mercoledì, febbraio 17, 2010

Mitopoiesi familiare

Comincerò col dire che mia sorella si è beccata una trave in testa nella sala d'attesa di un ospedale mentre accompagnava mia madre a fare una visita. Possiamo dire che ha avuto la via preferenziale per il pronto soccorso e siamo ancora qui a raccontarlo.
Ma in realtà oggi vorrei parlare di Mia Madre (che fregerò, per rispetto, della maiuscola). Ella attira i medici come il miele un orso. I medici l'adorano, ella è calda, burrosa, materna. Ispira fiducia. Cosa che invece dovrebbero fare loro.
E in tutto il bailamme che è succeduto alla trave in testa della peccatrice, Mia Madre era vezzeggiata e coccolata dal fior fiore dei professoroni che la circondavano. Mentre a quella poveraccia di mia sorella l'operaio, colpevole di incuria, non ha nemmeno chiesto scusa.
Mia Madre, leggermente ipocondriaca - ma che non esca da questa sede per carità!- possiede l'innata capacità di farseli amici, i medici. Anche quelli che incontra per la prima volta. Tutti si profondono in inchini innaturali, in lodi sperticate: insomma io sono arrivata alla conclusione che Lei sia il paziente perfetto. Quello con la giusta dose di bisogno di essere rassicurato, quello che segue alla lettera le istruzioni, quello che precede a volte addirittura la diagnosi per quanto osserva se stessa e si conosce, quello che mi-sa-che-quella-correntella-che-ho-preso-ieri-mi-ha- indotto-questa-brutta-tosse ma adesso ci pensi tu a darmi le medicine giuste anche se io intanto ho preso questo, questo e quest'altro.
Mia Madre è mitopoietica. Nel senso che il mito si fonda con Lei. Lei conosce (bene!, in amicizia, intendo) tutte i pasticceri del quartiere, esce a cena con (quasi) tutti i medici che la curano, storia di mantenere i rapporti, e a quelli con cui non esce a cena regala favolose scatole di marrons glacés o pandori ripieni a Natale ed in generale in tutte le feste comandate. Mia Madre sa bene cosa sia la riconoscenza e come questo sentimento si coltivi. Mia Madre non ha paura di stare male. Per Lei è quasi un sollievo passare da un appuntamento all'altro. Lei non è come noi comuni mortali che smadonniamo ogni qual volta dobbiamo cacciare di tasca il centone per la visita o peggio quando telefoniamo alla Sanità per prendere un appuntamento che ci danno tra vent'anni. Lei vive una placida malattia intervallata da sanità. Io la adoro. Adoro la sua capacità di farti partecipe dei suoi mali. La adoravo un po' meno quando mi costringeva, da adolescente, a farle massaggi sulla schiena dolorante dandomi tutte le istruzioni perché ciò le recasse il massimo del sollievo (con il massimo della mia fatica). Ma tutto questo è ormai entrato nel mito. Forse anche la mia stessa esistenza è mito. Infatti non credo di avere mai scritto questo post.

6 commenti:

Baol ha detto...

Mah, più che un mito, mitomane :P


comunque una bella denuncia per la trave non avrebbe guastato...

Ciaoooooo

Anonimo ha detto...

Che post tenero...bellissimo!!
Come tua sorella mi sono presa una stanga di un parcheggio in testa...ma IO ho avuto diritto all'intervento dei pompieri...carini!!! ;))
Mi piace la tua mamma!
Mìgola

livia ha detto...

Io, invece, dopo la "travata" ho avuto tutto per me il Pronto Soccorso dell'ospedale incriminato che mi ha steso tappeti rossi e si è profuso tutto in scuse...sarà perchè sono avvocato??? Mi piace pensare perchè si sentivano tremendamente in colpa e volevano rimediare in ogni modo!!!

Annachiara ha detto...

@ baol: non ti preoccupare, l'avvocato è già lì a stilare documenti all'uopo!

@ migola: te la presto per un po' se vuoi, la mia mamma intendo. Mia sorella non l'augurerei nemmeno al mio peggior nemico! ;-)

@ livia: sì, certo, certo. Vedi di cominciare a spillare danari, piuttosto, invece di cianciare sui buoni sentimenti! ;-)

peppa ha detto...

oh mai gad...manco per un anno e succede il delirio????shahahahhaha baciuzz

Annachiara ha detto...

@ prescia: ma ciaaaao! Bentornata! mo' vengo a vedere perché ti sei defilata!