lunedì, ottobre 28, 2013

Come un negroni sbagliato

Perché a volte servirebbe annullare la mente i ricordi quei pochi neuroni che ancora ti girano in testa perché se pensi di sapere chi sei ti guardi nello specchio e non ti riconosci a me capita spesso di vedere una che non mi è familiare una che guarda nel vuoto con gli occhi tristi io me la ricordavo sorridente piena di vita quella lì quella che ora si sente come un negroni sbagliato - e qualcuno dirà ma è buono il negroni sbagliato! - è una roba buonissima ma definita attraverso una negazione forse proprio come quell'immagine che rimanda quei begli occhietti spenti perché non so se lo sapete ma ci sono le variabili che cambiano tutto, i progetti le idee i sogni, si mettono di traverso e ti bloccano o ti facilitano incredibilmente le cose le decisioni le casualità, le variabili sono tutto in mezzo alle costanti, le costanti sono la routine quella che ti entra dentro e non ti accorgi nemmeno che è entrata talmente in fondo che non te ne accorgi, e semmai te ne accorgessi sarebbe talmente in fondo che ne riusciresti a distinguere solo uno spicchio 

le variabili sono quelle che sparigliano finanche lo spicchio in fondo in fondo sono la vita quella come l'hai sempre sognata sono quello che non riesci a governare quello che sfugge a qualsiasi classificazione o parametro quello che scantona le costrizioni e passa dietro le costanti quatto quatto senza farsi vedere mi hanno detto devi scrivere scrivi mentre io avrei sicuramente bisogno di un buon terapeuta tanto bisogno di capire come riaccendere quei begli occhietti spenti ma come fai quando hai bisogno di qualcosa che non riesci nemmeno a quantificare e niente è come quel negroni sbagliato che non puoi far diventare giusto anche se sai cosa ci vuole per farlo, perché separare liquidi è impossibile dopo che li hai messi insieme. 
L'unica cosa che puoi fare è bere tutto d'un fiato.

lunedì, ottobre 14, 2013

Da manuale

Insomma vabbè periodo complicato questo. Le certezze se ne vanno una dietro l'altra. Sbadataggine a 360 gradi. Ho perso l'autocontrollo - quello che più o meno tutti teniamo nelle occasioni pubbliche - urlando come un'ossessa contro un ragazzino di dodici anni perché giocava a tavola con un mazzetto di arrosticini appena portati dal cameriere al ristorante [NON SI GIOCA COL CIBO SE C'E' UNA COSA CHE MI MANDA IN BESTIA E' LA GENTE CHE GIOCA COL CIBO - ho urlato questa cosa con tutta la poca voce che avevo in gola visto che ero incidentalmente afona. Il mio strillo gutturale ha impietrito tutta la tavolata. Verranno a rendermene conto anche i genitori del ragazzetto, gli avrà detto che l'ho maltrattato davanti a tutti]. Ho perso documenti fondamentali per fare tutta una serie di pratiche amministrative di cui si occupa la mia sorella avvocato che mi avrebbe volentieri minacciato di morte se non avessi usato anche contro di lei l'arma della voce che non c'è. Sto leggendo un libricino che parla di momenti di trascurabile felicità e incredibilmente quelli dell'autore corrispondono parecchio a quelli che avrei elencato anch'io per me sono di trascurabile felicità quei momenti del piccolo quotidiano che dovrebbero far parte della routine ma che in fondo scappano via come un nastro che non riesce ad essere annodato, come i gas che ha studiato mia figlia in quarta elementare le cui molecole vanno un po' dove a loro pare quei momenti che scapocciano insomma e che tutti individuano come routine ma che noi sappiamo che ci provocano un piacere indescrivibile in quanto completamente incomprensibile a chiunque altro se decontestualizzati. Ho incontrato la mia professoressa d'italiano delle medie per strada. Si ricordava di un tema che avevo fatto io, proprio io, mettendo in dramma una roba che non ho capito cosa fosse perché mentre lei parlava la mia mente vagava a cosa potesse mai essere questa composizione. Io ho sempre ricordato gli studenti più bravi e quelli più scapestrati - mi ha detto. Non saprò mai dove fossi io. Ma questo è sicuramente un momento di trascurabile felicità. Ho deciso che mi aggrapperò a questi momenti. Sento che potrebbe funzionare. Se non fosse così, saranno solo stati trascurabili [dovevo essere la più brava della classe visto come uso il futuro anteriore da manuale].