La comunicazione è tutto nella vita ci sono persone che devono comunicare cose orrende e lo fanno con grazia generosa e persone che per dire una stupidaggine tirano giù tutti i santi del paradiso ecco io sono tra quelle che dovrebbe pensare dieci volte prima di parlare prima di esprimere anche il concetto più semplice perché come del resto mi sembra chiaro dal flusso dei pensieri che mi escono dalle dita un certo scollegamento tra pensieri e azioni mi è peculiare però di fronte a qualcuno che usa le parole in maniera appropriata e consona al momento all'evento alla situazione rimango basita atterrita dalla potenza dell'intelligenza umana che chiaramente non mi è propria ma proprio per questo penso che ho sempre da imparare dalle meraviglie della psiche umana dalla sua naturale lucidità e potenza e che non devo abbandonare la speranza di arrivare ad esprimere un concetto paradisiaco con parole sante invece che grufolare nei rifiuti per tutto il tempo che mi do' da vivere.
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lunedì, febbraio 18, 2013
giovedì, febbraio 23, 2012
Vita da sballo
Sono una donna divisa.
Una chiara senza il suo tuorlo.
Una meringa, in parole povere.
Polvere senza panno
pulcino senza uovo
nido senza uccellino.
Una noia, in parole povere.
Una chiara senza il suo tuorlo.
Una meringa, in parole povere.
Polvere senza panno
pulcino senza uovo
nido senza uccellino.
Una noia, in parole povere.
venerdì, gennaio 20, 2012
Liberalizzatemi il futuro
Noi che ci troviamo a questo punto della vita che abbiamo da poco superato i quaranta, noi che ci hanno fottuto le speranze i desideri il futuro in poche parole la vita intera e anche svariate volte nel corso della stessa, noi che siamo figli di un'epoca di mezzo che non è il boom economico che non è ancora la crisi noi che non siamo più giovani anche se ci sentiamo tali noi che non siamo vecchi perché la vecchiaia è ormai parecchio oltre i settanta e noi non andremo mai in pensione noi che siamo poco adulti perché tiriamo sempre la cinghia venendo da famiglie dove peraltro nemmeno abbiamo fatto la fame noi che abbiamo conosciuto un discreto benessere e adesso contiamo i centesimi nel portafoglio noi che ci siamo fatti un mazzo così a scuola e che manco ci chiamano dottori noi donne che figuriamoci se ci chiamano dottoresse noi che crediamo che gli uomini e le donne sono uguali ma che sappiamo che di fatto non è così noi che ci sentiamo ancora ragazzi dentro ma che siamo madri e padri di figli che ci richiamano a doveri anche faticosi e a volte poco sopportabili perché forse ci sentiamo poco adulti poco responsabili e soprattutto poco responsabilizzati con questi lavori a tempo senza riconoscimenti senza denaro senza prospettive tutto questo è agghiacciante e lo è tanto più in quanto io lo vedo coi miei occhi senza veli senza trucchi e senza inganni e soprattutto non mi spetta nessuna liberalizzazione che mi possa salvare il culo a me, giovane quarantenne discretamente culona.
lunedì, gennaio 02, 2012
Post della felicità
Che cos'è la felicità? C'è chi dice che vive nel tentativo di ottenerla. Che come l'acqua nel fiume passa e non riesce a durare più di un istante. Ma forse che questo istante di per sé non esiste? Si può dire, senza essere nel falso, che la felicità sia un istante? Ognuno di noi non ha forse vissuto almeno un istante di felicità? Io posso dire di averne vissuti tanti di istanti di felicità. Magari non periodi lunghi, ma sicuramente istanti parecchi. E penso che la vita di ognuno di noi vada avanti e possa continuare a farlo grazie a questi istanti, alla loro somma e alla loro unica e irripetibile individualità. La parola per sempre non contempla la felicità, e forse proprio per questo la felicità è così preziosa. Vive nell'attesa e nella ricerca. E questo ne costituisce il fascino. E più la si attende e più non si fa trovare. E' come Godot. Quando abbiamo smesso di aspettare si presenta, inattesa. E imprevedibile. E allora io ricercherò questo nel mio 2012. Senza fretta e senza drammi. E ci sta pure che non arrivi niente. In fondo è solo questione di un attimo.
giovedì, novembre 24, 2011
It Blocks
C'ho il blocco.
Mi si è bloccato qualcosa nel cervello.
Per un sacco di motivi che non sto qua a specificare e che probabilmente non ho nemmeno io del tutto chiari nella capoccia.
Mi si è bloccato perfino il cesso, oggi. Mio cognato, che si è occupato personalmente, come tecnico altamente qualificato, di sbloccare la matassa del merdolone, mi ha detto - testuali parole - che se comincia una volta, non la smette più. E' come aver acquisito una dipendenza. La dipendenza da cesso rotto.
E questo apre nuovi e assai inquietanti scenari per il mio futuro.
Anche perché il mio oroscopo sbandiera oggi l'assoluta necessità per i nati nel sagittario di tuffarsi a piè pari nella nuova vita che desiderano.
Ed è anche troppo facile capire che - viste le premesse - non sarà una vita tutta rose e fiori.
Mi si è bloccato qualcosa nel cervello.
Per un sacco di motivi che non sto qua a specificare e che probabilmente non ho nemmeno io del tutto chiari nella capoccia.
Mi si è bloccato perfino il cesso, oggi. Mio cognato, che si è occupato personalmente, come tecnico altamente qualificato, di sbloccare la matassa del merdolone, mi ha detto - testuali parole - che se comincia una volta, non la smette più. E' come aver acquisito una dipendenza. La dipendenza da cesso rotto.
E questo apre nuovi e assai inquietanti scenari per il mio futuro.
Anche perché il mio oroscopo sbandiera oggi l'assoluta necessità per i nati nel sagittario di tuffarsi a piè pari nella nuova vita che desiderano.
Ed è anche troppo facile capire che - viste le premesse - non sarà una vita tutta rose e fiori.
domenica, settembre 11, 2011
La rivoluzione dell'evoluzione: la coppia in tre stati oppure staticamente trina.
Un amico mi consiglia caldamente la lettura di un rivoluzionario saggio di psicologia*, rivoluzionario per il single e la coppia, che si presenta come un vademecum per sprovveduti. Io me lo compro, per la modica cifra di 6€90 e me lo leggo nello spazio di un dopo pranzo.
Quella che segue ne è la sintesi, che mi piacerebbe condividere con i miei lettori più attenti e curiosi, sintesi stile meringa, ovviamente. Astenersi deboli di cuore.
Allora, il comportamento di noi comuni mortali evolverebbe secondo un rigido e trino schema che dallo stato di bambino passa allo stato di adulto fino ad arrivare allo stato di genitore, laddove il bambino si caratterizza per non essere autosufficiente ed avere quindi bisogno di qualcuno che si occupi costantemente di lui; l'adulto invece brilla per menefreghismo e nombrilismo, non ha bisogno di nessuno, prende quello che gli pare e non dà niente a nessuno a meno che non gli torni utile; l'evoluzione allo stato di genitore implica una sicurezza di sé, attenzione e cura dell'altro.
Il bello è che tutte queste tre personalità possono riscontrarsi in ognuno di quelli che convenzionalmente chiamiamo adulti, grazie alla capacità di adattamento dell'individuo alle diverse situazioni della vita. Oppure grazie a quelle che non ha, e in questo caso abbiamo un nevrotivo che dispone solo di una delle suddette tre personalità. Tipo che se la carta di credito non funziona dal benzinaio e io mi metto a piangere, mi comporto in maniera infantile invece di gestire da adulto questa situazione; oppure bussa alla porta il mio migliore amico che ha un problema con la fidanzata e vuole parlare, mentre io mi metto ad elencare tutti i miei malanni. Questi sono esempi di comportamenti nevrotici, secondo il nostro autore, cioè che non sono in grado di far fronte alla situazione e adattarsi alle sue conseguenze. E in buona sostanza, chi dovesse manifestare sempre una sola delle tre personalità descritte è definitively un/una nevrotico/a, anche se non ha avuto nessun trauma da bambino. Una questione di carattere, insomma. Poi c'è il gioco delle coppie: quali sono quelle che si assortiscono meglio. Dove la meringa si butta a pesce. Ovviamente la coppia perfetta è quella in cui entrambi sono alternativamente bambino/adulto/genitore, in cui i due si adattano e cambiano comportamento a seconda della situazione. Sono quelli sempre on topic, insomma. Poi, se sei particolarmente disgraziato appartieni alle altre tipologie, e quella in assoluto peggiore è la coppia bambino/bambino. Immaginate la catastrofe: nessuno dei due che sa prendere una decisione, nessuno che sa fare un passo in avanti, ma nemmeno indietro, bisogno di rassicurazione/impossibilità ad averla a go-go. Pare che finisca male. Generalmente con uno dei due che schiatta. La cosa strana di questa pubblicazione è che fa finire con la morte di uno dei due praticamente tutte le coppie tranne quella bambino-adulto-genitore....infatti è quello che succede anche nella coppia bambino-adulto, dove pare che di solito l'adulto finisca con l'ammazzare il bambino; o come in quella bambino-genitore, in cui generalmente il genitore si stufa di accudire il bambino e il bambino entra in una sindrome dell'abbandono che gli fa odiare a tal punto il genitore da volergli rovinare la vita per sempre; o la coppia adulto-adulto, che funziona finché ognuno si fa i fatti suoi, ma quando uno dei due finisce per limitare la libertà dell'altro il tutto pare possa finire sul modello della guerra dei Roses [per chi non sapesse di cosa si tratta, è la storia di una coppia che si sfrantuma tutti i suoi averi pur di non cedere un millimetro l'uno all'altro finché entrambi (SPOILER!!!) si sfracassano l'osso del collo cadendo da un lampadario. E muoiono.]; un po' meglio per la coppia adulto-genitore, in cui entrambi si illudono di lasciare libero l'altro, questo tipo di coppia finisce generalmente senza troppi danni; la coppia genitore-genitore, dove ognuno è una star ed entrambi si mettono sempre in scena e finché hanno pubblico la storia funziona, dopo si passa all'eliminazione fisica dell'altro che ci ruba la scena. Quello che viene sottolineato nel libro è che a seguito di questa suddivisione di stampo evoluzionistico del comportamento umano si possono spiegare tutta una serie di nevrosi o comportamenti nevrotici non riconducibili ad un trauma. Cioè sei nevrotico perché ti comporti da bambino in una situazione che richiede un comportamento da adulto o da genitore. Chiedi senza dare insomma, oppure ti prendi troppo sul serio e non sai tirare fuori la parte di bambino che c'è in te.
E dopo questa lettura, bando alle ciance, mi sono messa ad esaminare il mio rapporto di coppia per capire quanto ancora durerà! E vi esorto tutti a fare la stessa cosa! Come avrete capito, come professionista delle scienze sociali, mi esimo dal dare un giudizio scientifico sull'opera. E questo solo perché è fine estate e tempo di bilanci.
*Alla ricerca delle coccole perdute di Giulio Cesare Giacobbe, ed. Ponte alle Grazie, 2004
Quella che segue ne è la sintesi, che mi piacerebbe condividere con i miei lettori più attenti e curiosi, sintesi stile meringa, ovviamente. Astenersi deboli di cuore.
Allora, il comportamento di noi comuni mortali evolverebbe secondo un rigido e trino schema che dallo stato di bambino passa allo stato di adulto fino ad arrivare allo stato di genitore, laddove il bambino si caratterizza per non essere autosufficiente ed avere quindi bisogno di qualcuno che si occupi costantemente di lui; l'adulto invece brilla per menefreghismo e nombrilismo, non ha bisogno di nessuno, prende quello che gli pare e non dà niente a nessuno a meno che non gli torni utile; l'evoluzione allo stato di genitore implica una sicurezza di sé, attenzione e cura dell'altro.
Il bello è che tutte queste tre personalità possono riscontrarsi in ognuno di quelli che convenzionalmente chiamiamo adulti, grazie alla capacità di adattamento dell'individuo alle diverse situazioni della vita. Oppure grazie a quelle che non ha, e in questo caso abbiamo un nevrotivo che dispone solo di una delle suddette tre personalità. Tipo che se la carta di credito non funziona dal benzinaio e io mi metto a piangere, mi comporto in maniera infantile invece di gestire da adulto questa situazione; oppure bussa alla porta il mio migliore amico che ha un problema con la fidanzata e vuole parlare, mentre io mi metto ad elencare tutti i miei malanni. Questi sono esempi di comportamenti nevrotici, secondo il nostro autore, cioè che non sono in grado di far fronte alla situazione e adattarsi alle sue conseguenze. E in buona sostanza, chi dovesse manifestare sempre una sola delle tre personalità descritte è definitively un/una nevrotico/a, anche se non ha avuto nessun trauma da bambino. Una questione di carattere, insomma. Poi c'è il gioco delle coppie: quali sono quelle che si assortiscono meglio. Dove la meringa si butta a pesce. Ovviamente la coppia perfetta è quella in cui entrambi sono alternativamente bambino/adulto/genitore, in cui i due si adattano e cambiano comportamento a seconda della situazione. Sono quelli sempre on topic, insomma. Poi, se sei particolarmente disgraziato appartieni alle altre tipologie, e quella in assoluto peggiore è la coppia bambino/bambino. Immaginate la catastrofe: nessuno dei due che sa prendere una decisione, nessuno che sa fare un passo in avanti, ma nemmeno indietro, bisogno di rassicurazione/impossibilità ad averla a go-go. Pare che finisca male. Generalmente con uno dei due che schiatta. La cosa strana di questa pubblicazione è che fa finire con la morte di uno dei due praticamente tutte le coppie tranne quella bambino-adulto-genitore....infatti è quello che succede anche nella coppia bambino-adulto, dove pare che di solito l'adulto finisca con l'ammazzare il bambino; o come in quella bambino-genitore, in cui generalmente il genitore si stufa di accudire il bambino e il bambino entra in una sindrome dell'abbandono che gli fa odiare a tal punto il genitore da volergli rovinare la vita per sempre; o la coppia adulto-adulto, che funziona finché ognuno si fa i fatti suoi, ma quando uno dei due finisce per limitare la libertà dell'altro il tutto pare possa finire sul modello della guerra dei Roses [per chi non sapesse di cosa si tratta, è la storia di una coppia che si sfrantuma tutti i suoi averi pur di non cedere un millimetro l'uno all'altro finché entrambi (SPOILER!!!) si sfracassano l'osso del collo cadendo da un lampadario. E muoiono.]; un po' meglio per la coppia adulto-genitore, in cui entrambi si illudono di lasciare libero l'altro, questo tipo di coppia finisce generalmente senza troppi danni; la coppia genitore-genitore, dove ognuno è una star ed entrambi si mettono sempre in scena e finché hanno pubblico la storia funziona, dopo si passa all'eliminazione fisica dell'altro che ci ruba la scena. Quello che viene sottolineato nel libro è che a seguito di questa suddivisione di stampo evoluzionistico del comportamento umano si possono spiegare tutta una serie di nevrosi o comportamenti nevrotici non riconducibili ad un trauma. Cioè sei nevrotico perché ti comporti da bambino in una situazione che richiede un comportamento da adulto o da genitore. Chiedi senza dare insomma, oppure ti prendi troppo sul serio e non sai tirare fuori la parte di bambino che c'è in te.
E dopo questa lettura, bando alle ciance, mi sono messa ad esaminare il mio rapporto di coppia per capire quanto ancora durerà! E vi esorto tutti a fare la stessa cosa! Come avrete capito, come professionista delle scienze sociali, mi esimo dal dare un giudizio scientifico sull'opera. E questo solo perché è fine estate e tempo di bilanci.
*Alla ricerca delle coccole perdute di Giulio Cesare Giacobbe, ed. Ponte alle Grazie, 2004
venerdì, luglio 08, 2011
Alla fine
Alla fine nessuno arretra dalle sue posizioni
nessuno cede di un millimetro
nessuno ammette che la discussione può costruire invece di distruggere
nemmeno chi ti conosce, nemmeno chi .....
Alla fine nessuno conosce veramente l'altro
nessuno capisce le parole che contano veramente
nessuno usa le parole come dovrebbero essere usate
nessuno ti accarezza gratis
Alla fine rimaniamo soli
pieni di conflitti
pieni di nemici
mentre vorremmo solo una carezza
un gesto d'affetto
che va oltre le parole,
oltre la tristezza
oltre il dolore dell'incomunicabilità.
Vorremmo un gesto gratuito che passi sopra a tutto
il detto e il non detto
vorremmo un fiore
un sorriso
una carezza.
Questo ci fa umani.
Oltre ogni limite.
nessuno cede di un millimetro
nessuno ammette che la discussione può costruire invece di distruggere
nemmeno chi ti conosce, nemmeno chi .....
Alla fine nessuno conosce veramente l'altro
nessuno capisce le parole che contano veramente
nessuno usa le parole come dovrebbero essere usate
nessuno ti accarezza gratis
Alla fine rimaniamo soli
pieni di conflitti
pieni di nemici
mentre vorremmo solo una carezza
un gesto d'affetto
che va oltre le parole,
oltre la tristezza
oltre il dolore dell'incomunicabilità.
Vorremmo un gesto gratuito che passi sopra a tutto
il detto e il non detto
vorremmo un fiore
un sorriso
una carezza.
Questo ci fa umani.
Oltre ogni limite.
martedì, luglio 05, 2011
I miei maschi
I maschi, no, per i quali una parola è poca e due sono troppe,
i maschi che tengono sempre i piedi in due staffe e non si sbilanciano mai,
i maschi che quando dicono no significa no
ma che non è vero perché ho scoperto che potrebbe anche voler dire vorrei ma non posso
i maschi che si si le metto a posto e le seggiole sono lì da due mesi
i maschi che è sempre colpa di qualcun altro
i maschi che si ricordano di una telefonata minatoria senza sapere se è realmente avvenuta
i maschi che ti hanno voluto bene e ora vogliono solo scopare
i maschi fedeli e quelli che no
i maschi poetici che scrivono lettere d'amore e quelli che non hanno mai detto ti amo
i maschi che non prendono posizione per principio però sanno sempre più e meglio dell'allenatore della loro squadra del cuore
i maschi umarelli che si fermano quando c'è un incidente per dire la loro o anche solo per guardare altri maschi che guardano altri maschi dire la loro su altri maschi che litigano per decidere di chi è la colpa
i maschi che ti cedono il passo per toccarti il culo
i maschi che ti stuprano con uno sguardo e si professano liberali
i maschi che ho conosciuto non sono tutti così
non pretendo di aver fatto una lista esaustiva.
Come quella della spesa, solo dopo essere tornata a casa ti ricordi di esserti dimenticata di un sacco di cose.
i maschi che tengono sempre i piedi in due staffe e non si sbilanciano mai,
i maschi che quando dicono no significa no
ma che non è vero perché ho scoperto che potrebbe anche voler dire vorrei ma non posso
i maschi che si si le metto a posto e le seggiole sono lì da due mesi
i maschi che è sempre colpa di qualcun altro
i maschi che si ricordano di una telefonata minatoria senza sapere se è realmente avvenuta
i maschi che ti hanno voluto bene e ora vogliono solo scopare
i maschi fedeli e quelli che no
i maschi poetici che scrivono lettere d'amore e quelli che non hanno mai detto ti amo
i maschi che non prendono posizione per principio però sanno sempre più e meglio dell'allenatore della loro squadra del cuore
i maschi umarelli che si fermano quando c'è un incidente per dire la loro o anche solo per guardare altri maschi che guardano altri maschi dire la loro su altri maschi che litigano per decidere di chi è la colpa
i maschi che ti cedono il passo per toccarti il culo
i maschi che ti stuprano con uno sguardo e si professano liberali
i maschi che ho conosciuto non sono tutti così
non pretendo di aver fatto una lista esaustiva.
Come quella della spesa, solo dopo essere tornata a casa ti ricordi di esserti dimenticata di un sacco di cose.
domenica, giugno 05, 2011
Casse di vino
Il discorso è che ci si dimentica sempre perché si sta così bene in compagnia. Non so, dev'essere un meccanismo di autodifesa per non aver scelto di vivere in una comune. Passiamo del tempo in famiglia, e quando poi ci troviamo a passare del tempo in famiglia con gli amici ci rendiamo conto che è molto più figo, molto più utile, molto più arricchente e siccome però non può essere così tutti i giorni, facciamo si che sia di rado per non soffrire troppo spesso del distacco. E io ho incontrato dopo tanto tempo due persone che ho visto l'ultima volta in un momento felicissimo della loro vita e ritrovo dopo un momento molto difficile. La volontà è sempre incredibile insieme ad una formidabile voglia di fare progetti. Ci siamo commossi abbracciati lacrimati e questo ci ha resi ancora più vicini. Se ritrovarsi dopo tanto tempo fa passare momenti così intensamente felici, appuntamento tra dieci anni!
Ma io vi voglio rivedere presto e mi accontento anche di una cosetta media. Obbligatorie ovviamente tre casse di vino e tutto sommato anche la presenza del panzone sardo mentre metterei ai voti quella del corista megalomane. Sempre simpaticamente eh!
Ma io vi voglio rivedere presto e mi accontento anche di una cosetta media. Obbligatorie ovviamente tre casse di vino e tutto sommato anche la presenza del panzone sardo mentre metterei ai voti quella del corista megalomane. Sempre simpaticamente eh!
giovedì, giugno 02, 2011
Quando sarà tempo di raccolto, io sarò lì.
Rifletto. Quante cose succedono in dieci anni. Quante volte ci svegliamo, ci scopriamo di nuovo o per la prima volta, quanta fatica portare due figli per nove mesi e soprattutto per il resto, quanto lavoro per mandare avanti una casa una famiglia una coppia ogni giorno ogni notte ogni istante della vita che passa quanta fatica a dimenticare e poi basta un attimo che ti riporta alla mente tutto e quel tutto è più di tanto e ti riempie il cuore e ti fa piangere senza ritegno.
E allora capisci che il raccolto dipende da come uno ha seminato.
E allora capisci che il raccolto dipende da come uno ha seminato.
lunedì, aprile 04, 2011
Sempre più io
Inizio di canzone di Ligabue: Ci sono giorni come questi, in cui non va bene un cazzo, in cui comincia male, si svolge male e finisce pure male. Ci sono giorni in cui correre per quattro chilometri ti stronca e ti fa vedere tutto nero, perché di certo avresti avuto meno fiatone cominciando a fare sport a vent'anni invece che a quaranta. Ci sono giorni in cui il pianto di un bambino è insopportabile. In cui chiunque ti si avvicina è insopportabile.
Ci sono giorni in cui vorresti stare da sola a leccarti le ferite, ché il sangue potrebbe avere un sapore meno amaro della tua giornata. Ci sono giorni in cui nessuno ti capisce e nemmeno tu.
Certo che potresti almeno fare uno sforzo.
Ci sono giorni in cui vorresti stare da sola a leccarti le ferite, ché il sangue potrebbe avere un sapore meno amaro della tua giornata. Ci sono giorni in cui nessuno ti capisce e nemmeno tu.
Certo che potresti almeno fare uno sforzo.
sabato, maggio 15, 2010
Io adòro questa donna perché ottiene sempre quello che vuole!
Tenete presente che tutto questo racconto dovevo farlo (esclusivamente per voi) in video. Non ho avuto tempo stamattina e sono troppo scarmigliata. E poi, la mia amica e il suo best friend non avrebbero mai perdonato la mia sciattezza.
Ma veniamo al dunque.
Come è andata l'operazione, tesoro?
C'ho del materiale per il tuo blog, preparati! Non sai cosa ho fatto!
No dimmi sono tutta orecchi.
Stamattina in sala operatoria ho minacciato l'anestesista.
E di cosa, di grazia!
Voleva costringermi a togliermi lo smalto, ma tu ti reeendii conto? Avevo passato tutta la serata di ieri a metterlo perché se il mio best friend gay mi vede senza smalto quando mi viene a trovare in clinica dopo l'operazione mi dice che mi trascuro. Tu capisci che ho dovuto insistere con quelli della sala operatoria perché me lo lasciassero lo smalto. Non ho sentito ragioni. Ma anche loro hanno insistito parecchio...alla fine sono riuscita a farmi togliere solo quello dell'unghia del mignolo del piede! Un miiiito!
Ommioddio - faccio io, sconvolta, eh ma scusa come sei riuscita a convincerli?
Cara mia, la classe non è acqua. Mi volevano togliere pure le mutande ma io col cavolo che me le sono lasciate sfilare. Ho vinto su tutta la linea in quella sala operatoria! Adesso lo sto aspettando il mio best friend gay, non vedo l'ora che arrivi. Anzi, guarda, ora ti lascio che mi vado a rimettere lo smalto al mignolo! Se no lui mi dice che mi lascio andare!
P.S. Amica mia, questo post, come penso tu possa immaginare, scatenerà sicuramente commenti contrastanti, a volte anche di un certo spessore e qualità. Ti prego di non prendertela però. Col succulento materiale che mi hai concesso non potevo certo esimermi!
Ma veniamo al dunque.
Come è andata l'operazione, tesoro?
C'ho del materiale per il tuo blog, preparati! Non sai cosa ho fatto!
No dimmi sono tutta orecchi.
Stamattina in sala operatoria ho minacciato l'anestesista.
E di cosa, di grazia!
Voleva costringermi a togliermi lo smalto, ma tu ti reeendii conto? Avevo passato tutta la serata di ieri a metterlo perché se il mio best friend gay mi vede senza smalto quando mi viene a trovare in clinica dopo l'operazione mi dice che mi trascuro. Tu capisci che ho dovuto insistere con quelli della sala operatoria perché me lo lasciassero lo smalto. Non ho sentito ragioni. Ma anche loro hanno insistito parecchio...alla fine sono riuscita a farmi togliere solo quello dell'unghia del mignolo del piede! Un miiiito!
Ommioddio - faccio io, sconvolta, eh ma scusa come sei riuscita a convincerli?
Cara mia, la classe non è acqua. Mi volevano togliere pure le mutande ma io col cavolo che me le sono lasciate sfilare. Ho vinto su tutta la linea in quella sala operatoria! Adesso lo sto aspettando il mio best friend gay, non vedo l'ora che arrivi. Anzi, guarda, ora ti lascio che mi vado a rimettere lo smalto al mignolo! Se no lui mi dice che mi lascio andare!
P.S. Amica mia, questo post, come penso tu possa immaginare, scatenerà sicuramente commenti contrastanti, a volte anche di un certo spessore e qualità. Ti prego di non prendertela però. Col succulento materiale che mi hai concesso non potevo certo esimermi!
giovedì, gennaio 14, 2010
Hospital in a winter day.
Allora oggi, per non saper che fare, mi sono recata in ospedale a fare tutta una serie di esami propedeutici per un'operazioncina da nulla che lunedì la mia gamba sinistra sosterrà in "day surgery" come chiamano adesso gli interventi ambulatoriali. Allora rispetto all'anno scorso che avevo fatto la gamba destra la location è cambiata non poco poiché l'ospedalozzo si è rinfrescato i connotati i dirigenti hanno voluto fare manifestamente gli sboroni costruendo un C.U.P. nuovo di zecca che funziona che non bisogna più aspettare ore per pagare (cioè ma vi rendete conto della distorsione? aspettare ore per pagare soldi ad un ente pubblico?) che c'ha dei posaceneri nel cortile grossi come il leone di pelouche di mia figlia o che comunque ne occupano sicuramente la stessa cubatura che c'ha luci sgargianti e che anche il nome del reparto di day hospital hanno cambiato che assona molto col "sor pampurio" d'infantile mia memoria e che sembra bello e divertente poi però ti rendi conto che il sor pampurio ti lascia aspettare ore di fronte alla porta d'uscita sul freddo gelido che si apre ogni 5 secondi e che non è una di quelle porte scorrevoli che si aprono a peso ed ho scoperto che vanno a peso perché una volta la mia povera figliola è rimasta chiusa nello spazio tra le due porte scorrevoli dell'uscita perché era troppo leggera per fare aprire la seconda e io non sapevo cosa fare per attirare l'attenzione di qualche addetto del negozio perché incidentalmente l'avevo preceduta e mi trovavo fuori del negozio peraltro sotto un diluvio universale senza ombrello e senza tettoia sbracciandomi all'indirizzo della cassiera tutta intenta al suo lavoro e non potevo nemmeno entrare nel negozio con la paura che poi qualcuno uscisse e mi portasse via la mia figlioletta insomma una situazione da incubo che mi ha fatto scoprire che le porte scorrevoli funzionano a peso (e non è bene accetta la battuta che coi miei chili si apre per forza) dicevo insomma che al sor pampurio la porta è quella dell'uscita di emergenza con maniglione antipanico utilizzata come accesso principale al C.U.P. con un viavai di gente incredibile e peraltro ho visto in quattro ore una varietà di umanità indescrivibile brutti bellissimi vecchi stravecchi mamme con neonati e padri isterici con in testa un cappello con la piuma e un bambino in una carrozzina imbacuccato che peggio di un eschimese fuori dalla porta del suo igloo zoppi ingessati bambini con arti rotti e stampelle fare quattro volte lo stesso percorso gente che usciva a fumare utilizzando il posacenere grande come l'orso di mia figlia che poi mi sono sempre chiesta come fanno a svuotarli quei posaceneri con tutta la sabbia dentro ci sta forse una paletta speciale? e poi oggi l'ho scoperto: fanno il vaso profondissimo e portano via sabbia e sigarette poco per volta svuotando e poi riempiendo di nuovo senza soluzione di continuità e oggi era al livello più basso per cui mi sono dovuta abbassare praticamente a 135 gradi per riuscire a spegnere la sigaretta ho poi parlato con un'infinità di persone ho riempito moduli con le malattie pregresse ad almeno quattro vecchi perché il day hospital è un po' come il fai da te ti danno dei moduli da riempire e se non hai penna e occhiali e magari hai qualche annetto di troppo come è il caso della maggior parte delle persone a chirurgia vascolare allora sei proprio fregato e come fai se non c'è la martello che ti riempie il modulo tipo ce l'ha mai avuta la gotta? l'ipertensione? l'arteriosclerosi? dorme bene? tachicardia? si sveglia con l'affanno? quanti cuscini usa per dormire? usa i preservativi oppure ogino? (quest'ultima era una battuta ma il livello era veramente personalissimo e imbarazzante a trattare con emeriti estranei) tanto che un tizio dopo la mezz'ora che ci abbiamo impiegato a riempire la sua cartella mi voleva pure offrire un caffè, nella fattispecie lui (presumo ultrasessantenne) mi aveva appena risposto a delle domande riguardanti l'intimità di suo fratello ottantenne insomma praticamente il delirio ma io ho vissuto anche il mio momento di gloria durante il colloquio con l'anestesista che mi ha accolto stringendomi la mano (cosa assolutamente singolare) e dicendomi che la mia personale cartella era stata da me riempita superbene, in maniera assolutamente accurata e che forse potevasi dare il caso che ero una collega medico no mi spiace caro sono solo una con un'intelligenza media anche per certi versi sotto la media che ha risposto accuratamente a tutte le domande e che si trova a ricordare il nome esatto dei tre interventi da lei subiti (tra cui 2 cesarei) sicché voglio dire non è che sia proprio un merito straordinario....ma tant'è, mi becco i complimenti e per lunedì mi devo presentare con le pudenda depilate, integralmente mi raccomando! - mi ha detto l'infermiera. Topa al vento, come si suol dire.
lunedì, gennaio 11, 2010
NotiziONE
Oggi al TG dell'ora di pranzo Mister B. snocciolava barzellette su statuette in faccia. Il succo era che se le prendono cani e porci (oh, l'ha detto lui!). E giù a ridere (sempre lui).
Poi veniva data così, en passant, la notizia che Englaro era stato prosciolto da tutte le accuse di omicidio colposo. E non un giornalista (o un politico, perché no?) che abbia sentito il bisogno di fare una dichiarazione di scuse per il massacro mediatico cui quest'uomo e la sua famiglia sono stati sottoposti.
Gli stessi giornalisti che ci vogliono far credere che a qualcuno importi che i braccianti africani siano andati via da Rosarno. E poi, tutte quelle arance a marcire sugli alberi. E nessuno dice che i coltivatori guadagnano di più a tenerle a marcire che a raccoglierle e rivenderle.
E intanto noi, al mercato, possiamo comprare "arance non trattate" rigorosamente provenienti dalla Calabria oppure "arance" che non si sa cosa abbiano sopra.
Poi ieri è morto Mano Solo e oggi Eric Rohmer.
Ma in compenso su Raidue stasera Craxi è un eroe.
A rischio di sembrare oscena, datemi una lametta che mi taglio una vena.
Poi veniva data così, en passant, la notizia che Englaro era stato prosciolto da tutte le accuse di omicidio colposo. E non un giornalista (o un politico, perché no?) che abbia sentito il bisogno di fare una dichiarazione di scuse per il massacro mediatico cui quest'uomo e la sua famiglia sono stati sottoposti.
Gli stessi giornalisti che ci vogliono far credere che a qualcuno importi che i braccianti africani siano andati via da Rosarno. E poi, tutte quelle arance a marcire sugli alberi. E nessuno dice che i coltivatori guadagnano di più a tenerle a marcire che a raccoglierle e rivenderle.
E intanto noi, al mercato, possiamo comprare "arance non trattate" rigorosamente provenienti dalla Calabria oppure "arance" che non si sa cosa abbiano sopra.
Poi ieri è morto Mano Solo e oggi Eric Rohmer.
Ma in compenso su Raidue stasera Craxi è un eroe.
A rischio di sembrare oscena, datemi una lametta che mi taglio una vena.
giovedì, dicembre 10, 2009
Qui babbo natale, rispondete terra.
Sono indubitabilmente presa da mille cosette natalizie. Nonostante la mia idiosincrasia per codesta festa.
Ma con due figlie non scampi.
Alle 2 recite.
Al mercatino di natale.
Alle letterine per babbo natale.
Al panico di inadeguatezza a far fronte a tutte le richieste che possono venire da una testolina di bimba.
Cioè secondo loro babbo natale porta tutto.
E l'altro danno che il digitale ha fatto è stato presentare al popolo infantile il mondo della pubblicità. Dal quale ero riuscita finora a tenere lontane le mie figlie e che ora, sotto strenne natalizie, esce fuori in tutta la sua virulenza.
E' vero che i bambini hanno sicuramente più neuroni di noi e tutta la vita davanti. Ma perché sprecarli a ricordare tutti i testi delle pubblicità?
E' solo colpa TUA, direte voi.
In parte sarà sicuramente così.
Ma credo che il processo di (AN)alfabetizzazione pubblicitaria sia, nel mondo contemporaneo, praticamente inarrestabile.
Io mi posso pure opporrre a tante cose, come all'uso del computer, come all'esposizione eccessiva alla televisione, ma presto io stessa (come pure le mie figlie) sarò sommersa da quintali di materiali "tossici" per cui la mia lotta attuale non sarà servita a nulla. E andare a vendere giochi usati nella piazza del paese in cui vivo sarà ritenuto un lavoro da vecchi babbioni. Se esisterà ancora il mercato. Semplicemente i giocattoli usati saranno risucchiati da un tubo nero o non ci saranno proprio più giocattoli, ma solo la loro idea. E non "platonicamente" parlando.
Mi sono riletta.
Non si capisce una mazza. Ne convengo.
Ma con due figlie non scampi.
Alle 2 recite.
Al mercatino di natale.
Alle letterine per babbo natale.
Al panico di inadeguatezza a far fronte a tutte le richieste che possono venire da una testolina di bimba.
Cioè secondo loro babbo natale porta tutto.
E l'altro danno che il digitale ha fatto è stato presentare al popolo infantile il mondo della pubblicità. Dal quale ero riuscita finora a tenere lontane le mie figlie e che ora, sotto strenne natalizie, esce fuori in tutta la sua virulenza.
E' vero che i bambini hanno sicuramente più neuroni di noi e tutta la vita davanti. Ma perché sprecarli a ricordare tutti i testi delle pubblicità?
E' solo colpa TUA, direte voi.
In parte sarà sicuramente così.
Ma credo che il processo di (AN)alfabetizzazione pubblicitaria sia, nel mondo contemporaneo, praticamente inarrestabile.
Io mi posso pure opporrre a tante cose, come all'uso del computer, come all'esposizione eccessiva alla televisione, ma presto io stessa (come pure le mie figlie) sarò sommersa da quintali di materiali "tossici" per cui la mia lotta attuale non sarà servita a nulla. E andare a vendere giochi usati nella piazza del paese in cui vivo sarà ritenuto un lavoro da vecchi babbioni. Se esisterà ancora il mercato. Semplicemente i giocattoli usati saranno risucchiati da un tubo nero o non ci saranno proprio più giocattoli, ma solo la loro idea. E non "platonicamente" parlando.
Mi sono riletta.
Non si capisce una mazza. Ne convengo.
lunedì, novembre 30, 2009
Anni Sessanta
Noi che siamo gli ultimi nati degli anni sessanta
noi che abbiamo ancora foto in bianco e nero, per non parlare dei ricordi
noi che i quattro telecomandi della televisione in questo momento ci ricordano l'interruttore unico del primo schermo che entrò in casa e ci creano un senso di incazzatura senza fine
noi che abbiamo fatto figli tardi perché prima ce la siamo spassata
noi che quando ce la spassavamo i figli non ci sono mai passati nemmeno per l'anticamera del cervello
noi che ci sentiamo vecchi quando parliamo con qualcuno di trent'anni, imbiancati con qualcuno di venti e chiaramente matusa con qualcuno di quindici
noi che chiudiamo la luce quando usciamo da una stanza perché i nostri genitori hanno fatto la guerra
noi che sappiamo a memoria le canzoni di Guccini ed ognuna è una fitta al cuore
noi che ci emozioniamo davanti al Gattopardo
noi che ancora piangiamo per amore, per dolore, per felicità
noi che la moralità è ancora una parola di senso compiuto
noi che sappiamo che la meringa non si fa col tuorlo, ma non per questo è meno buona
noi che domani, tra meno di due ore, avremo quarant'anni
noi siamo ancora e sempre qui a cantare braccobaldosciò.
noi che abbiamo ancora foto in bianco e nero, per non parlare dei ricordi
noi che i quattro telecomandi della televisione in questo momento ci ricordano l'interruttore unico del primo schermo che entrò in casa e ci creano un senso di incazzatura senza fine
noi che abbiamo fatto figli tardi perché prima ce la siamo spassata
noi che quando ce la spassavamo i figli non ci sono mai passati nemmeno per l'anticamera del cervello
noi che ci sentiamo vecchi quando parliamo con qualcuno di trent'anni, imbiancati con qualcuno di venti e chiaramente matusa con qualcuno di quindici
noi che chiudiamo la luce quando usciamo da una stanza perché i nostri genitori hanno fatto la guerra
noi che sappiamo a memoria le canzoni di Guccini ed ognuna è una fitta al cuore
noi che ci emozioniamo davanti al Gattopardo
noi che ancora piangiamo per amore, per dolore, per felicità
noi che la moralità è ancora una parola di senso compiuto
noi che sappiamo che la meringa non si fa col tuorlo, ma non per questo è meno buona
noi che domani, tra meno di due ore, avremo quarant'anni
noi siamo ancora e sempre qui a cantare braccobaldosciò.
giovedì, ottobre 22, 2009
Le piccole cose
Potrà sembrare anodino, ma anch'io ho una famiglia di provenienza e non solo quella di cui parlo abitualmente. Famiglia di provenienza variegata, mio padre era un paesano, figlio di un ricco commerciante di carni e di cavalli e di una madre sempre poco nominata, probabilmente molto alle prese con i suoi sette figli. Mio padre non ha mai sofferto la fame durante la guerra. Ma mio padre ha anche rinunciato a tutta la sua eredità per non dover litigare con i fratelli. E' l'unico ad aver studiato nella sua famiglia, il dottore, lo chiamavano quando arrivava al paese. Prete mancato, raccontava sempre lui. Una memoria elefantiaca per qualsiasi nozione avesse mai sfiorato i suoi neuroni. Con lui non c'era storia. La Divina Commedia a memoria. Tutta. E non si dimenticava mai di niente. Mi perseguitava se mi scordavo di prendere una medicina, se non gli davo subito lo statino dopo aver sostenuto un esame all'università, se non mettevo le mie chiavi di casa nello svuotatasche all'ingresso un secondo dopo essere entrata. Teneva tutto sotto controllo. Praticamente un segugio.
Mia madre è figlia di un funzionario dell'aeronautica e di una madre molto presente. Ha cominciato a lavorare all'età di 17 anni, e già da tempo infilava perline. Orfana con tre sorelle, si è rimboccata le maniche da giovanissima. Una con le palle. Una che ha visto tante cose nella vita, una di quelle che non la freghi, che ha un'opinione (spesso giusta) su tutto. La guerra in povertà e stenti, una sorella malata di sclerosi a placche per 23 anni, per cui assistenza, preoccupazioni ma anche gioia nella malattia, due sorelle morte di tumore a due mesi di distanza l'una dall'altra, una famiglia di base sterminata. Tutto quello che la mia famiglia ha avuto se l'è guadagnato. Mia madre adesso fa una vita da signora benestante. Ma io credo che se la sia profondamente e giustamente meritata. Mio padre si è goduto qualche anno di pensione e poi ci ha lasciato in punta di piedi, senza disturbare, con la classe di sempre, in una sera di quasi estate. Senza avere la fortuna di vedere i suoi nipoti, di godere del giusto coronamento di un'esistenza, di un'esistenza normale, senza sgarri, morigerata ma al tempo stesso consapevole della ricchezza della vita e della fortuna di esserci, qui ed ora. Mio padre non ha mai lasciato niente nel piatto. Anche se non ha mai sofferto la fame. Erano altri tempi. Altre tempre.
Una vita è fatta così. Di cose semplici ma gustose, di incidenti e gloria, di sofferenza e stupore. Lo stupore di vedere l'allegria negli occhi di una persona costretta su una sedia a rotelle. Lo stupore del giornalaio nel vedere mio padre che la domenica comprava "Il Tempo" e "Lotta continua", perché alla cognata comunista portava il giornale insieme alla colazione, nei giorni di festa. Lo stupore attenuato della sigla del TG delle venti, tutti zitti per ordine superiore e guai a chi respirava perché lì si faceva la storia. Mio padre chiamava mia madre "tutto in fretta e fatto bene". Mia madre usava mio padre come un bastone per sorreggersi. Queste piccole cose fanno una famiglia. Fanno quello che noi siamo. Nella famiglia che poi creiamo. Con i nostri mariti che vengono da un'altra famiglia. In cui ci sono altre piccole cose. E la vita va avanti. Così. Con tante piccole cose piene di significato.
Mia madre è figlia di un funzionario dell'aeronautica e di una madre molto presente. Ha cominciato a lavorare all'età di 17 anni, e già da tempo infilava perline. Orfana con tre sorelle, si è rimboccata le maniche da giovanissima. Una con le palle. Una che ha visto tante cose nella vita, una di quelle che non la freghi, che ha un'opinione (spesso giusta) su tutto. La guerra in povertà e stenti, una sorella malata di sclerosi a placche per 23 anni, per cui assistenza, preoccupazioni ma anche gioia nella malattia, due sorelle morte di tumore a due mesi di distanza l'una dall'altra, una famiglia di base sterminata. Tutto quello che la mia famiglia ha avuto se l'è guadagnato. Mia madre adesso fa una vita da signora benestante. Ma io credo che se la sia profondamente e giustamente meritata. Mio padre si è goduto qualche anno di pensione e poi ci ha lasciato in punta di piedi, senza disturbare, con la classe di sempre, in una sera di quasi estate. Senza avere la fortuna di vedere i suoi nipoti, di godere del giusto coronamento di un'esistenza, di un'esistenza normale, senza sgarri, morigerata ma al tempo stesso consapevole della ricchezza della vita e della fortuna di esserci, qui ed ora. Mio padre non ha mai lasciato niente nel piatto. Anche se non ha mai sofferto la fame. Erano altri tempi. Altre tempre.
Una vita è fatta così. Di cose semplici ma gustose, di incidenti e gloria, di sofferenza e stupore. Lo stupore di vedere l'allegria negli occhi di una persona costretta su una sedia a rotelle. Lo stupore del giornalaio nel vedere mio padre che la domenica comprava "Il Tempo" e "Lotta continua", perché alla cognata comunista portava il giornale insieme alla colazione, nei giorni di festa. Lo stupore attenuato della sigla del TG delle venti, tutti zitti per ordine superiore e guai a chi respirava perché lì si faceva la storia. Mio padre chiamava mia madre "tutto in fretta e fatto bene". Mia madre usava mio padre come un bastone per sorreggersi. Queste piccole cose fanno una famiglia. Fanno quello che noi siamo. Nella famiglia che poi creiamo. Con i nostri mariti che vengono da un'altra famiglia. In cui ci sono altre piccole cose. E la vita va avanti. Così. Con tante piccole cose piene di significato.
martedì, aprile 14, 2009
Qui - squilie
Ritrovato imprenditore in un pozzo del siracusano. Aveva "alcuni" massi legati all'addome. Chissà chi ce li avrà messi.
Tutti hanno da dire qualcosa su Santoro. E tutti per sentito dire.
La storia dei pirati è così romantica. Quasi quasi noleggio un cargo.
Su FB c'è qualcuno che ha scritto un' argomentata lettera sul perché non darà un euro ai terremotati abruzzesi. Perché l'Italia forse non è più un paese libero. Dobbiamo per forza avere il dito incollato ai tasti del nostro telefonino se vogliamo far valere le nostre opinioni. Dissentire dal senso comune è diventato comunemente senza senso.
Tutti hanno da dire qualcosa su Santoro. E tutti per sentito dire.
La storia dei pirati è così romantica. Quasi quasi noleggio un cargo.
Su FB c'è qualcuno che ha scritto un' argomentata lettera sul perché non darà un euro ai terremotati abruzzesi. Perché l'Italia forse non è più un paese libero. Dobbiamo per forza avere il dito incollato ai tasti del nostro telefonino se vogliamo far valere le nostre opinioni. Dissentire dal senso comune è diventato comunemente senza senso.
giovedì, aprile 02, 2009
La condottiera
Mi aggiro per la campagna romana con la patente scaduta. Ciò può significare solo che ho passato l'età giovanile da un multiplo di dieci anni. Ho chiesto al centralino del PRA cosa mi poteva capitare se mi fermavano. In fondo abito in una landa desolata e con le mie pupe non mi ha mai fermato nessuno.
Ritiro della patente (ecchissene, al limite) e soprattutto del veicolo. Cioè, ve lo immaginate io con le pupe in mezzo al rettilineo, dove in genere s'appostano i carabinieri, a dover scendere dalla macchina solo perché ho dimenticato che sto per compiere quarant'anni?
Non si può approfittare così della buona fede della gente. Ora poi non potrò nemmeno farmi più un cesso sul pianerottolo perché non ho la villa né la villètta bifamiliare. Mi resta la mia macchinuccia, unico collegamento tra me e il mondo civilizzato. Come potrò andare a riprendere mia figlia a scuola, a comprare la verdurina dal contadino che mi solletica l'ormone, oppure semplicemente fare rotta verso Roma se mi ritirano quella fottutissima macchina francese?
Mi toccherà far visitare i miei occhioni da un medico della ASL, che senza nemmeno constatare che sono ormai prossima alla cecità, mi confermerà idonea per riprendere la mia conduzione familiare.
Ho un culo pazzesco che ancora non si debba farsi visitare da uno psichiatra.
Non avrei passato il test alcolemico.
Ritiro della patente (ecchissene, al limite) e soprattutto del veicolo. Cioè, ve lo immaginate io con le pupe in mezzo al rettilineo, dove in genere s'appostano i carabinieri, a dover scendere dalla macchina solo perché ho dimenticato che sto per compiere quarant'anni?
Non si può approfittare così della buona fede della gente. Ora poi non potrò nemmeno farmi più un cesso sul pianerottolo perché non ho la villa né la villètta bifamiliare. Mi resta la mia macchinuccia, unico collegamento tra me e il mondo civilizzato. Come potrò andare a riprendere mia figlia a scuola, a comprare la verdurina dal contadino che mi solletica l'ormone, oppure semplicemente fare rotta verso Roma se mi ritirano quella fottutissima macchina francese?
Mi toccherà far visitare i miei occhioni da un medico della ASL, che senza nemmeno constatare che sono ormai prossima alla cecità, mi confermerà idonea per riprendere la mia conduzione familiare.
Ho un culo pazzesco che ancora non si debba farsi visitare da uno psichiatra.
Non avrei passato il test alcolemico.
martedì, marzo 31, 2009
Invaghitevi
Sono morta.
Stare SENZA INTERNET per una settimana equivale a MORIRE.
E vi posso dire che era come in un lungo tunnel.
Un vago chiarore si percepiva da molto lontano.
Una roba tipo "Vaghe stelle dell'orsa".
Ho scoperto solo alla fine che era VAGO perché COPERTO da tutte le parolacce che ho urlato agli operatori di infoSTRONIA.....
Perché, malgrado LORO, internet non muore mai.
Stare SENZA INTERNET per una settimana equivale a MORIRE.
E vi posso dire che era come in un lungo tunnel.
Un vago chiarore si percepiva da molto lontano.
Una roba tipo "Vaghe stelle dell'orsa".
Ho scoperto solo alla fine che era VAGO perché COPERTO da tutte le parolacce che ho urlato agli operatori di infoSTRONIA.....
Perché, malgrado LORO, internet non muore mai.
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