del nostro paese. Fuffa per tutti sembra dire la prima pagina di repubblica.it. Fuffa per tutti i maschi che non sembrano avere molto altro per divertirsi. E fuffa anche per tutte le donne che la guardano con cupidigia, questa fuffa. Impazienti che qualcuno guardi presto anche la loro. Magari in eurovisione.

domenica, settembre 11, 2011

La rivoluzione dell'evoluzione: la coppia in tre stati oppure staticamente trina.

Un amico mi consiglia caldamente la lettura di un rivoluzionario saggio di psicologia*, rivoluzionario per il single e la coppia, che si presenta come un vademecum per sprovveduti. Io me lo compro, per la modica cifra di 6€90 e me lo leggo nello spazio di un dopo pranzo.
Quella che segue ne è la sintesi, che mi piacerebbe condividere con i miei lettori più attenti e curiosi, sintesi stile meringa, ovviamente. Astenersi deboli di cuore.
Allora, il comportamento di noi comuni mortali evolverebbe secondo un rigido e trino schema che dallo stato di bambino passa allo stato di adulto fino ad arrivare allo stato di genitore, laddove il bambino si caratterizza per non essere autosufficiente ed avere quindi bisogno di qualcuno che si occupi costantemente di lui; l'adulto invece brilla per menefreghismo e nombrilismo, non ha bisogno di nessuno, prende quello che gli pare e non dà niente a nessuno a meno che non gli torni utile; l'evoluzione allo stato di genitore implica una sicurezza di sé, attenzione e cura dell'altro.
Il bello è che tutte queste tre personalità possono riscontrarsi in ognuno di quelli che convenzionalmente chiamiamo adulti, grazie alla capacità di adattamento dell'individuo alle diverse situazioni della vita. Oppure grazie a quelle che non ha, e in questo caso abbiamo un nevrotivo che dispone solo di una delle suddette tre personalità. Tipo che se la carta di credito non funziona dal benzinaio e io mi metto a piangere, mi comporto in maniera infantile invece di gestire da adulto questa situazione; oppure bussa alla porta il mio migliore amico che ha un problema con la fidanzata e vuole parlare, mentre io mi metto ad elencare tutti i miei malanni. Questi sono esempi di comportamenti nevrotici, secondo il nostro autore, cioè che non sono in grado di far fronte alla situazione e adattarsi alle sue conseguenze. E in buona sostanza, chi dovesse manifestare sempre una sola delle tre personalità descritte è definitively un/una nevrotico/a, anche se non ha avuto nessun trauma da bambino. Una questione di carattere, insomma. Poi c'è il gioco delle coppie: quali sono quelle che si assortiscono meglio. Dove la meringa si butta a pesce. Ovviamente la coppia perfetta è quella in cui entrambi sono alternativamente bambino/adulto/genitore, in cui i due si adattano e cambiano comportamento a seconda della situazione. Sono quelli sempre on topic, insomma. Poi, se sei particolarmente disgraziato appartieni alle altre tipologie, e quella in assoluto peggiore è la coppia bambino/bambino. Immaginate la catastrofe: nessuno dei due che sa prendere una decisione, nessuno che sa fare un passo in avanti, ma nemmeno indietro, bisogno di rassicurazione/impossibilità ad averla a go-go. Pare che finisca male. Generalmente con uno dei due che schiatta. La cosa strana di questa pubblicazione è che fa finire con la morte di uno dei due praticamente tutte le coppie tranne quella bambino-adulto-genitore....infatti è quello che succede anche nella coppia bambino-adulto, dove pare che di solito l'adulto finisca con l'ammazzare il bambino; o come in quella bambino-genitore, in cui generalmente il genitore si stufa di accudire il bambino e il bambino entra in una sindrome dell'abbandono che gli fa odiare a tal punto il genitore da volergli rovinare la vita per sempre; o la coppia adulto-adulto, che funziona finché ognuno si fa i fatti suoi, ma quando uno dei due finisce per limitare la libertà dell'altro il tutto pare possa finire sul modello della guerra dei Roses [per chi non sapesse di cosa si tratta, è la storia di una coppia che si sfrantuma tutti i suoi averi pur di non cedere un millimetro l'uno all'altro finché entrambi (SPOILER!!!) si sfracassano l'osso del collo cadendo da un lampadario. E muoiono.]; un po' meglio per la coppia adulto-genitore, in cui entrambi si illudono di lasciare libero l'altro, questo tipo di coppia finisce generalmente senza troppi danni; la coppia genitore-genitore, dove ognuno è una star ed entrambi si mettono sempre in scena e finché hanno pubblico la storia funziona, dopo si passa all'eliminazione fisica dell'altro che ci ruba la scena. Quello che viene sottolineato nel libro è che a seguito di questa suddivisione di stampo evoluzionistico del comportamento umano si possono spiegare tutta una serie di nevrosi o comportamenti nevrotici non riconducibili ad un trauma. Cioè sei nevrotico perché ti comporti da bambino in una situazione che richiede un comportamento da adulto o da genitore. Chiedi senza dare insomma, oppure ti prendi troppo sul serio e non sai tirare fuori la parte di bambino che c'è in te.
E dopo questa lettura, bando alle ciance, mi sono messa ad esaminare il mio rapporto di coppia per capire quanto ancora durerà! E vi esorto tutti a fare la stessa cosa!
Come avrete capito, come professionista delle scienze sociali, mi esimo dal dare un giudizio scientifico sull'opera. E questo solo perché è fine estate e tempo di bilanci.


*Alla ricerca delle coccole perdute di Giulio Cesare Giacobbe, ed. Ponte alle Grazie, 2004

martedì, settembre 06, 2011

Tanto per puntualizzare.

Ritorno Meringa che si interroga su concetti base della umana specie tipo che se amiamo troppo rischiamo di bruciarci. Io penso che se cerchiamo a tutti i costi di non deludere la persona amata non saremo mai soddisfatti né noi, né la persona amata. Questo amare troppo, che sembra essere la chiave di un sacco di interpretazioni dell'umano disagio e che a me ha sempre lasciato perplessa perché francamente di "troppo" amore ne vedo pochissimo in questa società, questo amare troppo - dicevo - non sarà un po' una scusa? Cioè allora io che non mi dichiaro quasi mai, che prima di dire ti amo agli uomini cui l'ho detto ho impiegato un discreto tempo e ancora di più per sentirlo veramente vero come sentimento, che quando voglio veramente bene a qualcuno preferisco "esserci" piuttosto che sbandierare le mie intenzioni ai quattro venti, che niente mi sembra dovuto e che quello che ho avuto me lo sono conquistato, che mi prendo le mie responsabilità, che mi viene da piangere se il mio amico piange e da ridere subito dopo per sdrammatizzare, io che credo nell'amicizia sopra ogni altra cosa pur con tutte le inculate prese, io che adoro stare da sola ma non so fare a meno degli altri, io che mi odio per non aver fatto certe scelte e me ne prendo però le responsabilità, io che ho odiato altri per le loro scelte, io che mi sbatto mi penso mi attanaglio mi sfruguglio l'anima ogni giorno, mi scoccio assai a sentire che ci sono persone che danno sempre la colpa a qualcun altro se le cose non vanno, se non riescono, se non funzionano. Ognuno è responsabile di se stesso. Ci si assume la responsabilità dei figli, eventualmente, ma non di altri adulti. Così, tanto per mettere un punto.

venerdì, settembre 02, 2011

Filù filà

Immaginate una canzone, no, una canzone che vi frulla in testa, una canzone che conoscete a memoria, anche troppo, ma che per un motivo x continua a frullarvi nella capoccia da stamattina non si può impedire ad un motivo di entrarti nella pelle, a scorrerti nel sangue ed arrivare fino al cuore se non fosse che oggi mia madre ha usato questo esempio per spiegare a mia figlia, che si aggirava in giardino con un ago, cosa sarebbe successo se si fosse punta il sederino con quell'ago e cioè l'ago sarebbe entrato nel suo culetto e poi nelle sue venuzze e sarebbe salito su su fino al cuore e poi l'avrebbe punto e lei sarebbe morta alla faccia della truculenza io un altro po' stramazzavo al suolo comunque per riprendere l'esempio della canzone mi premeva ribadire un concetto e cioè che la canzone quella che ti si piazza nella pelle e tutto il giorno sale su fino al cuore - quella proprio quella! - è da bandire assolutamente dalla circolazione da estrarre dal cd non appena si presenta la mattina da eiettare dallo stereo della macchina non appena radio cippa lippa la trasmette quella canzone lì non si può e non si deve ascoltare perché fa male al cuore e il male al cuore fa notoriamente male soprattutto se ti punge come farebbe l'ago con il quale si trastullava mia figlia oggi pomeriggio ma io vaneggio perché sono molto stanca oggi stavo quasi per addormentarmi mentre guidavo una station wagon con mia madre e le mie due figlie dentro non un minuto di silenzio non un secondo di pausa per me per ascoltarmi a tutto volume la canzone che mi si trastullava nella mente da stamattina e avrei voluto scappare dai discorsi di circostanza che ti fanno riempire quattro ore di macchina due all'andata e due al ritorno per fare appena 160 km in tutto ed attraversare due volte tutta Roma io quella canzone me la sarei voluta ascoltare incerottando le bocche delle mie compagne di viaggio quella maledetta canzone che mi ronza in testa da stamattina e ora mi sta facendo male perché ora è l'ora che è arrivata al cuore.