venerdì, novembre 24, 2006

Sit down, please, and listen to me

No, io non potrei mai fare il critico letterario.
Ho regalato ad un mio amico di vecchia data un libro che io stessa ho letto solo alcuni mesi dopo. All'epoca rimproverai il mio amico che non conosceva quello scrittore, eppure così famoso nel mondo. Ah, non sai cosa ti perdi, ma non ti vergogni, un uomo di cultura come te! Beh, ecco, io stessa ho provato un senso di malcelata vergogna quando, leggendolo, ho avuto non poche volte il desiderio di sbatterlo nel fondo della libreria. Ma per non farmi trovare impreparata sono arrivata fino alla fine. Migliora, ma non regge. E certo molto peggio dei capolavori di Kundera che il suddetto amico mi regalava in gioventù.

No, io non potrei mai fare la colf. Tutto quello che metto in disordine, resta tale. Non sono in grado di buttare alcunché, per timore che mi possa servire in un secondo (anche terzo) momento, quando magari mi promenerò per il mondo su una sedia a rotelle. Ma al tempo stesso, sono presa da raptus primordiali che mi spingono a pulire qualsiasi cosa compreso il bordino della stampante e se potessi anche la sede dell'inchiostro. Ma ci vuole costanza in queste cose. La polvere è il peggior nemico dell'uomo se non viene affrontata con le dovute precauzioni.

No, io non potrei mai fare l'avvocato. Cambio idea a seconda della persona che ho davanti. Avrei tendenza a dare retta al mio assisitito e subito dopo desiderare con invidia di essere seduta accanto a quel magniloquente avvocato di parte avversa. Sarei capace di sentirmi intimorita da un usciere e provare rabbia per la sicurezza con cui un praticante inforca la sua borsa "The bridge".

No, io non potrei mai fare il medico. La mia empatia mi porterebbe ad un'ipocondria incontrollabile e diventerei impresentabile anche nella più oscura clinica privata.

No, io non potrei mai fare l'insegnante. All'ultimo concorso, in preda ad un terribile raffreddore, riempii il foglio protocollo di starnuti e sangue che mi usciva copioso dal naso. Mi fa sempre così, il naso. Nella fase calante del raffreddore. Sgorgoglia fuori sangue, purificando il mio organismo ma sozzando tutta la zona circostante. La gente mi guardava esterrefatta. E io, che avevo la testa sempre più bassa per la vergogna, sanguinavo sempre di più. Non ricordo nemmeno quello che ho scritto nel tema, tanto ero occupata ad arginare il sanguinolento disastro. Non passai nemmeno agli orali. Ma passai un sacco di tempo nelle toilettes di un'orribilmente lercia scuola romana.

Sit down, please, and listen to me, dear friends.
La vita ci offre tante cose da raccontare. Spesso, quando si verificano, sono assolutamente insignificanti. La vita di chi non lo è? Ma basta un frizzo un guizzo un lazzo per rivoltare la faccenda e farla sembrare unica ed irripetibile. Oggi la lezione è: guardare il bicchiere mezzo pieno. Ché in quello mezzo vuoto c'è sempre meno da bere!

9 commenti:

Giuliana ha detto...

questo post è bellissimo, Annachiara, quando ce ne farai leggere uno in cui ci racconti delle cose che invece potresti fare, a proposito di bicchiere mezzo pieno? ;-)

Anonimo ha detto...

Quella del bicchiere grande il doppio del necessario la sapevi, eh? (barzellette da ingegneri)

Io la vedo in questo modo, la faccenda del bicchiere: mezzo pieno è quando lo stai riempiendo, mezzo vuoto è quando lo stai svuotando. Se l'azione è indefinita, in effetti, tendo a dire che "c'è acqua" tout court.

C'è chi vive cose interessanti e non le sa raccontare, c'è chi vive cose apparentemente irrilevanti ma le sa raccontare. E poi i due estremi. Io sono quasi sempre in quello peggiore ^_^ (coff coff, bicchiere vuoto, coff coff)

Anonimo ha detto...

Comunque c'è bicchiere mezzo pieno e bicchiere mezzo pieno. Un bicchiere mezzo pieno di pipì è tutt'altra cosa di un bicchiere mezzo pieno di Nebbiolo delle Langhe annata 2003.
Quindi certe volte preferisco bicchieri mezzi vuoti, o anche tutti vuoti.
Ad esempio, ti è mai capitato che a tavola ti hanno messo un solo bicchiere, ma si serve acqua e ottimo vino? Ti riempiono il bicchiere d'acqua, per cortesia, tu ne bevi solo un po' perchè di più non ti va, e poi arrivano bellamente con lo splendido desiderato vino stappato e ti dicono "ne vuoi un po'"? E tu, fumando dalle orecchie, "dopo: ora ho l'acqua". In quei casi per esempio desidero il bicchiere tutto vuoto!

Anonimo ha detto...

Ti ghé resòn :O

adelina ha detto...

il bicchiere è sempre mezzo pieno, in ogni caso, se non ti piace lo puoi svuotare.
Raccontare le cose della vita è un'arte meravigliosa, chi lo sa fare ha il bicchiere sempre molto pieno, perchè sa analizzare e approfondire, magari sapessi farlo anche io!

Annachiara ha detto...

x giuliana: per ora non ho ancora abbastanza esperienze mezze piene....ma ci penserò su!

x stm: non sarai per caso, tra le altre drammatiche cose, anche ingegnere?????

x gigio: basterebbe chiedere un secondo bicchiere, gigio. In fondo sei al ristorante!

x adelina: a me sembra che tu sia sulla buona strada!

Anonimo ha detto...

Per fortuna non ancora (eh, che cu...).

pOpale ha detto...

meringa, per me il problema rimane sempre di chi riempe il bicchiere ;o)

Annachiara ha detto...

x popAle: mah, secondo me un bel problema ce l'ha cinvece chi deve decidersi a berlo, il bicchiere. Glielo potrebbe aver riempito il cameriere! ;-)