giovedì, gennaio 17, 2008

Il friccico dell'eleganza


Premetto che è il primo libro* che ho letto nel 2008 e nel frattempo ne ho letti altri due, sicché è bello stazzonato nella memoria.
Premetto che ho vissuto cinque anni a Parigi, di cui uno proprio nel 15ème arrondissement di cui si parla nel libro - io vivevo nella parte povera, s'intende - e conosco perfettamente la via in questione.
Premetto che il titolo, sebbene tradotto in italiano, mi ha evocato piaceri remoti della mia seconda lingua.
Premetto che ho studiato nell'università francese e ho la prova che il francese medio-alto-acculturato non ne sa quanto l'italiano liceale.

Detto tutto ciò, a me lo sfoggio di cultura non piace. Non ve lo vengo mica a dire che ho letto quasi tutta la letteratura russa, che sono perfettamente padrona della letteratura francese, che io e la madeleine di Proust siamo un tutt'uno.
Credo fermamente che la cultura, intesa come cumulo di nozioni, si vada ad iscrivere nel DNA e lì operi a costruzione di personalità. Certo, la mia affermazione non è supportata da nessuna prova certa, si può addirittura sostenere senza tema di smentita che non sia punto scientifica.
Credo anche che l'abito non faccia il monaco. Nel caso mio diventa addirittura il postulato base, visto che, vedendomi adesso, non si immagina nemmeno lontanamente il mio glorioso passato.

Ma veniamo al dunque.
Ed il dunque è che, in questo libro, una portinaia ha una sovrumana cultura nozionistica da lei anche ben elaborata - assurgendo così al ruolo di Cultura con la C maiuscola -, ma nessuno lo deve sapere nel circondario, e questo perché ella deve recitare il ruolo della portinaia tipo - grassa, rozza, teledipendente - nel palazzo borghese tipo del quartiere più borghese della città borghese per eccellenza: Parigi.

Come scusa mi sembra un po' pochina.

Poi abbiamo la bimba secchiona per eccellenza.
Quella che sa tutto di tutto. E con la sua sapienza si eleva a giudice del comportamento altrui, decidendo di farla finita con la sua giovane vita per punire persone (genitori, sorella) che ha giudicato futili e inutili, annientandole col suo gesto. Per poi, però, scoprire i piaceri della vita e che il mondo non si riduce a quello scolastico o domestico. Con inevitabili conseguenze sulle sue decisioni.

Come scusa mi puzza proprio.

Sicché, insomma assistiamo a scambi di botte di super-nozioni, amori che nascono grazie ad una citazione (che nemmeno l'autore avrebbe capito, ma questa è un'altra storia), scampoli di vita condominiale raccontati anche con singolare maestria, ma che non giustificano, a mio parere, la storia.

I francesi, però, hanno adoré.
E quindi per me è diventato un must leggerlo.
Giusto per continuare le mie ricerche antropologiche.


* L'eleganza del riccio di Muriel Barbery

9 commenti:

Laura ha detto...

L'ho letto anch'io, sotto Natale ho avuto l'influenza e avevo una pila di libri sul comodino. Devo dire che scorre bene ma, a parte le descrizioni che si intuiscono di questi eleganti palazzi parigini, anche a me i personaggi sono sembrati poco credibili, anzi per nulla. Però è scritto bene, non ti intoppi in sciatterie da "taglia, copia e incolla" e, a volte, sembra abbastanza per dargli la suffiienza. Non come capolavoro ma come commedia gradevole e leggera.
Passi un attimo da me, please? Buona giornata, Laura

Anonimo ha detto...

Letto anche io, per "senso del dovere" (diciamo per lavoro). Per me la portinaia è talmente poco credibile da risultare perfino simpatica. Nel compresso l'ho trovato un puro esercizio di stile. Premesso che non adoro i francesi, non mi stupisce che in Francia sia stato un caso letterario.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace a me i francesi non piacciono neanche la loro lingua e neanche il loro cibo così "raffinato". In Francia non ci sono mai stata ma sono più incuriosita da Disneyland Paris che da la Torre Eiffel e i Champs Elysees e tutto il resto, e ti dico che la Rivoluzione Francese l'ho studiata allo sfinimento. La cultura rimane sempre qualcosa di molto personale e non è sempre segno di civiltà e di buona educazione...purtroppo.

Baol ha detto...

Non ti incazzare ma, lo consigli o non lo consigli?

Laura ha detto...

Ehi, a proposito del tuo stupore per "la giovane mamma"...non sai quanto sembra giovane una VICINA ai quaranta ad una VICINA ai cinquanta!!!!
Non preoccuparti se stoppi la catena, anche io non le amo. L'ho continuato solo per dire "grazie" a chi mi piace leggere!
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

letto anche io e l'ho pensata esattamente come te. mi è sembrato un libro furbetto per vendere tante copie ma di scarso spessore: i personaggi sono - alla fine - tagliati con l'accetta. sono personaggi e basta, non hanno nulla della vita reale.

e lo sfoggio culturale, lo dici bene tu, diventa puro nozionismo enciclopedico incastonato nell'aneddoto...

un abbraccio
panz

flo ha detto...

Vedo che lo avete letto in tanti, a me sinceramente è sconosciuto, sto leggendo un romanzo di una scrittrice greca sconosciuto ai più ma piacevolissimo per me :P

Anonimo ha detto...

Ciao... son finita sul tuo blog attraverso il blog di smoke (tutto fa un po' male... x capirci)...
beh.. io vivo a parigi da 4 mesi.. 16°arrondissement...
e ora dovro' leggerlo anch'io qst libro... ;)
da qnd passo la mia vita sulla metro leggo piu' di quanto avessi mai potuto fare...
cent'anni di solitudine.. in questo momento.. ma rigorosamente in intaliano.. ;)
Mauri

Annachiara ha detto...

@ mauri: magari in francese è meglio! Salutami la ville lumière e se ti capita ti consiglio di andarti a mangiare un bel kebab a Belleville!