mercoledì, marzo 29, 2006

C'è da spostare une macchina!

Mio marito ultimamente si ammala spesso. E si ammala sempre in contemporanea alla sua autovettura. Empatia automeccanica. Ma se mio marito guarisce, questa volta non è toccato alla sua autovettura. In tutta fretta bisogna trovare una soluzione. La mia vecchia Y10 non basta alla bisogna. E allora ci imbarchiamo in un epico attraversamento della metropoli, io, lui e la prole, per andare a cercare una macchina usata. Per una nuova, ci hanno proposto un finanziamento di sette (7!) anni. Che quando si finisce di pagare è già da buttare! Allora non ci resta che piegarci all'usato: macchina che possa contenere noi, figli e vettovaglie, magari dormirci dentro se siamo in viaggio. Mio marito apprezza particolarmente i tavolini ribaltabili nei sedili dietro. Gli dà un'idea di comfort. A me non me ne frega niente. Basta che lui guarisca, ché non si può stare malati ogni due settimane. E nemmeno senza macchina. E ci danno persino il finanziamento. A mio marito ci brillano gli occhi. Non riesce a crederci, ché nessuno l'ha mai giudicato solvibile! Certo ora viene il peggio visto che bisogna pagare le rate....Mi son scordata di dirgli che quando finirà avrà superato i quaranta!

sabato, marzo 25, 2006

Scrutinio elettronico

Desidero segnalare un articolo di cui parla Beppe Grillo, a proposito della novità dello scrutinio elettronico alle prossime elezioni, linkando un articolo comparso su "Diario": http://www.beppegrillo.it/immagini/elezioni_elettroniche_diario_.pdf

La mia domanda è perché una novità così imponente è passata sotto silenzio dalla stampa a grande diffusione? Forse perché la casalinga di Voghera non sarebbe in grado di capire le nuove tecnologie?

mercoledì, marzo 22, 2006

Vernissage

La giornata non è finita.
L'invito è in un posto trendy. In un quartiere trendy. Necessiterebbe un look trendy. Allora mi ficco i pantaloni negli stivali, trovo una maglietta che mi si avviti bene e metto su il mio lucidalabbra nuovo. Peccato che un bel pezzo di pizza oleosa con mozzarella e zucchine rovini almeno parzialmente il risultato. Ma mi scolo un bel mezzolitro d'acqua, nella speranza di eliminare qualche grasso. Faccio anche una porca figura con mio marito cedendogli il mio ultimo pezzo di pizza.
Insomma siamo abbondantemente in anticipo per la soirée che si svolgerà in un mega loft. Un mio amico espone i suoi quadri www.arrigodesign.com. Pare che Alessandro Cecchi Pavone gli faccia da apripista con la presentazione del suo nuovo libro. Oddio, un vernissage! Era un sacco di tempo che desideravo un evento mondano e ora ci sono! Allora entriamo. Ovviamente così presto saremmo state dieci persone in tutto. Il mio amico ancora non c'è. Allora ci giriamo un po' intorno. Spazio enorme. Libreria con pezzi scelti. Alcuni li ho anch'io a casa. E allora mi sento ancora più trendy. Mio marito è attirato da pezzi scelti di design. Poltrone, lampade, porta cd. C'è persino un finto camino tipo schermo LCD. E che scalda! Quindi forse non è proprio finto... Mi accorgo però che è posizionato proprio sotto uno dei quadri del mio amico...non è che si scioglie? I quadri sono figli dei pattern di warholiana memoria, anche un po' keith haring. Pero' lui ha un tratto tutto suo. E' più vicino alla terra, alle cose vere. E' più semplice, meno costruito. In fondo la natura è un unico enorme frattale. Mi piacciono i quadri. Improvvisamente mi ricordo che possiedo un collage che lui fece anni fa per me....me lo tengo stretto e cerco di valutare quanto ci potrei fare rivendendolo! Forse non è un pensiero carino. Ma io me ne frego e glielo dico. E discutiamo animatamente sulle possibili quotazioni, mentre comincia la presentazione. E' bello conoscere degli artisti. Perché si capisce così che sono in fondo persone normali, sensibili ai complimenti alle lusinghe all'affetto. Proprio come tutti noi! Peccato però che io, che sono una persona normale, non riesca a fare i suoi quadri! Va bé, insomma, per non sapere né leggere né scrivere, abbiamo ordinato due negroni (purtroppo senza attributi!) e dopo un rapido calcolo di calorie, il mio me lo sono ingurgitato. Però non ho mangiato nemmeno una patatina. Sono fiera di me! La mia amica Sissi, sempre perfetta nel suo look (mica come me che mi sono raffazzonata all'ultimo minuto, lei è proprio naturalmente lookata!) è sempre generosa di complimenti. Vederla è un piacere. Lei è architetto e ha tutti i titoli per apprezzare appieno il loft. Peccato che ci sia Paone a rovinare un po' il clima....l'opera del mio amico passa in secondo piano. Sono tutti ad ascoltare panegirici sull'omosessualità, che pare essere il tema della serata, abbinato a quello politico. C'è persino un esponente della margherita che tenta di affermare che riuscirà a fare adottare i PACS. Improvvido giovanotto! Ma non sa che Rutelli è il braccio armato di Ruini? Va bé, diciamo che io e Sissi non è che proprio abbiamo ascoltato la conferenza. Per cui niente riassunto. Diciamo che avrei volentieri concluso la serata su quel bel lettone che si poteva ammirare all'entrata, con tanto di coperta pelosa. Era un'opera d'arte anch'esso, un evidente invito alla "consumazione". Mi sa che per stasera però ci ritiriamo. Andiamo a recuperare la piccina, che ovviamente non dorme e non dormirà fino all'una di notte... E forse la giornata sarà veramente finita!

Giornata di fuoco

Giornata da incubo. Lavoro la mattina al computer con la pupa molto insofferente. Pisolino (suo), doccia (mia) e dopo un leggerissimo pranzo (lo giuro solo un pezzetto di parmigiano e un'insalata!) volo dalla simpatica dietologa. Nonostante qualche stravizio, dimagrisco ancora. Sono attualmente a meno dieci. E dopo un appassionato elenco di centimetri persi, riesco a liberarmi dalla sua morsa e correre con passeggino, merenda e cambio pannolino a prendere mia madre per accompagnarla in palestra. Certo, ovviamente mia madre, vicina ai settanta, fa palestra, cosa che io non mi sogno nemmeno di fare! Però deve fare tappa al supermercato. Poi si torna a casa sua a mettere la spesa nel frigo (chi lo farà?). E poi di corsa di nuovo in macchina per arrivare già in forma in palestra. Nell'attesa che la genitrice finisca le sue circonduzioni, io e la mia pargola ci rechiamo a fare un pò di shopping. Diciamo che lo shopping in questo momento mi sarebbe interdetto, visto l'intenso calo di peso, dovrei aspettare di essere molto magra per rifarmi una volta per tutte il guardaroba e non una volta al mese, come è invece lo stramaledetto caso attualmente. Mentre scarico pupa e passeggino dalla macchina ho anche un intenso incontro che mi turba non poco. Mi sento chiamare: "signora, signora!". Mi guardo intorno e vedo nella macchina accanto alla mia, seduta sul sedile posteriore col finestrino semiabbassato una vecchina brutta, ma così brutta che più brutta non si può, tipo senza denti in vestaglia capelli dritti, che mi fa: "Mi può aprire lo sportello della macchina?" Io, un pò stupita, provo ad aprire lo sportello, che è invece evidentemente chiuso da dentro. E non trovo di meglio da dire che: "E' chiuso!". E la vecchina abbassa gli occhi. Che tristezza. L'avevano chiusa in macchina, come un cane che aspetta il padrone! Ho pensato per un attimo di chiamare la polizia, poi sono stata risucchiata dagli urli di mia figlia e sono ritornata mesta alla mia vita. Entro in un grande magazzino e decido di provarmi due paia di pantaloni: due taglie dello stesso modello, non si sa mai che io entri in quella più piccola. Esco più incavolata di prima. Mi si vedono le mutande. Non è bella questa mostra obbligatoria di indumenti intimi, seppure da didietro splendidamente dimagriti come il mio! Torno a prendere la genitrice che conduco, ormai sfranta, verso la magna abitazione. Incredibile parcheggio. Vado a casa sua, cambio la pupa, mi do una guardata nel malefico specchio prendo borsa e giacca e scendo giù che mio marito è arrivato per la nostra splendida serata. Ampiamente meritata.

venerdì, marzo 17, 2006

Tv autoreferenziale o del rimpiattino.

E' proprio vero che oggi la televisione è solo autereferenziale.
Fatta da persone che parlano di persone che in televisione hanno parlato di persone in televisione.
Nessuno sa fare più nulla. Nulla di diverso che parlare di qualcun altro che non sa fare nulla.
Esistono trasmissioni in cui sedicenti VIP (che forse fanno più audience del comune mortale) sono invitati per parlare di argomenti di pseudopsicologia o sociologia spicciola, o ancora - come la chiamerei io contestualmente - sociologia dell'autoreferenzialità. Sembra che essi abbiano il titolo per parlare di problemi sentimentali, di sopravvivenza quotidiana, di rapporti generazionali e tanto altro. Quasi per umanizzare il loro essere divini. Per renderli più vicini al comune spettatore, che dovrebbe rivivere attraverso di loro le sue frustrazioni redimendole e dando loro così una dignità sconosciuta. Questo ovviamente apre la strada alla legittimazione di qualunque spettatore medio ad andare a "fare" qualcosa in televisone, vedi le varie De Filippi, D'Urso etc. Fare cosa? Se nemmeno coloro che sarebbero gli "eletti" sanno da dove cominciare? E' come una sorta di gioco al rimpiattino: il VIP prende il posto della persona comune, che si libera e prende il posto del VIP. Pensiamo ad uno come Albano, costretto ad andare su un'isola deserta con degli pseudo VIP, portandosi appresso una (pseudo?) figlia. Costretto a farsi sbeffeggiare in diretta dalla compagna per mancanza di palle. E, quel che più conta, costretto ad abbandonare l'isola deserta, che tanto deserta non era più, per mostrare a tutti gli italiani ( e chissene frega!) che invece lui un pò di pallette le aveva. Ed è chiaro che questo caso mediatico è l'emblema del disastro professionale in cui la TV dei nostri giorni si è cacciata. Una televisione che ci costringe a rimpiangere le gemelle Kessler o Pippo Baudo. Una televisione che ha ridotto il povero Mike, ormai inatto a qualsiasi conduzione, a presentarsi nei panni di un pur simpatico barbone (e che Fiorello mi perdoni).
Ma quel che più è stupefacente nei meccanismi più sopra illustrati è il livore di coloro che non riescono per un motivo o per un altro ad entrare in questo rimpiattino. Gli esclusi. Coloro che per un pelo non ce l'hanno fatta e che si vedono soffiare il podio da qualcuno più lesto. Pronti a tutto per un secondo di gloria. Questa televisione autoreferenziale non poteva non celebrare anche costoro in un tripudio di presenzialismo muto (o fenomenologia dell'Escluso!), che pur pare serva loro per dimostrare che esistono.
E se non siete d'accordo, me ne vado!

venerdì, marzo 10, 2006

Fratelli

Non eri solo
Non hai fatto in tempo ad accorgertene.
Sei volato via come un uccellino stanco
che non ce la farà a tornare.
Da qualche parte nel mio cuore,
ti sarò sempre sorella.

lunedì, marzo 06, 2006

Parodie

Ho finalmente capito a chi si riferisce la parodia del giornalista che Gene Gnocchi fa durante "Quelli che il calcio". Sono rimasta folgorata da questo giornalista di cui mi è impossibile ricordare il nome, che tiene una rubrica dopo il tg5 delle ore 13h00. Gene fa il giornalista onniscente che si interroga sulle questioni fondametali della vita (che sono sempre le stesse), sempre con la stessa scenografia dietro le spalle - un verdissimo cespuglio. Gli intervistati sono praticamente sempre le stesse persone, che sostengono esattamente ciò che sostiene lui. Io ingenuamente pensavo che il Gene se la prendesse GENEricamente con i giornalisti faziosi. Ed invece ho scoperto IL giornalista fazioso, che si comporta compuntamente esattamente come la parodia del Gene! Solo che invece di avere un cespuglio appeso significativamente alle spalle a mo' di zaino, ha una libreria (sarà appesa dietro le sue spalle?) sempre la stessa, sempre con gli stessi libri nella stessa posizione. Ed è serio quando parla, proprio come Gene, e dice proprio sempre le stesse cose, con quel tono da finto tonto dalla cui bocca può uscire qualsiasi idiozia, tanto siamo su canale 5.

giovedì, marzo 02, 2006

Sanremiello

Quando vivevo in Francia non c'era il festival di Sanremo. Lì non sapevano nemmeno cosa fosse. Non sospettavano nemmeno che l'Italia intera avrebbe potuto fermarsi di fronte ad un palco strabordante di fiori, con paillettes, parrucchini, tette culi e qualche nota musicale.
Quasi mi mancava il tradizionale appuntamento, mi dava un senso di appartenenza. Confesso che qualche anno mi sono fatta anche registrare la serata finale per rivedermela e fare i soliti commenti acidi, con gusto. Il gusto di chi ride pensando "non sono io", quel meccanismo baudeleriano, ripreso anche un pò da Freud, che spiega così l'origine del riso. Certo, guardando Sanremo oggi, quel meccanismo lascia volentieri il posto ad una velata malinconia, per il come eravamo. Ma non tanto perché oggi sia tutto così sciatto, così triste e poco musicale. Quanto perché si capisce troppo bene come ci sia qualcuno dietro che manovri (male) le fila della baracca, per uno scopo che trascende la musicale comprensione degli eventi e che ormai nulla lascia più all'umana immaginazione. Quando sono partita per la Francia, in Italia cominciava appena la diffusione del cellulare. Io provavo una sorta di ribrezzo per l'attrezzo. In televisione Panariello non si era ancora mai visto e non sapevo il ribrezzo che avrei provato. Che cosa ha a che fare costui con la musica italiana (ammesso anche che si possa parlare di musica nel contesto sanremese)? Forse mi sono persa qualche passaggio? Non è nemmeno un personaggio alla moda, non so un figo da copertina, o uno dall'esperienza navigata come Pippone. Qualcuno mi ha aggiornato sul periodo della mia assenza dicendomi che ha fatto qualche sabato sera di successo su raiuno. Allora deve essere piaciuto a Noisette che l'ha cooptato per la macina di ascolti di Sanremo. Poco importa il motivo, fatto sta che ci ritroviamo in un periodo di decadenza e quindi si punta a ciò che più risolleva gli animi e cioè il giullare triste, che dopo non aver fatto ridere il re viene condannato a morte. Il povero Panariello non sa quanto sarà amaro quel milione di euro che crede di essersi guadagnato propinandoci orrenda musica, improbabili fotomodelle e capezzoli sgusciati fuori da indebite scollature.

mercoledì, marzo 01, 2006

Blog perché

Ho pensato e ripensato: in fondo a cosa serve un blog?
E' che io lavoro da casa, 4 ore al giorno, con internet e mi occupo della mia bambina di 1 anno e mezzo. Con chi parlo dalla mattina alla sera? Allora ho deciso di continuare i miei monologhi qui sulla rete, almeno forse qualcuno mi sente! O almeno avrò espresso i miei pensieri in maniera ordinata.
Certe volte non ce la faccio più a trattare con lei. Le madri in genere fanno sempre la parte di quelle che adorano i loro figli, che farebbero tutto per loro, etc. Ovviamente io adoro mia figlia. Ma ci sono momenti in cui la stanchezza prevale, che non riesco a comunicare con lei nella maniera in cui vorrei o dovrei. Per cui è come se le nostre comunicazioni si interrompessero. Ognuna va dalla sua parte ed è impossibile toccarsi. Lei sente che io non sono più mentalmente disponibile, e ne soffre, comportandosi di conseguenza: cerca di attirare la mia attenzione proprio in un momento in cui io ho chiuso la ricezione ed ovviamente scatena la mia impazienza. E' molto difficile imparare a trattare con i bambini. Forse sono proprio loro ad insegnarti cosa non devi fare. Insomma, questa overdose da pupo, mi scatena il desiderio di comunicare le mie frustrazioni, i miei desideri, le mie voglie, i miei ricordi. Forse in maniera da esorcizzare la fatica di crescere un "altro" da te. O forse per lasciargli qualcosa che non siano solo i sacrifici , "le cose fatte per te", tutto quello che presto o tardi ci viene rimproverato dai genitori.