venerdì, febbraio 06, 2015

L'incontro tra inguini

Ho cominciato a scrivere questo blog che la mia prima figlia aveva un anno e mezzo.
Parecchia acqua è passata sotto i ponti. Ho discusso con tante persone, anche qui, su questioni di educazione, di nutrizione, di genitorialità. Ho anche smesso volutamente da parecchio tempo di parlare di bambini perché non volevo più che il mio blog venisse identificato come un blog di mamme. Anche se sono consapevole di avere sempre avuto un approccio più che demistificatorio.

Bene. Questa era la premessa per dire che ora veniamo alle cose serie.
Ora che mia figlia viaggia a gran velocità verso gli undici anni, io mi trovo a dover affrontare con lei i famigerati discorsi riguardanti la sua sessualità. E sebbene la scuola non aiuti, visto che il libro di scienze riporta semplicemente gli apparati riproduttori maschile e femminile, ed insegna a chiamare le cose col loro nome, tipo pene e vagina (invece che pisellino e patatina, cosa a cui da oggi in poi mia figlia si attiene rigorosamente quasi fossero le tabelline, tipo mamma mi fa male la vagina), senza tuttavia spiegare come avvenga la loro "fusione" e passi direttamente al capitolo "incinta" (e siamo nel 2015!), sebbene mia figlia comunque manifesti ancora una certa repulsione nei confronti della sessualità così come abbiamo tentato di spiegargliela (cioè che ad un certo punto il pene entrava dentro la vagina), sebbene dia ancora più retta alle sue smaliziate compagne di quinta elementare che a me, 

ritengo sia maturo il momento 

per trattare con lei certi argomenti in maniera meno vaga di quello che i miei genitori fecero con me (che era, di fatto, equivalente allo zero, quindi sarà facile superarlo...). 
Allora ho chiamato le ovaie col loro nome, mentre lei insisteva a chiamarle inguini.
Le compagne le hanno detto che quando viene il primo ciclo le inguini (proprio così!) faranno male.
Io ho rincarato la dose dicendo che le continueranno a fare male per tutti i cicli della sua vita fertile. Forse il dolore si attenuerà un poco dopo eventuali parti. Le ho spiegato che non c'è fretta a voler avere il ciclo, ché poi dura per un sacco di anni e io certe volte, da ragazza, ero così debole che mi capitava anche di svenire per strada e una volta - mi ricordo ancora - mi capitò alla fermata del 26 a Piazza delle Cinque Lune di cadere lunga per strada senza che nemmeno nessuno mi aiutasse a rialzarmi. Non c'è fretta, ma quando arriva vuol dire che sei diventata una donna e che puoi fare figli coadiuvata da quel semino che ha l'uomo. Ma bada bene, tesoro, che il ciclo indica proprio che quel semino non ha fecondato l'uovo e che quindi la donna espelle l'uovo non fecondato. E questo, tesoro, avviene la stragrandissima parte delle volte. Ricordatelo bene. Quindi cerca di recepire che quando il semino va a segno, da lì non si torna più indietro. 
La prossima lezione sarà su come fare ad impedire al semino di andare a segno senza impedire al pene di incontrare la vagina.

7 commenti:

Maurice ha detto...

Per tacito accordo mia moglie ed io ci eravamo accordati per impartire la lezione al figlio/a dello stesso sesso.
Il bello è che la notizia della prima mestruazione (e relativa ricerca di assorbenti, loro collocazione, ecc) è toccata proprio a me.
Da padre posso dirti che è stato bellissimo congratularmi con la "piccola" per il suo ingresso fisiologico nella comunità adulta.
Continua così, mamma brava anche se alternativa.

Anonimo ha detto...

In effetti non si dice inguini...ma Pinguini!

IoUsap

Annachiara ha detto...

Maurice, sei sempre molto rassicurante! :-)

Annachiara ha detto...

Ahahah! Ci avevo pensato anch'io ai pinguini! :-)

takajiro ha detto...

santo cielo. la mia ha 10 mesi.
posso far finta di niente ancora per un po'?!

Annachiara ha detto...

Caro Taka, mi sento di appoggiare questa tua scelta, non foss'altro per la giovane età della pulzella!

takajiro ha detto...

pfiuuuu