giovedì, dicembre 14, 2006

La trama non conta

Calma, signore e signori, calma, non affollatevi!
Non tutti insieme! Non riesco mica a seguire mille discorsi contemporaneamente!
Devo ancora digerire la mia ultima lettura*.
E il mio fastidioso dolore intercostale mi martorizza.
Si è alleato col catarrone per non lasciarmi scampo.
Stamane mi son svegliata cercando di razionalizzare le ultime rivelatrici pagine del libro sul mio comodino da qualche giorno.
Gli inglesi sono degli ubriaconi, e questo si sa.
Il rapporto che hanno con l'alcool è come quello degli italiani con la mamma: non ne possono fare a meno (e vi giuro che sono quasi convinta che non sia un luogo comune).
L'alcool deforma la percezione della realtà. E fin qui siamo all'assioma.
Un po' più complicato diventa se si tratta della tua personale realtà. Se si tratta del tuo frustrato ego, della tua selvaggia sessualità, del tuo smodato rapporto con le cose.
E tu proprio non ce la fai ad assumerti le tue responsabilità, a guardarti in uno specchio che non sia appannato, a pesarti sulla bilancia ed accettare il verdetto, per penoso che sia.
E allora ti proietti verso l'esterno fino a che non vai a sbattere contro la parete di turno, già crepata di suo, che si presta bene all'uopo, ad essere demolita a generose testate, nemmeno troppo velocemente, giusto quel tanto che basta per rimanere in piedi fino a sfidare l'ultima delle regole della statica.
Salvo che la parete di turno è, come per incanto, un altro essere umano. Forse semplicemente il tuo alter ego. E da questo incontro scontro scaturisce tutto il resto. La vita. L'amore. La distruzione. La morte.
Sembra niente. Ma in fondo è il dubbio amletico di ognuno: chi sono veramente?
L'ubriacone di Edimburgo che va con tutte quelle che incontra? Il nerd tutto play station e trenini elettrici che non ha mai sfiorato pelle di donna? La vecchia punk che vive nei ricordi? Il famoso cuoco che passa il tempo libero in peccaminosi luoghi di perdizione? La ballerina di belle speranze che finisce cameriera spiaccicata sotto la panza del ricco cuoco?
Varia umanità che dipinge la personalità di ognuno. Perché noi siamo nessuno. Ma siamo anche ognuno di questi poveri e sfigati centomila.
La trama non conta. La trama è la vita. La vita di ognuno di noi. Con le sue luci e le sue ombre.

*Irvine Welsh: I racconti erotici dei grandi chef

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema dei tuoi post che è sono talmente belli, talmente finiti, che ogni volta che mi trovo di fronte alla pagine bianca dei commenti sbianco anch'io, perchè non so mai come fare un commento intelligente che aggiunga qualcosa di significativo. E questo post non fa certo eccezione.

Posso dire che mi riconosco parecchio nel ritratto dell'alcolista che sbatte contro i muri (due abitudini, quella dell'alcol e dello sbattere la testa contro i muri, che pratico con precisizione certosina da un po' di anni) e che il libro dovrei comprarlo a breve, visto che considero Welsh un un bravissimo scrittore. Grazie per avermi ricordato del suo ultimo lavoro.

Un po' poco, ma come primo commento non lamentiamoci.

prostata ha detto...

Vero... gradisco molto questo ritmo forsennatotorrenziale, la panza del cuoco che avanza, incontrastata e pelosissima, per comprimere ballerine su ballerine (senza che le organizzazioni non governative oppongano una qualsiasi resistenza, peraltro...).

Annachiara ha detto...

Ma troppa grazia, talkingfish!
Così poi cedo alle lusinghe e sarò in grado di scrivere solo cosette scopiazzate qua e là perché troppo occupata a rispondere ai complimenti!
No, ti prego, dimmi che faccio schifo, che sono sgrammaticata, stupida commentatrice di insignificanti eventi. Anche se ti strizzo l'occhio, talking e con una reverenza ringrazio!
P.S. La questione dell'alcol è spinosa, la affronteremo...sebbene già Welsh l'abbia fatto in maniera fin troppo esaustiva....

ABS: tu non mi deludi mai!

GonzaloPirobutirro ha detto...

cara meringa, ma ti è piaciuto? a me non tanto..., mi ha un po' annoiato e nemmeno l0invenzione del concreto capro espiatorio mi ha fatto ridere più di tanto. meglio il lercio o tolleranza zero.
comunque, a parte i complimenti per l'unico blog leggibile (nel senso che è scritto per persone che leggono e non per smanettoni) che esiste, e per la tua sensisbilità così naturale, per la cronaca grazie al corriere sto leggendo i buddenbrook
un caro saluto

Annachiara ha detto...

Pirobutirro, piacere di averti tra noi!
Grazie per i complimenti.
E per tornare a bomba sull'argomento, diciamo che ci sono stati dei punti che mi hanno annoiata. Anche parecchio. E più che la trama, mi ha colpito il fatto che di fatto la trama non servisse a niente. Cioè in realtà poteva parlare di qualsiasi cosa che si ritornava al problema di partenza e cioè chi sono?
Poi, senti, plagiando mio marito, di scarafaggi è già piena la letteratura e come dici anche tu, non aggiunge nulla.
Però, come pittore di una certa realtà (che io ho anche conosciuto abbastanza da vicino e quindi so che esiste indipendentemente da Edimburgo)Welsh è indubbiamente maestro!