Beh non c'è che dire. Il programma di storia delle elementari è inquietante assai. Praticamente in terza elementare si studia la preistoria. Si inizia con la preistoria, a Natale circa si dovrebbe fare la preistoria in maniera approfondita, per attraversare la primavera su un florilegio di preistoria fino ad approdare a giugno infarciti di preistoria. Ora, certo, abbiamo a che fare con almeno due milioni di anni se non di più. Vuoi che non serva almeno un anno di elementari per studiarli? Certo che sì! Giusto per mettere un punto chiaro su da dove veniamo chi siamo un fiorino. Nei due anni a venire si studieranno poi gli antichi, fino ad arrivare in quinta a Greci e Romani. Effettivamente l'invenzione della scrittura cambia tutto. Il mio professore di Storia delle religioni all'università ha scritto fior di libri enunciando che la storia diventa tale quando l'uomo comincia a fare una cronologia consapevole degli eventi. Eventi macroscopici tipo successioni di re o faraoni. Mica la lista della spesa. Il momento in cui l'uomo decide di mettere nero su bianco il trascorrere del tempo, ecco là che comincia la storia. E prima c'è la preistoria, quel limbo di cui abbiamo sparse testimonianze di varie tipologie, attraverso le quali si ricostruisce, anche mediante sofisticati sistemi, la cosiddetta "cultura" umana. Cioè in buona sostanza cosa mangiavano come si vestivano con chi scopavano i primi abitanti del globo terraqueo. Compresa una minima digressione sui dinosauri e le ere geologiche che piace sempre tanto ai bambini.
E noi genitori ci guardavamo tutti uno con l'altro, ah interessante la preistoria, ma il medioevo? No, il medioevo se va bene lo faranno alle medie. Così hanno il tempo di approfondire bene tutto. Alla faccia del tempo. Per me, come minimo, devono uscire dalle elementari che sanno fare correttamente una datazione col C14 altrimenti rivoglio indietro il biglietto. Solo così non sarà stato tempo sprecato! Un anno importante, questo della terza elementare. Passato a capire chi siamo e da dove veniamo. Nessuno ha avuto coraggio di chiedere informazioni sul programma di geografia, che, ipotizzo, tratterà vulcani, placche e terremoti. Intanto, in classe, risulto essere l'unico genitore in possesso delle Fiabe italiane di Calvino, nobile libro che lessi all'età di dieci anni. Che ha assunto un'aria di vissuto come pochi e rappresenta per me l'amore per la lettura, che mi ha fatto nascere con le sue meraviglie. Domani lo presto alla maestra. Le ho detto che vale come la mia vita. Deve aver cura di lui come avrà cura dei nostri figli. Rappresenta la preistoria della mia cultura e - alla luce del programma di storia della terza elementare - forse può valere ancora qualcosa.
8 commenti:
A volte i cambiamenti e le innovazioni non sempre aiutano l'evoluzione
Ciao Meringa! A parte il fatto che potremmo anche vederci con i nostri comuni amici ogni tanto eccheccazzo! Ti volevo dire che pur non avendo figli le fiabe italiano di Italo Calvino ce le ho, o meglio quel che ne rimane, perché quando mia madre me le comprò che avrò avuto 9 anni le ho lette così tante volte che i due volumetti si sono praticamente dissolti, manca la copertina e pure qualche pagina. Per me sono state formative e molte le ricordo ancora con tanto affetto perché hanno contribuito a creare il mio immaginario...
Non so... non c'entra molto... ma se ti può consolare...! :-)
@cinefilante: i nostri amici comuni li vedo talmente raramente che cominciano persino a mancarmi! ;-) La mia copia delle Fiabe è sicuramente altrettanto consumata della tua. Però sulla mia c'è scritto con incerta grafia elementare: Di Annachiara Martello, e sulla copertina c'è scritto 1976! ;-) E sì, hanno formato pure me e il mio immaginario parecchio fantasioso! ;-)
Io ci sono già passato. Lascia perdere, credimi. Le maestre erano così fottute di paura che gli si ponessero certe questini (io ero rappresentante di classe), che tremavano al solo pensiero. Alle elementari Anna ha fatto quel che doveva, ma escono in maniera che in Prima Media (o come cazzo si chiama) stanno quasi a zero.
Si chiama scaricabarile.
Gioco che mi dicono assai in voga in Italia.
P.S.: noto che non sono tra i tuoi Blog seguiti. Questo influirà sulla formazione della prossima cassetta dei vini, sappilo. E togli 'sti codici della m....a! :-D
Ma tu cosa vuoi da me? Sono malata. Lasciami in pace!
Secondo me non trattano la storia più recente per non spaventarli da subito, poveri piccini...
O_o
Se gli fanno subito greci, romani e medioevo, va a finire che in quinta leggono Calvino e gli effetti si vedono anche dopo 40 anni.
E non indagare sulla geografia. La mia piccola per tutte le elementari non è uscita dalla valle, e sa dove si trovano Barcellona o Copenhagen solo perché ci è andata.
E' la scuola moderna, signora mia, mica fichi e pizza.
In poche righe mi hai dato dell'ultraquarantenne e della signora...vorrà dire che sono ormai rincoglionita? :-)
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