Potrò raccontarvi con agio le mie peripezie commerciali, visto che quella maligna di mia sorella è partita in vacanza!
Allora mi decido a penetrare nella bolgia umana che caratterizza il commercio del giorno prima della festa, altrimenti detto "il sabato del villaggio". Vi assicuro che non s'udivano augelli, ma solo un afrore pomeridiano di ascelle, mestruazioni, cacche di bimbi, ormoni.
Va bé, insomma, mi faccio forza, mollo l'erede al mio degno consorte e mi infilo nel primo negozio che sembra essere all'altezza delle mie rinnovate forme.
Mi devo adeguatamente preparare per un magno matrimonio cui parteciperò a settembre in quel di Parigi (veramente il posto è un po' più sfigato, allo sprofondo della campagna francese, ma fa fico dire Parigi). Decido così di acquistare un capino d'abbigliamento consono. Il taglierino mi entra a pennello. La taglia è la più bassa che io potessi immaginare, la commessa gentilissima. Mi tratta da persona normale e non da obesa senza speranza. Le chiedo se quella casa fa delle taglie normali, ché non credevo proprio di entrarci. E lei mi risponde: ma certo cara, normalissime! Ah dio (fatemelo nominare è proprio il caso!) come mi sento felice elegante bella in forma! E da non crederci pago anche il 50% del prezzo! Praticamente svolazzo!
C'è una sola controindicazione: quando torno a casa, guardo bene la gonna in cui pensavo di calzare a pennello ed era (come del resto doveva essere era giusto che fosse e non avrebbe mai potuto essere diversamente che solo una cretina come me ci poteva credere) una taglia superiore!
Saldi commerciaBIli!
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