giovedì, settembre 28, 2006
HELP
Aiuto!! Non è che io sia diventata tutto d'un tratto logorroica. E' che sta succedendo qualcosa di strano nello spazio di tempo che dedico a mia figlia. Tornata dall'asilo oggi ella si è impazzita. Dieci minuti dopo il nostro ritorno a casa, è accorsa da me, completamente denudata e con in mano il pannolino sporco di cacca. No ma siamo impazziti? Da quel momento non c'è modo di farle rimettere il suddetto ammennicolo (uno pulito, ovviamente) né nessun ulteriore capo di vestiario. Mi è toccata anche una figlia esibizionista! Si aggira per casa urlando "pippi, cacca!" completamente nuda e se mi avvicino mi caccia (e non mi cacca) via con sprezzo! Ora sono solo le 18h30. Cosa deve succedere ancora fino all'ora della nanna?
Tutto questo è noiaaaaaaaaaaaa
Sarò noiosa. Ma forse senza mia figlia mi annoio proprio. Però il principio è che comunque cerco di annoiarmi il meno possibile. E come fare, direte voi, se il tuo destino è quello di muffire in casa aspettando che sia l'ora di andare a ritirare il pacco all'asilo? Eh, cari miei, non è facile. Bisogna inventarsele, le cose da fare! Allora gironzolo sul web e a volte rido da sola come una matta. Ma ridereste anche voi se vi trovaste di fronte a questo super blog: http://www.umarellsblog.it/
Il blog dei fancazzisti di mestiere. Altro che casalinghe! E poi, niente, ovviamente mi imbatto anche in posti (e post) assolutamente insignificanti. Parole vuote fors'anche per chi le scrive. Ma in quel caso poco importa. Perché sicuramente è un problema ininfluente per chi scrive, ma certo anche chi legge, legge una volta e poi bastà (con l'accento, alla francese). Il dettaglio più inquietante è che probabilmente l'autore del blog più divertente del mondo non sa di esserlo, mentre quello del blog più palloso è convinto di essere ultrainteressante. In realtà, quello che mi premeva to point out in questo post è l'estrema generosità del lettore, che si presta ad un bombardamento di stronzate senza avere altra arma per sottrarsi che il suo dito indice. Badate non del pur sempre efficace medio, ma solo ed esclusivamente dell'indice comandante il topetto sul computerino. E l'uso di tutti questi diminutivi non riduce di nulla l'efficacia del concetto (almeno per me e il mio QI). Grazie a tutti di essere stati con me. Di averlo voluto. Di non essere andati via sbattendo la porta (anche volendo sarebbe stato difficile). E di preservare il vostro dito meglio per altre - migliori - occasioni!
Il blog dei fancazzisti di mestiere. Altro che casalinghe! E poi, niente, ovviamente mi imbatto anche in posti (e post) assolutamente insignificanti. Parole vuote fors'anche per chi le scrive. Ma in quel caso poco importa. Perché sicuramente è un problema ininfluente per chi scrive, ma certo anche chi legge, legge una volta e poi bastà (con l'accento, alla francese). Il dettaglio più inquietante è che probabilmente l'autore del blog più divertente del mondo non sa di esserlo, mentre quello del blog più palloso è convinto di essere ultrainteressante. In realtà, quello che mi premeva to point out in questo post è l'estrema generosità del lettore, che si presta ad un bombardamento di stronzate senza avere altra arma per sottrarsi che il suo dito indice. Badate non del pur sempre efficace medio, ma solo ed esclusivamente dell'indice comandante il topetto sul computerino. E l'uso di tutti questi diminutivi non riduce di nulla l'efficacia del concetto (almeno per me e il mio QI). Grazie a tutti di essere stati con me. Di averlo voluto. Di non essere andati via sbattendo la porta (anche volendo sarebbe stato difficile). E di preservare il vostro dito meglio per altre - migliori - occasioni!
mercoledì, settembre 27, 2006
L'aglietto
Disperazione. Anche quando mia figlia è all' asilo, non faccio altro che correre a destra a manca alla rincorsa di briciole da lei prodotte. Le mie quattro ore di lavoro al computer sono diluite praticamente in otto. E dopo aver passato la giornata a mettere a posto, la vado a prendere e appena entra dentro casa è l' inizio della fine. Si appropria di qualsiasi cosa sia alla sua altezza e ne fa pastrocchio per le sue mani e le sue innovative idee. Non so, per esempio, ieri ha preso una maglietta nuova ed ha cominciato a colorarla con estrema creatività. Ed io che avevo passato mezz'ora a sceglierla nel negozio per i suoi graziosi colori! A me sembrava di averla educata bene. Pensavo di essere fortunata. Quando le ho comprato i colori, le ho spiegato che avrebbe dovuto usarli solo sulla splendida e maneggevole agenda di cui mi ha fatto omaggio la mia simpatica banca. Sembrava funzionare come metodo. Ancora non mi aveva dipinto i muri....giusto il bordo del suo tavolino, anch' esso comperato apposta. Diventerà un'artista, mia figlia. E le saremo tutti grati per i soldoni che guadagnerà. Mi consolo con questo pensiero. Consolati con l'aglietto - dicono a Roma!
I am what I am
I am what I am. Questo resta un dato di fatto incontrovertibile. I miei amici mi hanno sempre detto: "Abbiamo la pazienza di esserti ancora amici perché sappiamo come sei!"
E questa pazienza è stata spesso premiata, aggiungo io!
Quelli a cui non stavo bene, si sono persi per strada. Quelli che non mi hanno voluto così com'ero, pure!
Che dovrei fare? Cambiare per adattarmi meglio alle esigenze degli altri? C'è chi dice che dovrei contare fino a dieci prima di parlare. E c'è chi dice che proprio non dovrei parlare. E allora che gusto c'è? Per ora sono abbastanza contenta di come sono diventata nel corso degli anni. Mi sembra proprio di aver attenuato l'aspetto cacasentenze in favore di una più sviluppata propensione all'ascolto (anche delle cazzate - mi si consenta) altrui. A volte ti appalli, a volte magari è più costruttivo. Certo è che le belle rispostone che facevo un tempo, me le tengo ora abbastanza per me. E per mio marito - direbbe lui!
Anche se il mio amico L. sostiene sempre che sono la solita, con quello sguardo un po' alla "sei sempre la solita" (la ripetizione è voluta), dopo essersi sganasciato ad una delle mie battute (anche sul suo conto, anzi specialmente su suo conto!).
Comunque poco male, sono disposta a sopportare amiche che mi accusano di freddezza nei confronti della prole, amici che mi accusano di non farmi mai sentire, amici che non mi invitano ai compleanni! E tutto questo in nome di una sola cosa: io sono così. E questo è quello che conta.
E questa pazienza è stata spesso premiata, aggiungo io!
Quelli a cui non stavo bene, si sono persi per strada. Quelli che non mi hanno voluto così com'ero, pure!
Che dovrei fare? Cambiare per adattarmi meglio alle esigenze degli altri? C'è chi dice che dovrei contare fino a dieci prima di parlare. E c'è chi dice che proprio non dovrei parlare. E allora che gusto c'è? Per ora sono abbastanza contenta di come sono diventata nel corso degli anni. Mi sembra proprio di aver attenuato l'aspetto cacasentenze in favore di una più sviluppata propensione all'ascolto (anche delle cazzate - mi si consenta) altrui. A volte ti appalli, a volte magari è più costruttivo. Certo è che le belle rispostone che facevo un tempo, me le tengo ora abbastanza per me. E per mio marito - direbbe lui!
Anche se il mio amico L. sostiene sempre che sono la solita, con quello sguardo un po' alla "sei sempre la solita" (la ripetizione è voluta), dopo essersi sganasciato ad una delle mie battute (anche sul suo conto, anzi specialmente su suo conto!).
Comunque poco male, sono disposta a sopportare amiche che mi accusano di freddezza nei confronti della prole, amici che mi accusano di non farmi mai sentire, amici che non mi invitano ai compleanni! E tutto questo in nome di una sola cosa: io sono così. E questo è quello che conta.
lunedì, settembre 25, 2006
Case pulite come strade di Parigi
Questo week end io e mio marito abbiamo dormito sul divano. Non perché avessimo litigato. Non perché avessimo sfondato il nostro talamo. Semplicemente ci è sembrato un gesto carino cedere la nostra stanza ad una coppia di amici francesi venuti a Roma per un compleanno (non il mio, ma quello di un loro amico che aveva fatto la bella pensata di invitare amici da tutto il mondo a passare una bella serata a Roma. Ognuno doveva pagarsi tutto. Viaggio, soggiorno, cena. E probabilmente lui si aspettava anche il regalo di compleanno. Boh, non so, forse sono vecchia o tirchia, ma mi sembra una follia).
I francesi sono rimasti basiti da come fosse pulita casa mia. Io che mi addanno dalla mattina alla sera a correre appresso a giochetti, manate, tracce di marmellata, bevande rovesciate (tralascio dettagli più crudi), io avrei una casa pulita????????????? Ma siccome conosco i loro canoni di pulizia.....
A Parigi puliscono le strade ogni giorno, con potenti getti d'acqua. Per la precisione lo spazzino apre il getto d'acqua in modo che sia tutta convogliata sotto il maciapiede, in quello spazio concavo tra il marciapiede e la carreggiata. Lì, pare che si depositino tutti i detriti cittadini. Data l'usanza, i parigini non hanno alcun tipo di remora a gettare carta e altro sotto al marciapiede, perché il giorno dopo sarà tutto pulito. Poi però lo stesso livello di pulizia che si ritrova nelle strade o nei musei non s'incontra nelle private dimore. Vestiti ammucchiati, piatti incancreniti nei lavandini, zella nelle salles de bain, per non parlare della puzza nelle cosiddette toilettes, dove si fa pipì e spesso non c'è nemmeno una finestrella, ma sempre il deo per ambienti (quello a spruzzo, quello che se sbagli direzione ti cambia i connotati!). L'esterno è sempre impeccabile, mentre per l'interno non si sprecano troppe energie. Vivere nei propri rifiuti ritempra fisico e spirito. Soprattutto spirito.
Per tornare al divano, la prima notte lui sentiva ronzii strani, come di farfalle (senza aver bevuto). Io sentivo solo piangere mia figlia. La seconda notte lui già russava con naso, noncurante. Io sentivo solo ronzare intorno al letto mia figlia e i nostri amici infilare la chiave nella toppa alle 2 di notte. Nella mia casa pulita.
I francesi sono rimasti basiti da come fosse pulita casa mia. Io che mi addanno dalla mattina alla sera a correre appresso a giochetti, manate, tracce di marmellata, bevande rovesciate (tralascio dettagli più crudi), io avrei una casa pulita????????????? Ma siccome conosco i loro canoni di pulizia.....
A Parigi puliscono le strade ogni giorno, con potenti getti d'acqua. Per la precisione lo spazzino apre il getto d'acqua in modo che sia tutta convogliata sotto il maciapiede, in quello spazio concavo tra il marciapiede e la carreggiata. Lì, pare che si depositino tutti i detriti cittadini. Data l'usanza, i parigini non hanno alcun tipo di remora a gettare carta e altro sotto al marciapiede, perché il giorno dopo sarà tutto pulito. Poi però lo stesso livello di pulizia che si ritrova nelle strade o nei musei non s'incontra nelle private dimore. Vestiti ammucchiati, piatti incancreniti nei lavandini, zella nelle salles de bain, per non parlare della puzza nelle cosiddette toilettes, dove si fa pipì e spesso non c'è nemmeno una finestrella, ma sempre il deo per ambienti (quello a spruzzo, quello che se sbagli direzione ti cambia i connotati!). L'esterno è sempre impeccabile, mentre per l'interno non si sprecano troppe energie. Vivere nei propri rifiuti ritempra fisico e spirito. Soprattutto spirito.
Per tornare al divano, la prima notte lui sentiva ronzii strani, come di farfalle (senza aver bevuto). Io sentivo solo piangere mia figlia. La seconda notte lui già russava con naso, noncurante. Io sentivo solo ronzare intorno al letto mia figlia e i nostri amici infilare la chiave nella toppa alle 2 di notte. Nella mia casa pulita.
venerdì, settembre 22, 2006
Buonumore
Quella volta mi sentivo di esplodere, di sputare tutta la mia rabbia addosso a quella mela marcia. Oppure di scarnificargli la faccia con le mie unghie appena tagliate (gli effetti delle mie letture si fanno sentire!). Ancora un'altra cena a lume di candela. La prego mi dia il suo soprabito. Lui aspetta di sedersi ché sono una donna.
In realtà io ho sempre fatto quello che mi sentivo di fare. Ma preferisco le topaie di adesso, con tutto il loro chiasso. A me piace mettere i gomiti sul tavolo. Mi aiutano a sorreggere la testa. Ché proprio mi pesa tanto. E poi ultimamente ho anche parecchia acidità di stomaco. Che ne so. Sarà questa benedetta ernia iatale. Mi è scappata fuori dopo la gravidanza. Ho cominciato a ruttare (sconveniente!!) senza sosta. Pare che sia un pezzetto di stomaco che si insinua nell'esofago e secerne succhi gastrici sia a digiuno sia ovviamente durante la digestione. Tutto iniziò dopo un'estate di litigi con mia madre, tanto che ho seriamente pensato che si trattasse di una reazione psicosomatica. Ma insomma addirittura un tale scompiglio fisiologico per qualche scaramuccia! Il mio medico mi ha assicurato che si tratta di una questione genetica. Cioè diciamo che in un certo senso la madre è la causa, ma non nel senso che pensavo io! Con questa questione della genetica si salvano capra e cavoli. A mio marito i cavoli non piacciono. Mentre a me danno agrodolci ricordi di culture nordiche frequentate in gioventù. Quindi è un bene che siano salvi. Per mia figlia la capretta fa beeee. E stamattina è venuta a farmi beeee mentre lavoravo al computer. Era di ottimo umore questa capretta. Un po' come me oggi. Magari dal post non sembra. Ma quando mi frullano in testa tante cose, non significa necessariamente che io abbia fumato!
In realtà io ho sempre fatto quello che mi sentivo di fare. Ma preferisco le topaie di adesso, con tutto il loro chiasso. A me piace mettere i gomiti sul tavolo. Mi aiutano a sorreggere la testa. Ché proprio mi pesa tanto. E poi ultimamente ho anche parecchia acidità di stomaco. Che ne so. Sarà questa benedetta ernia iatale. Mi è scappata fuori dopo la gravidanza. Ho cominciato a ruttare (sconveniente!!) senza sosta. Pare che sia un pezzetto di stomaco che si insinua nell'esofago e secerne succhi gastrici sia a digiuno sia ovviamente durante la digestione. Tutto iniziò dopo un'estate di litigi con mia madre, tanto che ho seriamente pensato che si trattasse di una reazione psicosomatica. Ma insomma addirittura un tale scompiglio fisiologico per qualche scaramuccia! Il mio medico mi ha assicurato che si tratta di una questione genetica. Cioè diciamo che in un certo senso la madre è la causa, ma non nel senso che pensavo io! Con questa questione della genetica si salvano capra e cavoli. A mio marito i cavoli non piacciono. Mentre a me danno agrodolci ricordi di culture nordiche frequentate in gioventù. Quindi è un bene che siano salvi. Per mia figlia la capretta fa beeee. E stamattina è venuta a farmi beeee mentre lavoravo al computer. Era di ottimo umore questa capretta. Un po' come me oggi. Magari dal post non sembra. Ma quando mi frullano in testa tante cose, non significa necessariamente che io abbia fumato!
giovedì, settembre 21, 2006
Riappropriazioni debite
Mentre mio marito mi adula nei suoi post e di notte sogna di baciare un'altra (dice che non ha potuto rifiutare - pensando di indurmi a compatirlo - il fellone), io son qui che mi abituo a questa nuova vita senza la mia bambina che ormai è perfettamente inserita nel suo asilo.
Mi sa che l'effetto Parigi ha funzionato pure su di lei. Così come un periodo felice passato nella Ville lumière serve a tutti per sentirsi più liberi e scostumati, così quella settimanella di digiuno deve essere servita a lei per capire l'importanza della dieta mediterranea. Ieri persino i pisellini all'asilo mangiò! E non piange mai! Praticamente l'inserimento se lo fa da sola. La mia presenza non serve. E quindi io, da madre fredda e snaturata qual sono, mi procuro di restarmene a casa! Nei momenti di tranquillità mi divoro un thriller (cosa che non ho mai fatto in vita mia - leggere thriller, non divorare libri!) che mi sta angosciando non poco. Di uno scrittore che nel mio immaginario anni '80 era un comico manco tanto e un cantante malriuscito, ma che come scrittore ci sa proprio fare.
Tutto questo per dire che mi sto riappropriando dei miei spazi. E questa mi pare cosa buona e giusta.
Mi sa che l'effetto Parigi ha funzionato pure su di lei. Così come un periodo felice passato nella Ville lumière serve a tutti per sentirsi più liberi e scostumati, così quella settimanella di digiuno deve essere servita a lei per capire l'importanza della dieta mediterranea. Ieri persino i pisellini all'asilo mangiò! E non piange mai! Praticamente l'inserimento se lo fa da sola. La mia presenza non serve. E quindi io, da madre fredda e snaturata qual sono, mi procuro di restarmene a casa! Nei momenti di tranquillità mi divoro un thriller (cosa che non ho mai fatto in vita mia - leggere thriller, non divorare libri!) che mi sta angosciando non poco. Di uno scrittore che nel mio immaginario anni '80 era un comico manco tanto e un cantante malriuscito, ma che come scrittore ci sa proprio fare.
Tutto questo per dire che mi sto riappropriando dei miei spazi. E questa mi pare cosa buona e giusta.
martedì, settembre 19, 2006
Sensi di colpa
A gran voce mi si grida "Ancora!" Ed io cosa dovrei fare?
Dire del massacro che è portare una bimba col suo passeggino nel metrò parigino (anche se penso che in quello romano sarebbe anche peggio, ma almeno sono solo due linee!)?
Confessare di non aver avuto il coraggio di indossare il toppino comperato in un negozio per pischelle taglia 38 (che io ancora non ho raggiunto, ma questa è un'altra storia)?
O che ho portato mia figlia per ingordigia (mia) al ristorante giapponese, sapendo che non avrebbe mangiato nulla, ingozzandola di baguette preventivamente?
No, sono depressa. Mia figlia si aggira per casa urlando "eh, cacca; eh pippi". Ha cominciato ad andare al nido. Questi sono i primi effetti. Che ne sarà di lei alla fine dell'anno?
Stiamo trovando un equilibrio con mio marito. Fosse per lui, resterebbe all'asilo a giocare con la figlia tutto il giorno. Io mi limito ad andarla a prendere all'ora d'uscita.
Sono depressa (oggi mi ripeto). Un'amica di lunga data mi ha appena scritto che sono una madre un po' fredda, senza offesa. Data la nostra lunga amicizia, mi permetto di dirti che, bla bla bla. Senza offesa?????????????
Questi i fatti: nella creperie parigina dove ci eravamo seduti, io NON mi sono messa accanto a mia figlia. Ho lasciato che il PADRE se ne occupasse (come succede SPESSO, d'altronde). Non mi sono nemmeno troppo disperata perché NON mangiava (era l'ultima sera e ci avevo fatto l'abitudine). E la mia amica deve aver preso questo atteggiamento per FREDDEZZA.
Bah, forse le maiuscole denotano senso di colpa (mio). Ci tengo comunque ad evidenziare come da un atteggiamento NON pragmatico (MIO) possano nascere mille travisamenti (DEGLI ALTRI).
Ed ancora una volta ecco rinascere i miei sensi di colpa solo per aver fatto la cosa che mi sentivo di fare!
Dire del massacro che è portare una bimba col suo passeggino nel metrò parigino (anche se penso che in quello romano sarebbe anche peggio, ma almeno sono solo due linee!)?
Confessare di non aver avuto il coraggio di indossare il toppino comperato in un negozio per pischelle taglia 38 (che io ancora non ho raggiunto, ma questa è un'altra storia)?
O che ho portato mia figlia per ingordigia (mia) al ristorante giapponese, sapendo che non avrebbe mangiato nulla, ingozzandola di baguette preventivamente?
No, sono depressa. Mia figlia si aggira per casa urlando "eh, cacca; eh pippi". Ha cominciato ad andare al nido. Questi sono i primi effetti. Che ne sarà di lei alla fine dell'anno?
Stiamo trovando un equilibrio con mio marito. Fosse per lui, resterebbe all'asilo a giocare con la figlia tutto il giorno. Io mi limito ad andarla a prendere all'ora d'uscita.
Sono depressa (oggi mi ripeto). Un'amica di lunga data mi ha appena scritto che sono una madre un po' fredda, senza offesa. Data la nostra lunga amicizia, mi permetto di dirti che, bla bla bla. Senza offesa?????????????
Questi i fatti: nella creperie parigina dove ci eravamo seduti, io NON mi sono messa accanto a mia figlia. Ho lasciato che il PADRE se ne occupasse (come succede SPESSO, d'altronde). Non mi sono nemmeno troppo disperata perché NON mangiava (era l'ultima sera e ci avevo fatto l'abitudine). E la mia amica deve aver preso questo atteggiamento per FREDDEZZA.
Bah, forse le maiuscole denotano senso di colpa (mio). Ci tengo comunque ad evidenziare come da un atteggiamento NON pragmatico (MIO) possano nascere mille travisamenti (DEGLI ALTRI).
Ed ancora una volta ecco rinascere i miei sensi di colpa solo per aver fatto la cosa che mi sentivo di fare!
venerdì, settembre 15, 2006
La cura
Preparare un evento con cura. Scegliere il vestito, gli accessori, persino la biancheria intima adatta, anche se già si sa che non ci sono dubbi sul destinatario. Decidere di non andare dal parrucchiere perché il capello sciolto e selvaggio ti sta meglio (e anche perché non hai voglia di lasciargli tutto lo stipendio, al parrucchiere francese). Essere, insomma, (o almeno tentare di essere) perfetta.
Poi tuo marito te lo fa credere, ti dice che sei la più bella del mondo, o comunque almeno la più bella della festa (ha passato la settimana a guardare le tettine delle signorine parigine che le sventolano come fusciacche), e tu ci credi perché comunque lusinga il tuo ego di mamma-casalinga-lavoratrice-frustrata.
Poi, a forza di prepararvi arrivate in ritardo alla cerimonia. Ma tu sei una virago oltre che una mamma-casalinga-lavoratrice-frustrata. Non ci stai ad essere tagliata fuori. E' mai possibile che un matrimonio cominci addirittura in anticipo? Ma la sposa non si faceva aspettare un tempo? Che fretta c'è se poi bisogna passare insieme il resto della vita, sentire l'odore dei piedi sporchi, delle ascelle puzzolenti per non parlare del resto? E invece no, questi c'avevano fretta di sposarsi. Allora la nostra eroina arriva trafelata, come se non bastasse un trattore si era messo sulla strada a duellare con un autobus di linea. Ma che chance può avere un comune mortale di arrivare puntuale ad un matrimonio per il quale è già sopravvissuto ad un viaggio su un aereo low-cost con relativo atterraggio di fortuna e vendita a bordo di ricchi premi e cotillons, che la fortuna sia con te (mio marito ha anche calcolato che su 18 persone che avevano comperato il biglietto della lotteria, se ci fossimo stati anche noi avremmo avuto un diciottesimo di possibilità di vincere un biglietto aereo, con lo stesso atterraggio di fortuna incluso), se gli si mettono di traverso due bestioni simili? Infatti arriviamo in ritardo. Salgo le scale a quattro a quattro (più tardi mi accorgerò di aver sgarrato la gonna proprio ad altezza mutanda) per essere partecipe almeno di qualche battuta. Non c'è nessuno. Silenzio irreale. Vedo una porta, mi chiedo: "la apro o non la apro?". La apro, sono venuta da Roma fin qui nel fondo della campagna normanda e certo non posso più tirarmi indietro. La apro senza esitazione, dunque, e mi rendo protagonista di una delle più grosse figuracce di tutta la vita mia: di schiena c'è il sindaco ad un centimetro uno dalla porta (tipo sai che magari in un momento di pausa si dondolava e aprendo la porta avrei anche potuto farlo cadere), tavolo e di fronte i due sposi che mi guardano diciamo con aria interdetta, e ancora dietro gli sposi duecento occhi misti di sorpresa e pena per me. Io accenno a un gesto di scuse, abbasso lo sguardo e cerco di sgattaiolare via chiudendo la porta alle spalle del sindaco. Sono riuscita a perdere interamente il matrimonio della mia amica, a squartare la mia gonna nuova e a rendermi ridicola di fronte a duecento persone. E non mi potrò nemmeno ubriacare per dimenticare. E presto saprete il perché.
Poi tuo marito te lo fa credere, ti dice che sei la più bella del mondo, o comunque almeno la più bella della festa (ha passato la settimana a guardare le tettine delle signorine parigine che le sventolano come fusciacche), e tu ci credi perché comunque lusinga il tuo ego di mamma-casalinga-lavoratrice-frustrata.
Poi, a forza di prepararvi arrivate in ritardo alla cerimonia. Ma tu sei una virago oltre che una mamma-casalinga-lavoratrice-frustrata. Non ci stai ad essere tagliata fuori. E' mai possibile che un matrimonio cominci addirittura in anticipo? Ma la sposa non si faceva aspettare un tempo? Che fretta c'è se poi bisogna passare insieme il resto della vita, sentire l'odore dei piedi sporchi, delle ascelle puzzolenti per non parlare del resto? E invece no, questi c'avevano fretta di sposarsi. Allora la nostra eroina arriva trafelata, come se non bastasse un trattore si era messo sulla strada a duellare con un autobus di linea. Ma che chance può avere un comune mortale di arrivare puntuale ad un matrimonio per il quale è già sopravvissuto ad un viaggio su un aereo low-cost con relativo atterraggio di fortuna e vendita a bordo di ricchi premi e cotillons, che la fortuna sia con te (mio marito ha anche calcolato che su 18 persone che avevano comperato il biglietto della lotteria, se ci fossimo stati anche noi avremmo avuto un diciottesimo di possibilità di vincere un biglietto aereo, con lo stesso atterraggio di fortuna incluso), se gli si mettono di traverso due bestioni simili? Infatti arriviamo in ritardo. Salgo le scale a quattro a quattro (più tardi mi accorgerò di aver sgarrato la gonna proprio ad altezza mutanda) per essere partecipe almeno di qualche battuta. Non c'è nessuno. Silenzio irreale. Vedo una porta, mi chiedo: "la apro o non la apro?". La apro, sono venuta da Roma fin qui nel fondo della campagna normanda e certo non posso più tirarmi indietro. La apro senza esitazione, dunque, e mi rendo protagonista di una delle più grosse figuracce di tutta la vita mia: di schiena c'è il sindaco ad un centimetro uno dalla porta (tipo sai che magari in un momento di pausa si dondolava e aprendo la porta avrei anche potuto farlo cadere), tavolo e di fronte i due sposi che mi guardano diciamo con aria interdetta, e ancora dietro gli sposi duecento occhi misti di sorpresa e pena per me. Io accenno a un gesto di scuse, abbasso lo sguardo e cerco di sgattaiolare via chiudendo la porta alle spalle del sindaco. Sono riuscita a perdere interamente il matrimonio della mia amica, a squartare la mia gonna nuova e a rendermi ridicola di fronte a duecento persone. E non mi potrò nemmeno ubriacare per dimenticare. E presto saprete il perché.
giovedì, settembre 14, 2006
Paris, mon amour
8 giorni che sembrano un mese. Ecco quanto mi sono riposata!
Lo so che state bramando racconti piccanti, quelli che ci si aspetta quando qualcuno va a Parigi. Quelli che avrei fatto in un passato lontano ormai anni luce, per capirci.
Ora, a parte qualche salsina appetitosa, di piccante c'è rimasto pochino....
Siamo talmente poo attraenti col passeggino, che ci hanno persino cacciato da un bar alla moda, nel quale ho voluto intrufolarmi credendo di essere trasparente. Avevamo appena poggiato le nostre chiappe, desiderose di bere una cosina, in un locale very trendy nel pieno della vita del quartiere di Bucy (vaghissima attinenza con parti del corpo innominabili), dopo peraltro una anonima cena in caldissimo takesfigato-away cinese, quando una signorina dall'aria scocciata ci chiede di favorire l'uscita ché non c'è posto per carrozzine e genitori desiderosi di svagarsi col figlio al seguito in quel locale-trendy-pieno-di-fighe-e-fighi-che-altro-hanno-da-fare-che-
vedersi-gli-occhi-disturbati-da-quel- terzetto-disgustoso. Questo è il succo.
I francesi, che pur tanto figliano, non portano fuori i loro pargoli. L'unico posto dove abbiamo trovato un seggiolone è stato ( e francamente mi duole dirlo) l'aborrito Mc Donald Duck. La decisione di sperimentare il tempio del consumismo è nata poiché la pargola non ha ingerito altro che carne macinata per otto giorni. Quindi è capitato che un giorno, passando di fronte al tempio, ci siamo guardati nelle palle degli occhi e ci siamo detti, io e mio marito, che tutto sommato avremmo potuto vedere l'effetto che fa. Una volta seduta, lei col dito indice ha cominciato a bucare il panino e così via fino a lappare tutto il ketchup, le molliche e anche il cetriolino. Nemmeno una patata mangiò.
Ma noi fummo soddisfatti dell'esperimento.
E certo debbo raccontarvi della peggior figuraccia della vita mia, di alcune cosette successe al famoso matrimonio, e perché no, di alcune novità riguardanti la nostra famigliola. Ma arrimandare devo a prossimi momenti, ché ho da occuparmi di casa e prole.
Ma spero di avervi intanto ben salutati!
Lo so che state bramando racconti piccanti, quelli che ci si aspetta quando qualcuno va a Parigi. Quelli che avrei fatto in un passato lontano ormai anni luce, per capirci.
Ora, a parte qualche salsina appetitosa, di piccante c'è rimasto pochino....
Siamo talmente poo attraenti col passeggino, che ci hanno persino cacciato da un bar alla moda, nel quale ho voluto intrufolarmi credendo di essere trasparente. Avevamo appena poggiato le nostre chiappe, desiderose di bere una cosina, in un locale very trendy nel pieno della vita del quartiere di Bucy (vaghissima attinenza con parti del corpo innominabili), dopo peraltro una anonima cena in caldissimo takesfigato-away cinese, quando una signorina dall'aria scocciata ci chiede di favorire l'uscita ché non c'è posto per carrozzine e genitori desiderosi di svagarsi col figlio al seguito in quel locale-trendy-pieno-di-fighe-e-fighi-che-altro-hanno-da-fare-che-
vedersi-gli-occhi-disturbati-da-quel- terzetto-disgustoso. Questo è il succo.
I francesi, che pur tanto figliano, non portano fuori i loro pargoli. L'unico posto dove abbiamo trovato un seggiolone è stato ( e francamente mi duole dirlo) l'aborrito Mc Donald Duck. La decisione di sperimentare il tempio del consumismo è nata poiché la pargola non ha ingerito altro che carne macinata per otto giorni. Quindi è capitato che un giorno, passando di fronte al tempio, ci siamo guardati nelle palle degli occhi e ci siamo detti, io e mio marito, che tutto sommato avremmo potuto vedere l'effetto che fa. Una volta seduta, lei col dito indice ha cominciato a bucare il panino e così via fino a lappare tutto il ketchup, le molliche e anche il cetriolino. Nemmeno una patata mangiò.
Ma noi fummo soddisfatti dell'esperimento.
E certo debbo raccontarvi della peggior figuraccia della vita mia, di alcune cosette successe al famoso matrimonio, e perché no, di alcune novità riguardanti la nostra famigliola. Ma arrimandare devo a prossimi momenti, ché ho da occuparmi di casa e prole.
Ma spero di avervi intanto ben salutati!
lunedì, settembre 04, 2006
L'era della Verdura
Ci siamo. Sto tentando di raccapezzarmi tra vestiti miei, di mia figlia e di mio marito. Aspetto una valigia che deve arrivare dagli Stati Uniti. Inserisco mia figlia all'asilo. Faccio il conto dei pannolini da portare e dei chili di bagagli permessi da Ryan air contando sulle dita i soldi che mi toccherà cacciare fuori se supero la franchigia. Ma che diamine! Siamo o non siamo dei signori che vanno in vacanza a settembre?
Parigi mi aspetta! Mi sa che mi concederò anche il lusso di un parrucchiere francese, magari scrauso tipo J.L.David. Ho ultimato anche la scelta dei capini d'abbigliamento da indossare al matrimonio. E non dimenticate che per l'occasione dormiremo in uno Chateau! Sono tutta eccitata!
Penso alla ingurgitatio di cibarie che potrò fare. Abbiamo già il menu scelto per la piccina: poulet habillé avec pomme de terre en purée (pollo e purè, detto più volgarmente in italiano). Quello nostro dovrebbe essere nettamente più godurioso.
Mi spiace per voi che restate. Ma non disperate, avrete succulenti racconti al mio ritorno, e chissà, magari rapide news in volanti collegamenti a internet!
P.S.: Oggi, primo giorno d'asilo nido per la mia piccina (io e mio marito siamo dei geni: domani partiamo e oggi cominciamo l'inserimento, ma scagli la prima pietra chi etc...)
E in barba a tutte le mie lamentele sul fatto che lei non mangia niente (con cui vi ho anche ripetutamente tediato e chiedo per ciò venia), si è fatta imboccate tutto il pranzo, fagiolini compresi. Io non ho parole. Per me è iniziata una nuova vita. L'era della Verdura.
Parigi mi aspetta! Mi sa che mi concederò anche il lusso di un parrucchiere francese, magari scrauso tipo J.L.David. Ho ultimato anche la scelta dei capini d'abbigliamento da indossare al matrimonio. E non dimenticate che per l'occasione dormiremo in uno Chateau! Sono tutta eccitata!
Penso alla ingurgitatio di cibarie che potrò fare. Abbiamo già il menu scelto per la piccina: poulet habillé avec pomme de terre en purée (pollo e purè, detto più volgarmente in italiano). Quello nostro dovrebbe essere nettamente più godurioso.
Mi spiace per voi che restate. Ma non disperate, avrete succulenti racconti al mio ritorno, e chissà, magari rapide news in volanti collegamenti a internet!
P.S.: Oggi, primo giorno d'asilo nido per la mia piccina (io e mio marito siamo dei geni: domani partiamo e oggi cominciamo l'inserimento, ma scagli la prima pietra chi etc...)
E in barba a tutte le mie lamentele sul fatto che lei non mangia niente (con cui vi ho anche ripetutamente tediato e chiedo per ciò venia), si è fatta imboccate tutto il pranzo, fagiolini compresi. Io non ho parole. Per me è iniziata una nuova vita. L'era della Verdura.
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