martedì, agosto 29, 2006

Parigi

La mattina, a Parigi, era una fatica incredibile tirarsi su dal letto. Ma era il mio primo letto. Il primo che mi ero comprata. Sono sempre stata una dormigliona, ma lo ero diventata ancora di più con un po' di alcool nello stomaco. Sempre diligente sono stata. La secchiona, ma quella che passava i compiti a tutti. Quella che pagava per tutti, se c'era da pagare. Quella che ha vissuto di rendita. Quella cui non è mai servito l'aiuto di nessuno. Quella che ancora oggi detesta dire grazie. E questo è un po' il riassunto. Quello che c'è da sapere, insomma. Ho omesso volontariamente i momenti felici, quelli tristi, quelli così così. Gli incontri che hanno cambiato la mia vita. Quelli che l'hanno buttata via. Quelli che l'hanno resa unica. E poi gli odori. I luoghi. Le emozioni che mi hanno stordito. La prima volta che ho conosciuto il re del Profumo e la Francia. I colpi di scena e le attese infinite che quel maledetto telefono suonasse. A Parigi ci torno tra una settimana. Sarà un punto di vista diverso da quello del mio primo letto.

7 commenti:

Labelladdormentata ha detto...

La mia prima volta a Parigi, in un viaggio di nozze in ritardo, 10 anni dopo e al compimento dei miei 40 anni! Mi sono innamorata di quella città, anzi, ci siamo innamorati! Al punto che poi ci siamo tornati più volte, questa volta in appartamento, ci abbiamo portato i figli e ci siamo persi per le strade, ridendo del mio francese stentato e scoprendo meraviglie dietro ogni ponte e ogni angolo, facendo la spesa al mercato di rue De Bucì o mangiando cous-cous in qualche ristorante marocchino del quartiere latino o la zuppa di cipolle in un bistrot da qualche parte vicino al quai des Orfevres o passando la domenica in uno qualsiasi dei grandi parchi, il Luxembourg oppure Vincennes o Le Tuileries o La Villette.
Ti invidio! E col pensiero ti accompagnerò. Fai buon viaggio!
api

Anonimo ha detto...

Api, tu ridi del tuo francese stentato...
... tkz! pivella!

Io mi son fatto una decina di chilometri a
piedi sulla spiaggia per sapere a malapena come si coniuga il verbo avoir... e a vedermi mentre mi si allunga la bocca nel cercare di riprodurre la prouncia impossibile ... altro che risate!!!

RAEL

Anonimo ha detto...

avoir, forse uno dei pochi verbi che riesco a coniugare, insieme a etre (o ètre o étre, boh!) Beh, almeno gli ausiliari li so usare (ma non scrivere)! E' tutto il resto che mi risulta piuttosto difficile! Se ci mettete pure che il dialetto bolognese assomiglia al francese...:-)))
api

Annachiara ha detto...

Avueeerrrr! Come dice nel suo francese colto il mio amico C.! Da pronunciarsi con molta enfasi sulla E e molta arrotazione sulla R.

Anonimo ha detto...

E poi lo diceva pure coso, lì, come si chiama...
"Parigi val bene una messa".

P.S. io a Parigi ho avuto un incontro molto ravvicinato con la più grossa pantegana che abbia mai visto in vita mia, roba da spaventarsi. Ed ero a Pigalle.....

Annachiara ha detto...

orse, se eri a Pigalle, non era propriamente una pantegana! :-)
Porco, lo dirò a tua moglie!

Anonimo ha detto...

Ma a proposito della storia di Parigi e del tuo primo letto, se quindi tu avessi avuto un figlio quando eri a Parigi, sarebbe stato un figlio "di primo letto". Invece Romanuzza è inequivocabilmente una figlia "di secondo letto". (se non esistono altri letti intermedi di inequivocabile proprietà.....)