venerdì, marzo 17, 2006

Tv autoreferenziale o del rimpiattino.

E' proprio vero che oggi la televisione è solo autereferenziale.
Fatta da persone che parlano di persone che in televisione hanno parlato di persone in televisione.
Nessuno sa fare più nulla. Nulla di diverso che parlare di qualcun altro che non sa fare nulla.
Esistono trasmissioni in cui sedicenti VIP (che forse fanno più audience del comune mortale) sono invitati per parlare di argomenti di pseudopsicologia o sociologia spicciola, o ancora - come la chiamerei io contestualmente - sociologia dell'autoreferenzialità. Sembra che essi abbiano il titolo per parlare di problemi sentimentali, di sopravvivenza quotidiana, di rapporti generazionali e tanto altro. Quasi per umanizzare il loro essere divini. Per renderli più vicini al comune spettatore, che dovrebbe rivivere attraverso di loro le sue frustrazioni redimendole e dando loro così una dignità sconosciuta. Questo ovviamente apre la strada alla legittimazione di qualunque spettatore medio ad andare a "fare" qualcosa in televisone, vedi le varie De Filippi, D'Urso etc. Fare cosa? Se nemmeno coloro che sarebbero gli "eletti" sanno da dove cominciare? E' come una sorta di gioco al rimpiattino: il VIP prende il posto della persona comune, che si libera e prende il posto del VIP. Pensiamo ad uno come Albano, costretto ad andare su un'isola deserta con degli pseudo VIP, portandosi appresso una (pseudo?) figlia. Costretto a farsi sbeffeggiare in diretta dalla compagna per mancanza di palle. E, quel che più conta, costretto ad abbandonare l'isola deserta, che tanto deserta non era più, per mostrare a tutti gli italiani ( e chissene frega!) che invece lui un pò di pallette le aveva. Ed è chiaro che questo caso mediatico è l'emblema del disastro professionale in cui la TV dei nostri giorni si è cacciata. Una televisione che ci costringe a rimpiangere le gemelle Kessler o Pippo Baudo. Una televisione che ha ridotto il povero Mike, ormai inatto a qualsiasi conduzione, a presentarsi nei panni di un pur simpatico barbone (e che Fiorello mi perdoni).
Ma quel che più è stupefacente nei meccanismi più sopra illustrati è il livore di coloro che non riescono per un motivo o per un altro ad entrare in questo rimpiattino. Gli esclusi. Coloro che per un pelo non ce l'hanno fatta e che si vedono soffiare il podio da qualcuno più lesto. Pronti a tutto per un secondo di gloria. Questa televisione autoreferenziale non poteva non celebrare anche costoro in un tripudio di presenzialismo muto (o fenomenologia dell'Escluso!), che pur pare serva loro per dimostrare che esistono.
E se non siete d'accordo, me ne vado!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggo il tuo blog da ieri e sono tornata indietro all'inizio.
Davvero brava, ottima critica. In quattro anni, come sai, le cose sono solo peggiorate...
meb1969

Annachiara ha detto...

@ meb1969: grazie meb mia coetanea!