martedì, ottobre 07, 2014

Del sopportare sette anni di sfiga.

"Forse alla fine sono semplicemente un CODARDO", ha detto e quanti ce ne sono e che cosa significa essere un codardo? questa è la domanda che mi si insinua nel cervello probabilmente ha a che fare con una questione di coda, che un cane tiene bassa se ha paura boh io non me ne intendo di animali il dizionario Treccani lo definisce così un codardo: "di persona che, per viltà, evita di affrontare rischi o pericoli" e di per sé non ci sarebbe niente di male nell'evitare di affrontare rischi e pericoli, tenere il culo o la coda al caldo è sicuramente una decisione propizia in certi frangenti quindi mi domando dov'è che si trasformi in accezione negativa perché la parola "codardo" ha sicuramente un'accezione negativa, tanto più se uno se la dice da solo quasi in segno di resa all'impossibilità di agire nello sprezzo del pericolo o alla paura delle conseguenze, ma riflettendoci bene chi agisce nello sprezzo del pericolo è un EROE e non è cosa per tutti essere un eroe quindi tutto sommato darsi del codardo non è poi così grave in un ottica universalistica, certo io son codardo ma quanti altri lo sono! quindi non è un'attitudine così spregevole, siamo in tanti, in tanti che non riusciamo a prendere in mano le nostre vite e io perché dovrei essere peggio di un altro? in questo caso darsi del codardo significa giustificarsi platealmente - hai visto quanti siamo? - rendere meno penosa l'evidenza di quello che sentiamo all'interno di noi stessi perché ci hanno sempre insegnato che essere/fare l'eroe della storia è la parte più prestigiosa, più ricca di contenuti, di colpi di scena, di climax avventurosi, e questo cozza con la codardia, ma di fatto se codardi siamo in tanti e uno solo è l'eroe, tant pis, tanto peggio come dicono i francesi, non è che casca il mondo anzi ci sono più chance di cavarsela di rimanere a galla di non farsi prendere da una freccia in pieno petto visto che - se siamo codardi e non eroi - non saremo mai in prima fila e questo è un grande ALIBI altrimenti come lo vogliamo chiamare come comportamento? mi viene in mente solo alibi, una "motivazione che giustifica o discolpa" (Treccani) e quindi alla fine si torna all'inizio e cioè che la codardia è una automotivazione che giustifica o discolpa da un gesto che non siamo stati capaci di fare, da una decisione che non siamo stati capaci di prendere, da uno strappo che non siamo stati in grado di ricucire: "sono semplicemente un codardo" è una frase che ci fa sentire meglio, che paradossalmente ci dà ancora la forza di guardarci allo specchio che non si spaccherà nemmeno nel rifletterci perché se non siamo eroi, non siamo nemmeno in grado di sopportare sette anni di sfiga.

5 commenti:

Maurice ha detto...

La fai troppo semplice. Mica sempre è codardia. Un insegnante di autodifesa diceva che la migliore difesa è andarsene (esiste anche la fuga strategica).
Se la sfiga è un fiume in piena, è da sciocchi tentare di fermarlo. Come diceva quello bisogna resistere, resistere, resistere; se ce la fai suei forte, non un codardo.

Annachiara ha detto...

Forse la faccio semplice perché è semplice! O resisti o te ne vai non sono proprio la stessa cosa, poi...al codardo paradossalmente i 7 anni di sfiga non gli si presentano nemmeno. Non avrebbe gli strumenti per affrontarli! :-)

Patalice ha detto...

...vorrei tanto darti torto, per fiducia nell'umanità, ma come si fa?

Anonimo ha detto...

Non è ne bello ne piacevole sentirsi dei codardi. Per qualcuno abituato a resistere, combattere per andare avanti, il dovere ammettere di essere un codardo è una sconfitta pesante e non un alibi. Vorrei fosse possibile essere e sentirsi eroi, anche a costo di strali in pieno petto.

Annachiara ha detto...

@anonimo: è l`alibi perché la sconfitta è insopportabile.